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«L'iter infinito della discarica di San Procopio»
La nota del comitato "No discarica"
Barletta - martedì 27 maggio 2025
19.17
«Come più volte ribadito, il Comitato No Discarica è contrario all'ampliamento della discarica Daisy in località San Procopio, a Barletta, perché la città non può trasformarsi in un hub per il trattamento dei rifiuti con tutte le conseguenze che ne derivano dal punto di vista ambientale e sanitario». Così i referenti Alessandro Zagaria e Giuseppe Gissi.
«In questi giorni è tornata alla ribalta la vicenda della discarica di San Procopio, così come riportato da alcuni organi di stampa,con la convocazione della Commissione Ambiente della Regione Puglia su questa questione e il conseguente forfait del Presidente della Provincia Lodispoto e del responsabile del procedimento. Commissione che sarà nuovamente riconvocata per ascoltare in audizione sia il Presidente della Provincia che il responsabile del procedimento.
Siamo di fronte a un iter, quello aperto presso la Provincia di Barletta, Andria, Trani, che procede a strappi, ma con una costante di fondo: la scarsa pubblicità sulla vicenda, come se fosse cosa da tenere circoscritta ai tavoli istituzionali e non fosse, invece, vicenda che riguarda migliaia di cittadini ai quali raccontare per filo e per segno cosa sta accadendo".
Ancora più grave è la mancanza di un atto di indirizzo del presidente della Provincia Bat, Bernardo Lodispoto, proprio in tema dei siti nei quali stoccare i rifiuti. Lo abbiamo detto un anno fa e lo ribadiamo adesso: Lodispoto continua a trincerarsi all'ombra del Comitato tecnico Ambiente Bat da lui nominato. Nella quarta conferenza di servizi svoltasi il 9 luglio del 2024, il Comitato tecnico Ambiente Bat (peraltro scaduto da tempo, è stato rinnovato?) ha rilasciato un molto laconico parere favorevole all'ampliamento della discarica. Con Comune e Arpa, contraria anche l'Asl. Noi, come più volte abbiamo ribadito, siamo contrari all'ampliamento della discarica perché la città di Barletta non può trasformarsi nella pattumiera dei rifiuti industriali con tutte le conseguenze che ne derivano dal punto di vista ambientale e sanitario».
«C'è poi la questione dei tecnici che assistono la parte pubblica e la parte privata in questa vicenda: è ora che si faccia chiarezza e che i rappresentanti politici e istituzionali forniscano spiegazioni su scelte e criteri misteriosi che appaiono sfuggire alla comprensione dei più».
«In questi giorni è tornata alla ribalta la vicenda della discarica di San Procopio, così come riportato da alcuni organi di stampa,con la convocazione della Commissione Ambiente della Regione Puglia su questa questione e il conseguente forfait del Presidente della Provincia Lodispoto e del responsabile del procedimento. Commissione che sarà nuovamente riconvocata per ascoltare in audizione sia il Presidente della Provincia che il responsabile del procedimento.
Siamo di fronte a un iter, quello aperto presso la Provincia di Barletta, Andria, Trani, che procede a strappi, ma con una costante di fondo: la scarsa pubblicità sulla vicenda, come se fosse cosa da tenere circoscritta ai tavoli istituzionali e non fosse, invece, vicenda che riguarda migliaia di cittadini ai quali raccontare per filo e per segno cosa sta accadendo".
Ancora più grave è la mancanza di un atto di indirizzo del presidente della Provincia Bat, Bernardo Lodispoto, proprio in tema dei siti nei quali stoccare i rifiuti. Lo abbiamo detto un anno fa e lo ribadiamo adesso: Lodispoto continua a trincerarsi all'ombra del Comitato tecnico Ambiente Bat da lui nominato. Nella quarta conferenza di servizi svoltasi il 9 luglio del 2024, il Comitato tecnico Ambiente Bat (peraltro scaduto da tempo, è stato rinnovato?) ha rilasciato un molto laconico parere favorevole all'ampliamento della discarica. Con Comune e Arpa, contraria anche l'Asl. Noi, come più volte abbiamo ribadito, siamo contrari all'ampliamento della discarica perché la città di Barletta non può trasformarsi nella pattumiera dei rifiuti industriali con tutte le conseguenze che ne derivano dal punto di vista ambientale e sanitario».
«C'è poi la questione dei tecnici che assistono la parte pubblica e la parte privata in questa vicenda: è ora che si faccia chiarezza e che i rappresentanti politici e istituzionali forniscano spiegazioni su scelte e criteri misteriosi che appaiono sfuggire alla comprensione dei più».