
Politica
Sfiduca Antonucci, Rociola: «Non è una questione personale, ma di responsabilità istituzionale»
La nota dal segretario cittadino della lista Emiliano sindaco di Puglia
Barletta - giovedì 31 luglio 2025
12.42
«Posizione legittima sul piano politico quella espressa dal capogruppo di Fratelli d'Italia, dr. Riccardo Memeo, a sostegno dello sfiduciato ing. Antonucci, ma la difesa d'ufficio dell'amico di partito, non può oscurare il nodo vero della questione: qui non si tratta di simpatie o appartenenze, bensì di come funziona – rectius, non funziona – la V Commissione Consiliare Permanente Programmazione e Pianificazione del Territorio». Così il segretario cittadino della lista Emiliano sindaco di Puglia, Gennaro Rociola.
«Non si tratta di attacchi personali, come chi vorrebbe sminuire la vicenda impropriamente definisce, ma di responsabilità istituzionale (sempre che venga compreso il senso): la proposta di revoca proposta democraticamente dai membri della citata commissione, non è mossa da intenti polemici o pretestuosi, al contrario, è la conseguenza di comportamenti oggettivi che hanno compromesso l'efficacia e la neutralità della Commissione; la posizione è chiara: serve una guida più imparziale, capace di garantire confronto e trasparenza.
Non si tratta di percezioni isolate, ma di problemi segnalati e condivisi all'interno della stessa Commissione e i fatti non possono essere ignorati:
• il mancato accoglimento di richieste protocollate da più consiglieri;
• risposte inadeguate in momenti istituzionalmente delicati;
• atteggiamenti di parte e chiusura al dialogo;
• assenze durante sedute importanti.
La fiducia si costruisce con atti, non con slogan o propaganda a cui questa destra al governo ci ha abituato: comprendere la necessità della maggioranza di difendere un proprio rappresentante è legittimo, ma la fiducia istituzionale si dimostra con comportamenti coerenti; oggi, purtroppo, continuiamo a assistere alla mancanza di apertura, organizzazione e collaborazione: aspetti fondamentali che devono essere garantiti da chi presiede un organo consiliare collegiale.
Evitiamo, pertanto, semplificazioni ideologiche: ridurre infatti questa vicenda a un mero scontro ideologico è fuorviante; nessuno ha messo in discussione visioni politiche, ma il punto è esclusivamente operativo e regolamentare. Le osservazioni si basano su fatti specifici e sul rispetto delle procedure consiliari; le regole non devono essere utilizzate in maniera parziale, il regolamento consente la revoca del Presidente quando viene meno il ruolo di garanzia, richiamarlo non significa creare scontri, ma esercitare un diritto-dovere nel rispetto delle istituzioni. La vera mancanza di rispetto istituzionale non sta nella critica argomentata, ma nel continuare a ignorare disfunzioni evidenti, travestendole da attacchi politici. Chi davvero ha a cuore il futuro di Barletta, non può temere il confronto, né sottrarsi alle proprie responsabilità».
«Non si tratta di attacchi personali, come chi vorrebbe sminuire la vicenda impropriamente definisce, ma di responsabilità istituzionale (sempre che venga compreso il senso): la proposta di revoca proposta democraticamente dai membri della citata commissione, non è mossa da intenti polemici o pretestuosi, al contrario, è la conseguenza di comportamenti oggettivi che hanno compromesso l'efficacia e la neutralità della Commissione; la posizione è chiara: serve una guida più imparziale, capace di garantire confronto e trasparenza.
Non si tratta di percezioni isolate, ma di problemi segnalati e condivisi all'interno della stessa Commissione e i fatti non possono essere ignorati:
• il mancato accoglimento di richieste protocollate da più consiglieri;
• risposte inadeguate in momenti istituzionalmente delicati;
• atteggiamenti di parte e chiusura al dialogo;
• assenze durante sedute importanti.
La fiducia si costruisce con atti, non con slogan o propaganda a cui questa destra al governo ci ha abituato: comprendere la necessità della maggioranza di difendere un proprio rappresentante è legittimo, ma la fiducia istituzionale si dimostra con comportamenti coerenti; oggi, purtroppo, continuiamo a assistere alla mancanza di apertura, organizzazione e collaborazione: aspetti fondamentali che devono essere garantiti da chi presiede un organo consiliare collegiale.
Evitiamo, pertanto, semplificazioni ideologiche: ridurre infatti questa vicenda a un mero scontro ideologico è fuorviante; nessuno ha messo in discussione visioni politiche, ma il punto è esclusivamente operativo e regolamentare. Le osservazioni si basano su fatti specifici e sul rispetto delle procedure consiliari; le regole non devono essere utilizzate in maniera parziale, il regolamento consente la revoca del Presidente quando viene meno il ruolo di garanzia, richiamarlo non significa creare scontri, ma esercitare un diritto-dovere nel rispetto delle istituzioni. La vera mancanza di rispetto istituzionale non sta nella critica argomentata, ma nel continuare a ignorare disfunzioni evidenti, travestendole da attacchi politici. Chi davvero ha a cuore il futuro di Barletta, non può temere il confronto, né sottrarsi alle proprie responsabilità».
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