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Barletta Calcio, il bilancio dopo la debacle di Siracusa

Un chiaro passo indietro rispetto alla vittoria contro il Cosenza

Dimenticare Siracusa. Questo il diktat degli uomini di Sciannimanico dopo la sconfitta rimediata in terra siciliana domenica, frutto di una scialba prestazione che ha riportato a terra quanti in città cominciavano a progettare un futuro luminoso per il Barletta. La politica da seguire è quella dei piccoli passi, cercando quella continuità che sta mancando tanto in termini di prestazione quanto nei risultati sul campo. Cerchiamo di analizzare ai raggi x la prestazione offerta dalla squadra contro il Siracusa:

Un modulo indefinito
A Cosenza la squadra è partita con il 4-2-3-1, proponendo Rajcic in linea con Carbonaro e Bellomo; l'assetto iniziale ha causato inferiorità numerica in mezzo, laddove la linea a 5 schierata dal Siracusa ha dominato nella prima mezzora di gioco. Nella ripresa Sciannimanico è corso ai ripari, arretrando Rajcic in linea con Menicozzo (positivo anche domenica) e D'Allocco, e inserendo Simoncelli per Carbonaro, in modo da arginare la spinta di Capocchiano a sinistra. Sfortunato il cambio Ischia-D'Allocco al minuto 82; l'avanzamento di Galeoto in mediana e il passaggio al 4-4-2 hanno fatto si che la squadra perdesse gli equilibri lentamente conquistati nel corso della gara, e hanno prodotto il forcing finale degli aretusei, da cui è scaturito il decisivo gol di Moi.

Poca convinzione
L'approccio alla partita è stato nettamente diverso da quello mostrato 9 giorni fa contro il Cosenza: baricentro basso, poche sovrapposizioni sulle fasce, ritmi da partitella del giovedi'. Anche nella seconda parte di gara, quando il Siracusa ha accusato un calo fisico, sono mancati gli "occhi della tigre" nei calciatori biancorossi, che hanno dimostrato di accontentarsi del pareggio. Previsione disattesa dalla rete subita nel finale.

L'attacco non ha punto
Troppo solo Margiotta là davanti. Bellomo ha acceso la luce con un paio di giocate, ma è stato scarsamente assistito da Carbonaro, D'Allocco e Rajcic. Basti pensare che la prima conclusione di marca biancorossa è arrivata nel finale della prima frazione con una punizione di Margiotta; Carbonaro ha deluso ancora, sono mancati i suoi tagli, giocata perlomento tentata da Simoncelli dal momento del suo ingresso. E' mancato il peso di Infantino, il quale permette a Margiotta di avere maggiore spazio e non trovarsi costantemente stretto nella morsa dei centrali avversari.

Dossena double-face, difesa attenta per 89'
Nei primi minuti l'estremo difensore biancorosso è parso una muraglia insormontabile: grandi interventi su Cosa e Bufalino, ottimi anche i riflessi sulla conclusione ravvicinata di Mancino nel finale. Preoccupante la sequela di incertezze dell'ex portiere dell'Empoli in occasione delle palle inattive e dei cross dal fondo, non ultimo il traversone di Mancino da cui è nata la rete di Moi, sui quali non dimostra ancora sicurezza, sensazione trasmessa al reparto difensivo. Linea arretrata che si è resa protagonista di una prova positiva, sulla quale ha influito negativamente l'unica disattenzione sulla rete subita. Anselmi cresce partita dopo partita, ricordando sempre più il gigante che dominava la linea Maginot del Sassuolo, Galeoto (prestazione macchiata dall'incertezza sul gol) e Frezza stanno acquisendo i meccanismi di reparto, mentre il solo Lucioni continua a dimostrarsi incerto quando ha di fronte a sé avversari che non danno punti di riferimento.
Possibile che mister Sciannimanico pensi di affidarsi a Michele Ischia già dal match contro la Cavese . Resta da verificare se l'ex Rimini possa debuttare in una difesa a 3 con l'avanzamento di Galeoto e Frezza, o se possa sostituire Lucioni nella linea a 4.

Il calendario offre in questa settimana due sfide interne alla compagine biancorossa. Domani alle 15 al "Puttilli" sarà di scena la Salernitana prima in classifica nel girone A di Prima Divisione. In palio il passaggio al secondo turno della fase finale di Coppa Italia Lega Pro.
Domenica, sempre con inizio alle 15, gara molto importante contro la Cavese, penultima a pari punti con il Siracusa a quota 6. Vincere è quasi d'obbligo, per la classifica e per il morale.
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