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Basket, Andrea Chiriatti tra presente e futuro
L’ala barlettana dell’Ambrosia Bisceglie: «Sono pronto per questa nuova avventura»
Barletta - giovedì 1 agosto 2013
13.01
Nato a Grottaglie il 2 marzo 1993, Andrea Chiriatti è stato da sempre una delle punte di diamante del settore giovanile biancorosso. Nonostante la sua giovane età, l'ala barlettana, cresciuta cestisticamente nel settore giovanile della Patalini Basket Barletta, vanta una buona esperienza nei campionati di caratura nazionale. Giunto a Bisceglie 3 anni orsono, Chiriatti ha trovato poco spazio in A dilettanti salvo poi riscattarsi nella stagione seguente, che gli ha regalato il titolo regionale Under 19 con la possibilità di giocare da leader in serie D. Ma è nella scorsa annata che è diventato un punto di riferimento importante per l'Ambrosia: sotto la guida di coach Fabbri ha fatto registrate un buon minutaggio (14,4 minuti di media), diventando importante per gli equilibri tecnico-tattici del quintetto. La società biscegliese, visti i notevoli miglioramenti, ha così deciso di riscattare per intero il suo cartellino e darà al giovane cestista un'importante chance per dimostrare il proprio valore.
Andrea, stai per iniziare la quarta stagione a Bisceglie. Come giudichi il percorso fatto fino a questo momento?
«Il percorso che 4 anni fa ho deciso di intraprendere ha finalmente dato i suoi frutti. Tutti i giocatori di pallacanestro sono destinati ad avere qualche anno di "gavetta". Lavoro, impegno, sacrificio e umiltà sono stati gli elementi chiave per farmi andare avanti e sono stato fortunato ad aver scelto una società che ha creduto in me sin dall'inizio».
Questo sarà il tuo ultimo anno da under. Ti senti pronto per svolgere un ruolo chiave all'interno del team?
«L'ultimo anno da under, come ben sanno gli amanti del basket, è l'anno più duro e importante nella carriera di un giocatore. In questi 3 anni ho avuto 5 allenatori da cui ho appreso tutti i consigli che ti spingono a diventare un vero giocatore dentro e fuori dal campo, per cui sotto questo punto di vista mi sento prontissimo a questa nuova sfida».
Conosci bene l'ambiente barlettano, coach Degni e la dirigenza biancorossa. Da persona esterna, come giudichi la rinuncia al campionato di DNC?
«Da barlettano sicuramente sono dispiaciuto e amareggiato per tutti gli appassionati. Quest'anno ho avuto la possibilità di vedere solo la partita in casa con Maddaloni e durante l'overtime- perso ahinoi- vedevo negli occhi del pubblico qualcosa che è raro vedere. Neanche in serie B si vedono cornici di pubblico così. Purtroppo la crisi si fa sentire anche in ambito cestistico e le difficoltà economiche sono all'ordine del giorno anche per società di serie A . Spero che presto riparta il progetto del basket barlettano».
Come chiesto a Gianluca Serino, in passato sei stato vicino a società come Scavolini Pesaro e Fortitudo Bologna. In te c'è un po' di rammarico per non aver vissuto un'esperienza così importante?
«Sicuramente entrambe le realtà hanno fatto la storia della pallacanestro italiana. Ne parlo spesso con il mio amico Luca e entrambi pensiamo a come sarebbe ora la nostra vita. In fin dei conti non ho alcun rammarico e sono felice di aver indossato la stagione successiva la maglia biancorossa insieme a Gianluca.»
Quest'anno lì con te ci sarà spazio anche per Giovanni Gambarota. Credi possa essere per lui l'anno della definitiva consacrazione?
«La dimostrazione del giocatore serio, che ha avuto la pazienza di aspettare qualche anno per salire di categoria è proprio Giovanni. Fisicamente è pronto già da vari anni per la Serie B. Daremo il massimo in campo e cercheremo in ogni modo di fare bene per dimostrare il nostro vero valore. In bocca al lupo e benvenuto "pisolo".»
In questi anni trascorsi a Bisceglie, chi ti ha impressionato di più cestisticamente parlando?
«Il primo anno in serie A dilettanti c'era Andrea Raschi. Penso sia uno dei giocatori più forti che sia passato da Bisceglie. Passava ore e ore in palestra e non andava via se non segnava almeno 200 tiri ogni giorno. Per me un grandissimo esempio da seguire.»
Siamo giunti alla fine della nostra intervista, vuoi salutare il popolo biancorosso?
«Ciao e in bocca al lupo al basket barlettano e al lavoro di Barlettalife.it.»
Andrea, stai per iniziare la quarta stagione a Bisceglie. Come giudichi il percorso fatto fino a questo momento?
«Il percorso che 4 anni fa ho deciso di intraprendere ha finalmente dato i suoi frutti. Tutti i giocatori di pallacanestro sono destinati ad avere qualche anno di "gavetta". Lavoro, impegno, sacrificio e umiltà sono stati gli elementi chiave per farmi andare avanti e sono stato fortunato ad aver scelto una società che ha creduto in me sin dall'inizio».
Questo sarà il tuo ultimo anno da under. Ti senti pronto per svolgere un ruolo chiave all'interno del team?
«L'ultimo anno da under, come ben sanno gli amanti del basket, è l'anno più duro e importante nella carriera di un giocatore. In questi 3 anni ho avuto 5 allenatori da cui ho appreso tutti i consigli che ti spingono a diventare un vero giocatore dentro e fuori dal campo, per cui sotto questo punto di vista mi sento prontissimo a questa nuova sfida».
Conosci bene l'ambiente barlettano, coach Degni e la dirigenza biancorossa. Da persona esterna, come giudichi la rinuncia al campionato di DNC?
«Da barlettano sicuramente sono dispiaciuto e amareggiato per tutti gli appassionati. Quest'anno ho avuto la possibilità di vedere solo la partita in casa con Maddaloni e durante l'overtime- perso ahinoi- vedevo negli occhi del pubblico qualcosa che è raro vedere. Neanche in serie B si vedono cornici di pubblico così. Purtroppo la crisi si fa sentire anche in ambito cestistico e le difficoltà economiche sono all'ordine del giorno anche per società di serie A . Spero che presto riparta il progetto del basket barlettano».
Come chiesto a Gianluca Serino, in passato sei stato vicino a società come Scavolini Pesaro e Fortitudo Bologna. In te c'è un po' di rammarico per non aver vissuto un'esperienza così importante?
«Sicuramente entrambe le realtà hanno fatto la storia della pallacanestro italiana. Ne parlo spesso con il mio amico Luca e entrambi pensiamo a come sarebbe ora la nostra vita. In fin dei conti non ho alcun rammarico e sono felice di aver indossato la stagione successiva la maglia biancorossa insieme a Gianluca.»
Quest'anno lì con te ci sarà spazio anche per Giovanni Gambarota. Credi possa essere per lui l'anno della definitiva consacrazione?
«La dimostrazione del giocatore serio, che ha avuto la pazienza di aspettare qualche anno per salire di categoria è proprio Giovanni. Fisicamente è pronto già da vari anni per la Serie B. Daremo il massimo in campo e cercheremo in ogni modo di fare bene per dimostrare il nostro vero valore. In bocca al lupo e benvenuto "pisolo".»
In questi anni trascorsi a Bisceglie, chi ti ha impressionato di più cestisticamente parlando?
«Il primo anno in serie A dilettanti c'era Andrea Raschi. Penso sia uno dei giocatori più forti che sia passato da Bisceglie. Passava ore e ore in palestra e non andava via se non segnava almeno 200 tiri ogni giorno. Per me un grandissimo esempio da seguire.»
Siamo giunti alla fine della nostra intervista, vuoi salutare il popolo biancorosso?
«Ciao e in bocca al lupo al basket barlettano e al lavoro di Barlettalife.it.»
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