Thanos
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Avengers Infinity War, la filosofia del titano pazzo

Il cinecomics chiude un ciclo lungo dieci anni con molti interrogativi

Nella sale era atteso da uno stuolo di appassionati, adolescenti in visibilio e appassionati non certo millenials uniti per comprendere come possa finire una delle saghe più longeve degli ultimi anni (la prima pellicola ad avviare questa "fase" è stata Iron Man, del 2008). I soggettisti del Marvel Studios, con sapienza, hanno distillato pochissime informazioni a far da trait d'union tra i vari film. Soprattutto mostrando potentissimi artefatti - le gemme dell'infinito - che tra una scena dopo i titoli di coda, riferimenti incrociati e poteri immensi, sembravano dover legare tutto il "mondo" che si era venuto a creare a beneficio degli spettatori avidi di fantasia ed emozioni.

Avenger Infinity War non delude e fa molto di più. Prometteva conclusioni ma mantiene pochissimo rimandando ad un prossimo futuro la parola "fine". Per la gioia di tutti, stranamente, che mal avrebbero digerito un termine meno che epico. Attenzione: il film gestisce una quantità di informazioni "a prova di appassionato" e il tentativo di spiegare e interpretare (e perché no, anche ipotizzare il futuro) tutto quello che scorre in sala è impresa improba. Merita un tentativo che inevitabilmente contiene spoiler. I lettori distratti sono avvisati, qui di seguito ci sono spiegazioni che rovinerebbero una visione successiva.

Partiamo da una conclusione, anche piuttosto ovvia. Siamo molto distanti dal fumetto che per ambientazione e presupposti è e deve essere distante dal film. Il Thanos di Infinity Gauntlet è quasi parodistico nel suo rapporto con i comprimari e così doveva essere secondo i metri di narrazione di quegli anni ma mantiene degli spunti che i soggettisti hanno trasferito pari pari nel film. E su quello mi baso, sia per la mia interpretazione che per una "profezia" di come andrà a finire.

Interpretazione

Thanos (contrazione di thanatos ovvero morte nel senso di estinzione) è un filosofo. Non agisce per malvagità pura (se così fosse non avrebbe affetto per Gamora) ma per un'idea. La sua filosofia è complessa ma anche semplice: l'universo è destinato ad esaurire la sua "energia per sostenere la vita" (è giusto che sia così, è nell'ordine naturale delle cose secondo la fisica) a meno che non si possa trovare un equilibrio a cui né la natura né gli esseri viventi possono tendere, ovvero l'estinzione "programmata". E senza troppi fronzoli questa filosofia vorrebbe applicarla con un algoritmo semplice: la metà della popolazione dell'universo deve morire, estinguersi, nel senso di "non consumare energia". Per farlo lui procede per gradi, raggiunge un pianeta e ne stermina la metà della popolazione. Malvagità? No, perché lui ne stermina una metà random, senza applicare una scelta tra ricchi o poveri o chissà cos'altro. Si duole anzi di non riuscire a trovare un metodo assolutamente "senza scelta".

Guanto dell'infinito? Uno strumento, nulla di più. Mentre nel fumetto il guanto concedendo potere su tutte le componenti "concettuali" dell'universo rende il possessore "un concetto" esso stesso (i nemici di Thanos, oltre a quasi la totalità del parterre supereroistico, sono anche esseri iper potenti come Galactus e lo Straniero, ma soprattutto concetti "deificati" come lord Caos, padron Ordine, lady Amore, sire Odio, eccezionalmente esistenti come forme tangibili), nel film non si doveva (e non è stato fatto) andare sulla filosofia pura. Thanos ha un motivo, un'idea, e per raggiungerla serve uno strumento (il Guanto) che va completato con componenti "semi concettuali" potentissimi, le Gemme dell'Infinito.

Il motivo, ribadiamolo, è "eliminare la scelta". Metà della popolazione dell'universo deve estinguersi, se Thanos riuscisse a farlo con uno schiocco di dita, eliminerebbe il "dolore" della scelta che rema contro la sua filosofia (ma il fine giustifica i mezzi, e quindi ammette questo metodo).

«Non sta a te farlo» gli urla Gamora. Lui non contraddice perché sa che è vero, ma cerca di scomporre il problema e quantificare: l'universo da solo non ce la farebbe perché serve un essere che ne abbia la volontà di farlo, ad ogni costo. Nei fumetti Thanos è "il Titano pazzo", perché esercitare questa assoluta forza di volontà non è comprensibile, solo un pazzo potrebbe. O un illuminato.


Nel film scocca il dubbio per lo spettatore: non è che quella di Thanos sia una posizione giusta? Se l'universo "decidesse" da solo di estinguersi per metà, o più vicino a noi se il sole esplodesse di punto in bianco cancellando il sistema solare, non daremmo colpa a qualcuno e se fossimo dei fisici saremmo felici e contenti che l'universo continuasse a vivere perché "bisognoso" che il nostro sole esploda. Non ci sarebbe alternativa, come Thanos non vive nessuna alternativa.

L'universo, dal cui Big Bang sono nate le Gemme, "propone" a Thanos un test. Il Titano dice a sé stesso di avere una volontà assoluta, ma solo un "concetto" potrebbe essere "assoluto" in questo modo. L'universo propone un dubbio "dell'anima": saprebbe il titano Thanos sacrificare ciò che ama? (e se Thanos ama, non può estinguere. Se ama, è meno concettuale di ciò che la sua filosofia dice di lui).

Quindi il centro del film: Thanos viene sottoposto al dubbio della Gemma dell'Anima, se lo supera allora è nel giusto (magistralmente questa Gemma non viene trovata da nessuno, se non da una bambina strappata agli affetti e "congelata" in un bisogno di vendetta infantile - Gamora piange come una bimba quando "uccide" Thanos - ma comunque una bambina, con l'innocenza necessaria per avere un'anima pura e non sentire il bisogno di sottoporsi a dubbi). La Gemma dell'Anima ha un unico potere, conferire il senso di giustizia, decretare che un essere vivente come Thanos possa trasformarsi in un'idea. Thanos piange perché per superare i dubbi bisogna crescere, e crescendo ci si avvicina all'estinzione. E l'estinzione per l'uomo genera il sentimento della tristezza, la stessa di "Inside Out", fa sopravvivere per estinguersi ma fa comunque sopravvivere.

Le altre gemme sono consapevolezza, pura e semplice. Essere consapevole di cosa sia la realtà, lo spazio, il tempo, la mente (intesa come il pensiero), il potere (inteso come possibilità). Sono concetti base e primitivi. Thanos non li utilizza per un motivo semplice: potrebbe controllarli ma di fatto diventa un "contabile" di questi concetti tanto che non ha piu' bisogno di modificarli.

I combattimenti con gli Avengers sono un inno alla inadeguatezza di Thanos, e quindi un percorso di miglioramento. "Conoscere" i concetti che le Gemme rappresentano è complicato, come la consapevolezza totale, la filosofia finale, ovvero l'illuminazione. Questa va raggiunta con un percorso di crescita personale (e nel film, generali a parte che sono quasi delle marionette di Thanos, il Titano agisce da solo - «lo farò da solo» in una delle più belle title scene dei film Marvel - e non potrebbe essere altrimenti per poter "crescere". Piange, si dispera, minaccia Nebula quando si sente perso. Non è un sovrano assoluto, ma un contadino che sta arando un campo per raccogliere frutti da condividere con tutto l'universo. Il suo intento è nobile.

Estinzione quindi, per salvezza. Thanos non salva nemmeno sé stesso con il suo principio nichilista. Lui non deve regnare come il dominatore ma essere inserito nel flusso universale. Non vuole nemmeno essere ricordato né nel bene né nel male (non ha il principio della potenza assoluta che può avere un Darkseid della Distinta Concorrenza), perché Thanos sottopone se' stesso all'algoritmo della sua filosofia. Se alla fin dei conti si venisse a trovare nella metà che si estingue, non cambierebbe nulla.

Gli Avengers non hanno un'idea, vogliono solo salvare quante più persone possibili. Non "comprendono" Thanos e nel dubbio, come dei bruti, lo combattono. Solo Strange ha la conoscenza necessaria per percepire qualcosa («è l'unico modo») e porta la questione su un piano più alto, quello che Thanos vuole fare DEVE SUCCEDERE. Segniamoci questo concetto.

Thanos ha molti poteri con lo strumento "Guanto dell'infinito", poteri che abbiamo detto essere di consapevolezza. Può tornare indietro nel tempo, e così riesce a prendere la gemma di Visione distrutta da Scarlet Witch (come ci dice la Letteratura, è la mutante più potente, con potere di alterare la probabilità delle cose, ma la matematica ci insegna che si può mutare la probabilità ovvero la "frequenza" di un evento favorevole solo nel novero degli eventi possibili... e se tutti gli eventi possibili fossero solo quelli previsti e "osservati" da Thanos?).

Perché Thanos non si preoccupa della distruzione della Gemma di Visione, quasi comprendendo e giustificando l'azione di Scarlet? Perché può tornare indietro nel tempo e ripristinarla... Sbagliato!

Principio dell'osservatore teorizzato da Einstein, e raccontato in maniera spicciola: se Thanos ha il controllo del tempo, può "tornare indietro"... ma in realtà non torna affatto indietro. Quella è una favoletta per i gonzi per cercare di far capire a Scarlet (e al nostro cervello di poveri spettatori) che un evento può essere annullato...tornando indietro. Ma se io controllo il tempo, ho già osservato come andrà a finire, cioè che la gemma di Visione l'ho presa. Come Strange già sapeva come sarebbe finita con Dormammu... perché l'aveva già vissuto. Non è un flusso lineare, è un'osservazione. Del tempo puoi esserne consapevole solo se con un grande potere non lo vedi più come una strada da percorrere ma come un segmento finito.
E' già successo, è già andata così, secondo Strange: «E' l'unico modo».

Ma Strange ci aiuta ancora nella comprensione e ci dice anche che in vari milioni di eventi le probabilità di vittoria sono... 1. Se il tempo è un segmento, quell'1 è l'unica vittoria possibile mentre le altre sono solo speculazioni. Il segmento è sempre lo stesso, parte da A e arriva a B. Se la vittoria è una, allora la vittoria è B (dove A è il primo film di Ironman e la lunghezza del segmento è di dieci anni di film del Marvel Studios). A patto che l'osservatore sia Strange o noi spettatori al cinema, che normalmente parteggiamo per lo stregone supremo, almeno fino a quando il Titano pazzo inizia a diventarci simpatico, perché nel giusto. Succede a fine film, e lì un po' siamo indecisi.

Spiegazione?

Ciò che Thanos vuole fare DEVE SUCCEDERE... perché è già successo. L'algoritmo di Thanos ha portato a questo, ed è giusto così perché è una formula matematica, quindi asettica. La filosofia di Thanos non permette scelta nemmeno a Thanos stesso, nemmeno nei riguardi di sé stesso, perché è giusta. E che finisca così è giusto. Thanos può sorridere a fine film, perché è riuscito a diventare un concetto. Non un genocida, ma un salvatore, addirittura disposto all'autodistruzione se ciò fosse capitato. Perché un'idea sopravvive sempre.

Profezia

Scena finale dopo i titoli di coda: Nick Fury prima di estinguersi invia qualcosa (sending...) a qualcuno o qualcosa che ha il logo di Capitan Marvel, prossimo film Marvel dove "Thanos will return". Ma Capitan Marvel è ambientato negli anni '90...

Strange quindi fa qualcosa, sfruttando per l'ultima volta la Gemma del Tempo. Ma il tempo è un segmento, quindi questo qualcosa è già successo. Quando è successo? Negli anni 90, riguarda capitan Marvel. Succederà qualcosa in quel film, che finirà con un presupposto che avrà ripercussioni nel presente. Presupposto che Fury richiama con quel "sending..." e che annullerà l'azione di Thanos o contribuirà a farlo assieme ai protagonisti, gli Avengers, in questo film eccezionalmente disuniti, non "assembled" ma "disassembled". Solo gli Avengers uniti possono generare il lieto fine, e in Infinity War, pensateci, non sono MAI stati uniti se non a tratti e a gruppi fronteggiando un nemico - Thanos - che nemico non era perché il suo principio era giusto. Affrontando un'idea senza comprenderla erano destinati al fallimento. E al bruto Hulk, lo scienziato, il logico Bruce Banner, chiede di combattere. Combattere senza un'idea, come gli altri Avengers disuniti. Hulk, assennato come non mai, risponde "No". Anche lui avrà capito con la semplice logica di un bimbo? Anche lui raggiunge l'assunto di Strange?

Due personaggi che ci spiegano meglio, Nick Fury e Hulk (tacendo di Heimdall)

Nick Fury dice qualcosa apparentemente senza senso, un'imprecazione che sembra "buttata lì" ma sembra dirci anche altro. Appena Maria Hill scompare non si stupisce. Poi lo stesso destino capita anche a lui: «Figlio di p.» esplode lo storico capo dello S.H.I.E.L.D. ma senza nessuno stupore e paura. «Figlio di p.» sta per «Thanos, figlio di p., ci sei riuscito nonostante io sperassi che fino alla fine gli Avengers ti avessero fermato. Ma io sono preparato (perché so qualcosa che troveremo in Capitan Marvel?), devo usare questo dispositivo prima di sparire. Ho previsto anche questo». Controprova? Il dispositivo non sembra futuribile, anzi, è "grossolano". Lo schermo è poco definito. Tecnologia vecchia.

Hulk non vuole combattere. Il vero e proprio God of War che Kratos ti dico levati, capace praticamente di distruggere Sakaar da solo o quasi, che si nutre di rabbia in modo che la sua forza e potenza aumentino in modo esponenziale, un bel fusto insomma, a cui proponi "carne cruda" ovvero poter combattere contro tutto il resto dell'universo... e non vuole combattere. Il monolite verde ha più di una ragione.

Heimdall sull'unica astronave che con un intero universo a disposizione è riuscita nella titanica impresa di incrociare quella di Thanos usa "per l'ultima volta" il suo potere solo strabuzzando i suoi occhi "che vedono tutto". E attivando un Bifrost portatile rimanda sulla terra Hulk. Poteva mandare Thor che oggettivamente è un poco più intelligente del gigante verde, poteva mandare Loki - tesseract compreso - che qualcosa avrebbe fatto. Invece manda Hulk. Gli occhi di Heimdall molto colorati non si "attivano" quando aziona il Bifrost normalmente ma quando utilizza la sua visione in tutto l'universo (ricordiamo che anche Thor, con un trapianto temporaneo degli occhi di Heimdall, riesce a "vedere", non certo attiva il Bifrost che pure in quel momento gli sarebbe servito). Quindi Heimdall prima usa la "visione", vede qualcosa, poi invia Hulk. Non per salvarlo ma perché Hulk è un messaggero, dai pensieri semplificati («Hulk vuoi combattere? No) ma comunque portatore di un messaggio. Se Strange ha percepito, sicuramente Heimdall ha visto.

Infine

Il Titano era talmente nel giusto da "prendersi" un suo personale lieto fine al termine della pellicola. Un "lieto fine" che quasi ci piace, è possibile, è giusto. Ma gli Avengers sono portatori della caparbietà umana, già dimostrata da Steve Rogers, unico tra tutti i Vendicatori a reggere l'impatto del Guanto dell'infinito "full optional" con tanto di incredulità di Thanos (controlli e osservi il tempo, come puoi essere incredulo? Vuol dire che sai). Gli Avengers uniti hanno già vinto contro Thanos e Thanos già lo sa. Lui ride a fine film perché la sua filosofia è giusta, è riuscito tenacemente a crescere, a superare tutto, a vincere.

Thanos è la nostra voglia di vivere costretta a misurarsi contro un destino di estinzione (e quando questo destino ci fa sentire uno dei suoi rintocchi, piangiamo come il Titano). Gli Avengers sono il naturale flusso delle cose e la voglia che questo flusso vada caparbiamente nel modo migliore. Ma tutto è già scritto, Thanos lo sa. Ha già perso e lo sa. Quindi a fine film ride, perché è giusto così. È giusto che lui perda, raggiunga la pace come risultato matematico della sua equazione, contento di essersi misurato con l'universo. E aver dimostrato all'universo che gli spettatori delle sua gesta siano parti integranti del destino già scritto di questa epica eroica chiamata Marvel, perché osservatori, perché unici a decidere del vero finale.

Perché se alla fine di Infinity War, l'osservatore è ancora Thanos, allora alla vera conclusione di tutto, all'ultimo film possibile di questa saga, la Gemma del tempo l'avremo noi. Ora bisogna solo risolvere l'ultima equazione.
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