
Politica
«Non vogliamo che Barletta e la Bat diventino immondezzaio della Puglia»
Interviene Michele Rizzi, segretario provinciale di Sinistra italiana/AVS
Barletta - mercoledì 17 settembre 2025
15.30 Comunicato Stampa
«Non si conosce ancora quale sarà la data della nuova riunione della conferenza di servizi che sarà convocata dalla Provincia di Barletta, Andria, Trani a proposito dell'ampliamento della discarica Daisy in località San Procopio, a Barletta, ma quel che è certo è che non bisogna abbassare la guardia». Lo dice Michele Rizzi, segretario provinciale di Sinistra italiana/AVS.
«Di certo ho un timore, non vorrei che questa vicenda, troppo spesso invisibile ai radar dell'opinione pubblica, termini con una amara sorpresa per i cittadini di Barletta e non solo. Infatti, voglio ricordare a scanso di equivoci che si tratta di un progetto che prevede lo stoccaggio di 563mila tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, vale a dire fino a 600 tonnellate al giorno, su una superficie di 46.500 metri quadrati, a circa due chilometri dalla frazione di Montaltino (Barletta). Un modo come un altro per far diventare una volta di più il territorio della sesta provincia pugliese un vero e proprio hub di rifiuti assortiti con l'emergenza Tufarelle a Canosa, per esempio, tuttora irrisolta.
Il presidente della Provincia di Barletta, Andria, Trani, Bernardo Lodispoto, non ha mai espresso un indirizzo chiaro a proposito della questione barlettana, facendosi scudo della commissione tecnico ambiente della Provincia da lui stesso nominata. Eppure lo stesso Lodispoto e il consiglio provinciale non hanno avuto difficoltà a votare in maniera unanime lo scorso 24 novembre contro l'ipotesi di ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi a Genzano di Lucania, in località Cacciapaglia, quasi al confine con il territorio provinciale e quello del Comune di Spinazzola.
Tra l'altro, nel caso dei rifiuti speciali, il presidente Lodispoto ha inviato nello scorso giugno una comunicazione al Ministero dell'Ambiente nella quale non ha reso noto il contenuto neppure alla Commissione regionale all'Ambiente dalla quale era stato convocato in audizione. Dopo Ferragosto, invece, lo stesso presidente ha annunciato l'istituzione di un Osservatorio provinciale sulla legalità ambientale con una dotazione finanziaria di 125.000 euro, con il compito di procedere al 'monitoraggio dei procedimenti amministrativi di maggior rilevanza, l'organizzazione di incontri pubblici e tavoli tematici, il supporto alla redazione di documenti informativi e la promozione di campagne di sensibilizzazione e di educazione ambientale'. E ci vuole un Osservatorio apposito per realizzare ciò che è un dovere civico e politico?
Nel frattempo, la società Daisy, proprietaria della discarica, non ha perso tempo ad impugnare presso il Tar Puglia anche la deliberazione approvata all'unanimità lo scorso 12 marzo dal consiglio comunale di Barletta contro l'ampliamento del sito. Quando si dice la 'sintonia' dei privati con le pubbliche istituzioni democraticamente elette e rappresentative dei cittadini-elettori.
La cosa è certa che ci opporremo a che Barletta e la Bat diventino l'immondezzaio della Puglia perché alla salute dei cittadini ci teniamo davvero contro ogni logica di profitto economico e politico» conclude Rizzi.
«Di certo ho un timore, non vorrei che questa vicenda, troppo spesso invisibile ai radar dell'opinione pubblica, termini con una amara sorpresa per i cittadini di Barletta e non solo. Infatti, voglio ricordare a scanso di equivoci che si tratta di un progetto che prevede lo stoccaggio di 563mila tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, vale a dire fino a 600 tonnellate al giorno, su una superficie di 46.500 metri quadrati, a circa due chilometri dalla frazione di Montaltino (Barletta). Un modo come un altro per far diventare una volta di più il territorio della sesta provincia pugliese un vero e proprio hub di rifiuti assortiti con l'emergenza Tufarelle a Canosa, per esempio, tuttora irrisolta.
Il presidente della Provincia di Barletta, Andria, Trani, Bernardo Lodispoto, non ha mai espresso un indirizzo chiaro a proposito della questione barlettana, facendosi scudo della commissione tecnico ambiente della Provincia da lui stesso nominata. Eppure lo stesso Lodispoto e il consiglio provinciale non hanno avuto difficoltà a votare in maniera unanime lo scorso 24 novembre contro l'ipotesi di ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi a Genzano di Lucania, in località Cacciapaglia, quasi al confine con il territorio provinciale e quello del Comune di Spinazzola.
Tra l'altro, nel caso dei rifiuti speciali, il presidente Lodispoto ha inviato nello scorso giugno una comunicazione al Ministero dell'Ambiente nella quale non ha reso noto il contenuto neppure alla Commissione regionale all'Ambiente dalla quale era stato convocato in audizione. Dopo Ferragosto, invece, lo stesso presidente ha annunciato l'istituzione di un Osservatorio provinciale sulla legalità ambientale con una dotazione finanziaria di 125.000 euro, con il compito di procedere al 'monitoraggio dei procedimenti amministrativi di maggior rilevanza, l'organizzazione di incontri pubblici e tavoli tematici, il supporto alla redazione di documenti informativi e la promozione di campagne di sensibilizzazione e di educazione ambientale'. E ci vuole un Osservatorio apposito per realizzare ciò che è un dovere civico e politico?
Nel frattempo, la società Daisy, proprietaria della discarica, non ha perso tempo ad impugnare presso il Tar Puglia anche la deliberazione approvata all'unanimità lo scorso 12 marzo dal consiglio comunale di Barletta contro l'ampliamento del sito. Quando si dice la 'sintonia' dei privati con le pubbliche istituzioni democraticamente elette e rappresentative dei cittadini-elettori.
La cosa è certa che ci opporremo a che Barletta e la Bat diventino l'immondezzaio della Puglia perché alla salute dei cittadini ci teniamo davvero contro ogni logica di profitto economico e politico» conclude Rizzi.
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