Tavola Rotonda dei candidati sindaco di Barletta
Tavola Rotonda dei candidati sindaco di Barletta
Politica

Tavola rotonda dei candidati sindaco di Barletta, ecco il resoconto

L'incontro, tenutosi ieri alla parrocchia "S. Paolo Apostolo", è stato occasione di chiarimento sui programmi politici

E' stata una serata all'insegna del confronto acceso, quella tenutasi ieri sera presso la sala "L'Areopago" della parrocchia "S. Paolo Apostolo" di Barletta e che ha visto i sei candidati sindaco alle prossime elezioni comunali, rispondere ad alcune domande poste da alcuni ragazzi dei gruppi parrocchiali dell'Azione Cattolica. Moderatore dell'incontro è stato il dott. Rino Daloiso. Poco prima dell'inizio del dibattito, il parroco don Rino Caporusso ha dato il benvenuto a tutti i presenti e si è subito rivolto ai candidati: «Spesso la campagna elettorale diviene una "fiera dei miracoli" nella quale tutto è possibile. Questa sera io chiedo ai nostri politici di farci riflettere prima di qualsiasi altra promessa». Altro intervento quello del Presidente Diocesano ACR, Franco Mastrogiacomo e del Assisente Diocesano AC don Gaetano Corvasce che hanno richiamato all'attenzione sulle famiglie che come sostenuto da Mastrogiacomo «sono ombelico della senso storico ed affettivo di ognuno» e sulla città che è una casa nella quale si deve istruire l'individuo alla civiltà, alla cultura e al rispetto dell'ambiente, auspicando la nascita di un senso critico in ogni uomo.

E' stato innanzitutto chiesto ai sei candidati di esporre un parere sull'Amministrazione Cascella e sull'operato di tale mandato nel territorio barlettano. Michelangelo Filannino, candidato sindaco per il M5S ha preferito non rispondere a tale quesito.

Rosa Gadaleta: «Noi di Rivoluzione Cristiana vogliamo trasmettere ai barlettani valori forti, democratici e sani dopo un'amministrazione che li ha resi poco contenti a causa degli scarsi risultati raggiunti in quasi cinque anni».

Mino Cannito: «Cascella appartiene alla storia amministrativa di Barletta e ha sofferto a causa di un'amministrazione pianificata e per la mancanza di conoscenza della difficile situazione in cui versava la città all'epoca della sua nomina».

Carmine Doronzo: «Definirei l'arrivo di Cascella a Barletta col titolo di un famoso brano: "Una vita in vacanza". Infatti l'ex sindaco, forte della propria esperienza politica fatta a Roma credeva di poter amministrare facilmente una città complessa come Barletta che si presentava in una difficile situazione di stallo amministrativo».

Flavio Basile: «Premetto che sin da piccolo sono stato vicino all'AC grazie a mio padre che mi ha inculcato i valori cattolici. Per l'Amministrazione Cascella sono stato l'unico vero oppositore, allontanandomi anche da quel centrodestra che si è lanciato a capofitto nell'ammucchiata Cannito».

Dino Delvecchio: «Sono stato l'unico a ringraziare Cascella nel momento delle sue dimissioni pur riconoscendo che degli errori sono stati fatti poiché si è pensato più alle pianificazioni future della città. Altro errore è stato quello di non scendere per le strade, incontrando la gente e non dando voce ai cittadini. L'unico merito è stato quello di tenere "i mercanti fuori dal tempio".

Altra domanda quella sull'ambiente e sull'impatto ambientale che la cementeria "Buzzi Unicem" ha avuto coi suoi inceneritori sulla città, chiedendo anche quali azioni i sei candidati hanno preparato per fronteggiare tale questione.

Flavio Basile: «Scandaloso dotare di inceneritore la "Buzzi Unicem". Il tasso d'inquinamento dell'aria è troppo elevato e ho presentato più volte un'interrogazione al Sindaco al fine di ottenere risposte. Ho anche proposto un emendamento su tale problematica, al contrario degli altri candidati che, invece, non sono intervenuti in alcun modo.

Michelangelo Filannino: «Cosa si deve pensare di un'amministrazione che ha dato la concessione per l'incenerimento alla "Buzzi" fino al 2024, sapendo che il proprio mandato sarebbe terminato nel 2018? Si deve anche tener conto che nella stessa Giunta sono presenti alcuni familiari degli stakeholders coinvolti in questa faccenda

Rosa Gadaleta: «Per noi fondamentale sarebbe intervenire principalmente sull'ambiente, monitorando a 360° tutti i siti inquinanti, procedendo poi con la bonifica, cosa che nelle scorse amministrazioni non è stata fatta ma che è di importanza eminente anche per la salute dei cittadini. Auspicherei un intervento pubblico e risolutore affinché si risolva questo grande problema. E' questione di volontà politica».

Si è poi passati rapidamente a trattare dell'Unione Europea e delle modalità con cui Barletta potrebbe trovare la propria collocazione in questo grande spazio, magari attraverso la propria storia e la propria cultura, senza tralasciare l'enogastronomia ed infine il talento dei molti giovani Barlettani.

Dino Delvecchio: «Mi sento cittadino europeo, i miei figli sono in Europa e credo che il futuro dell'Italia e di Barletta sia in Europa e chiunque metta in atto politiche che attentano alla nostra partecipazione all'Unione Europea, attenta alla sicurezza della nazione intera, dei cittadini e dei risparmiatori e salvaguarda i poteri forti che tendono solo a politiche di governo. In Europa io ci sto e ci sto bene».

Flavio Basile: «Il Partito Democratico è il primo a dar voce ai poteri forti e Delvecchio rappresenta quel partito. A Barletta c'è un Ufficio Europa preposto alla raccolta dei fondi europei da reinvestire nella città in ambito culturale, didattico ed ambientale del quale mai nessuno parla, mai sponsorizzato da alcuni dei candidati qui presenti».

A questo punto la discussione si è infiammata ed è scaturito un confronto tra Cannito e Basile durante il quale il candidato della Coalizione Civica ha attaccato l'esponente della Lega: «Si devono fare i nomi ed i cognomi dei collusi, si deve dire la verità». Basile ha poi contrattaccato sostenendo che Cannito sia quasi sempre stato presente durante alcune delibere "scandalose" a cui non si sarebbe dovuto dare il numero legale di presenti. Tutto è stato poi placato dal moderatore Daloiso.

Carmine Doronzo: « Negli ultimi mesi ci si è resi conto del fatto che i buoni principi sui quali si basa l'Europa, si scindono in due strade: da un lato gli obblighi finanziari che hanno comunque permesso al nostro Paese di progredire economicamente e dall'altro l'Europa politica che personalmente vorrei sempre più forte ed in grado di affrontare le avversità e che porterei nella città di Barletta se sarò sindaco. Un'Europa che non alza muri davanti ai deboli ma aiuta, coi finanziamenti europei, i giovani e le imprese».

Infine un quesito sulla malavita a Barletta e sul riutilizzo degli immobili sequestrati ai malavitosi.

Rosa Gadaleta: «Si possono riutilizzare questi stabili in maniera intelligente, creando delle associazioni culturali e sportive, incentivando dunque le politiche di inclusione e togliendo molti giovani dalla strada o dalle grinfie della malavita organizzata, reinserendoli nella comunità».

Mino Cannito: «Ho più volte proposto in consiglio comunale di combattere la violenza e lo spaccio a Barletta in maniera decisa. Qui c'è consumo di eroina e cocaina, solo per citare alcune delle droghe più utilizzate nel territorio. Abbiamo anche scoperto, dopo diversi esami tossicologici compiuti su campioni di urina che si sta diffondendo anche l'uso di ketamina. Si deve fronteggiare questo fenomeno con interventi duri – supportati da un numero adeguato di forze dell'ordine - volti a bloccare il mercato di stupefacenti che fa male anche al profilo della città. E' necessario educare i bambini alla cultura della legalità».

Michelangelo Filannino: «In Puglia sono oltre 300.000 le persone sole. Questo dato è allarmante e deve istruirci sull'implemento delle politiche sociali, persino nelle chiese e nelle scuole. Si devono valorizzare le periferie, prive di spazi pubblici. Si deve utilizzare lo sport come elemento deterrente per l'uso di droghe, coadiuvati da realtà sociali ben fissate sul territorio».

Carmine Doronzo: «Questo tema è molto importante che non si può minimizzare. Tutti sanno che a Barletta c'è criminalità organizzata che attecchisce nell'assenza delle politiche inclusive, di lavoro e di socialità. Si può intervenire sia in periferia che nelle zone centrali nelle quali vi siano attività criminose – e tutti sappiamo di quali zone si sta parlando – con le forze dell'ordine. Inoltre si devono utilizzare quegli spazi tolti alla malavita come case popolari e come centri di aggregazione».

Flavio Basile: «E' uno dei punti cardine del nostro programma. La criminalità è stata tenuta molto sott'occhio negli ultimi anni, ma è anche proliferata la micro-criminalità che è molto più insidiosa della grande criminalità. Che siano furti d'auto o furti negli appartamenti – quasi sempre commessi da cittadini extracomunitari – ho chiesto al sindaco Cascella un censimento di tutti gli extracomunitari presenti a Barletta. La criminalità organizzata va ben oltre la lesione della libertà del cittadino e permea persino nella costruzione di immobili. Si devono fissare presidi di polizia permanenti, incentivi alla polizia locale ed ai suoi uomini migliori».

Dino Delvecchio: «Il problema della criminalità si è diffuso su tutto il territorio nazionale e ha a che vedere con elementi socio-culturali. Essa esiste dove non c'è il lavoro e dove non c'è la certezza della pena ai trasgressori. Noi possiamo guardare ai dati ed intervenire con la nostra politica e con le associazioni che sul territorio creano presupposti di integrazione nel tessuto sociale. La mafia è sopraffazione e le si devono contrapporre valori altissimi per sconfiggerla».

Evento molto sentito dalla comunità riunitasi nell'auditorium e che ha dato la possibilità ai candidati di esporre le proprie idee e le soluzioni utili a risollevare Barletta, portandola a diventare un centro primario in ambito sociale e culturale ma anche ambientale e sanitario. Tra le diverse interruzioni, causate da individui forse stremati dalle promesse non mantenute pienamente dai passati amministratori, si è assistiti ad un dibattito acceso ma utile per chiarire i punti principali della Barletta che verrà.
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