Politica
Cascella, un sindaco a tempo determinato
Tra liti, "porcate" e giunte, le regionali sono alle porte
Barletta - martedì 10 marzo 2015
11.17
Porcelli contro Cascella, segretario contro sindaco: «sennò commettete altre porcate» ha tuonato il primo, involontariamente strappando un sorriso giocando sul suo stesso nome. Ma c'è ben poco da ridere.
Ho pensato e riflettuto su quanto successo e ho cercato di trarre delle conclusioni. Un po' mi ritengo privilegiato potendo osservare in diretta umori, dettagli, sguardi e ascoltare qualche frase non detta. I due combattenti non sono sicuramente ragazzini allo sbaraglio; conosco il primo cittadino quale persona meticolosa e informata, conosco meno il segretario Porcelli che tuttavia ho sempre riconosciuto quale professionista serio. Come è possibile che due personaggi di queste spiegate qualità possano finire in preda "ai nervi" addirittura in pronto soccorso al "Dimiccoli"? Immaginate lo stupore degli operanti.
Il mio pensiero trova una spiegazione semplice (e semplicistica): Barletta è in mano a mestieranti della politica con tutto il rischio che questa frase possa apparire retorica e anche un po' passè. Il consiglio comunale mostra delle falle evidenti: si tratta di una somma di individui, chi più chi meno, attenti ai diavoli loro. Il compito propositivo che riconosciamo ai consiglieri, che abbiamo votato, ha bisogno anche di una grandissima fiducia da parte nostra. Fiducia che si tratti di persone specchiate, senza doppi fini, non ebbri di potere per quanto poco.
Questa è solo la partenza del problema: i consiglieri una volta insediati mostrano i muscoli dei partiti di riferimento. Partiti che tentano di imporre i propri uomini nella giunta. Il sindaco, anch'esso votato, fa resistenza, propone una "sua" giunta e ciò è troppo lontano dalle logiche partitiche barlettane. Parecchio lontano. Praticamente a Roma.
Iniziano dunque i problemi per Cascella, inviso ai partiti della stessa maggioranza, esecrato anche dal proprio segretario (tira brutta aria - in certi ambienti non si possono fare errori - le Procure ascoltano).
E mentre si combatte sul ring e si cerca di evitare "porcate" [sic] striscia la notizia che il sindaco sia "a tempo". Durerà fino alle regionali poi si vedrà, è vox populi. Un ambientaccio che sicuramente non comunica serenità. E mentre Cascella si dispera fa specie vedere sorrisi, campagne elettorali in erba, un apparente senso che sia tutto a posto. "Tranquilli, qui ci pensiamo noi" ci sembra di sentire dalla sala consiliare in cui ritorna magicamente il numero legale, in cui maggioranze si "compattano". Che senso ha litigare? Va tutto bene.
In questo caso sono più a favore del sindaco che di altri, che gli dei (democratici) mi perdonino.
Ho pensato e riflettuto su quanto successo e ho cercato di trarre delle conclusioni. Un po' mi ritengo privilegiato potendo osservare in diretta umori, dettagli, sguardi e ascoltare qualche frase non detta. I due combattenti non sono sicuramente ragazzini allo sbaraglio; conosco il primo cittadino quale persona meticolosa e informata, conosco meno il segretario Porcelli che tuttavia ho sempre riconosciuto quale professionista serio. Come è possibile che due personaggi di queste spiegate qualità possano finire in preda "ai nervi" addirittura in pronto soccorso al "Dimiccoli"? Immaginate lo stupore degli operanti.
Il mio pensiero trova una spiegazione semplice (e semplicistica): Barletta è in mano a mestieranti della politica con tutto il rischio che questa frase possa apparire retorica e anche un po' passè. Il consiglio comunale mostra delle falle evidenti: si tratta di una somma di individui, chi più chi meno, attenti ai diavoli loro. Il compito propositivo che riconosciamo ai consiglieri, che abbiamo votato, ha bisogno anche di una grandissima fiducia da parte nostra. Fiducia che si tratti di persone specchiate, senza doppi fini, non ebbri di potere per quanto poco.
Questa è solo la partenza del problema: i consiglieri una volta insediati mostrano i muscoli dei partiti di riferimento. Partiti che tentano di imporre i propri uomini nella giunta. Il sindaco, anch'esso votato, fa resistenza, propone una "sua" giunta e ciò è troppo lontano dalle logiche partitiche barlettane. Parecchio lontano. Praticamente a Roma.
Iniziano dunque i problemi per Cascella, inviso ai partiti della stessa maggioranza, esecrato anche dal proprio segretario (tira brutta aria - in certi ambienti non si possono fare errori - le Procure ascoltano).
E mentre si combatte sul ring e si cerca di evitare "porcate" [sic] striscia la notizia che il sindaco sia "a tempo". Durerà fino alle regionali poi si vedrà, è vox populi. Un ambientaccio che sicuramente non comunica serenità. E mentre Cascella si dispera fa specie vedere sorrisi, campagne elettorali in erba, un apparente senso che sia tutto a posto. "Tranquilli, qui ci pensiamo noi" ci sembra di sentire dalla sala consiliare in cui ritorna magicamente il numero legale, in cui maggioranze si "compattano". Che senso ha litigare? Va tutto bene.
In questo caso sono più a favore del sindaco che di altri, che gli dei (democratici) mi perdonino.