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Attualità
Resto al Sud 2.0: i motivi ostativi da evitare nella presentazione della domanda
Le procedura da seguire per partecipare al programma
Barletta - giovedì 2 ottobre 2025
16.06
Il decreto attuativo di Resto al Sud 2.0 è stato pubblicato con il DM 11 luglio 2025, che di fatto rende operativa la misura introdotta dal DL Coesione, modificando e potenziando il precedente programma. I beneficiari sono i giovani imprenditori under 35, le donne e tutti i soggetti in condizione di marginalità o vulnerabilità sociale o beneficiari del programma GOL.
Tra le tipologie di sostegno ci sono i voucher di avvio, fino a 40.000 euro a fondo perduto che possono arrivare fino a 50.000 euro per progetti caratterizzati da transizione digitale, sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica o se rientrano in settori strategici individuati dalla normativa. Ci sono anche i contributi a fondo perduto che possono coprire fino al 75% delle spese per programmi fino a 120.000 euro e fino al 70% per investimenti maggiori. Il bando è destinato a tutte le regioni del Mezzogiorno, più le aree del Centro Italia colpite dai terremoti del 2009 e del 2016.
L'approvazione del bando Resto al Sud 2.0 rappresenta una grande opportunità per i giovani imprenditori, che vogliono concretizzare le loro idee di business. Tuttavia avere un buon progetto non è sufficiente per vedere approvata la domanda di accesso ai finanziamenti del bando, ma è necessario preparare con cura tutta la documentazione e presentare un piano di business strutturato, credibile e fattibile. Senza di essi c'è il rischio che la domanda venga rigettata, perciò è consigliabile farsi affiancare da esperti del settore, come i professionisti di restoalsudcontributi.it, che possono fornire un valido supporto per aggirare i cosiddetti motivi ostativi. Per maggiori dettagli è possibile consultare la relativa pagina di riferimento.
I motivi ostativi sono criticità che Invitalia, il soggetto gestore del bando Resto al Sud 2.0, individua nella domanda presentata. Tali criticità possono essere di varia natura: magari l'analisi di mercato è troppo generica, superficiale o senza riferimenti oggettivi. Il problema è che i giovani imprenditori spesso si limitano a copiare il contenuto del format ufficiale, ma senza adattarlo alla propria attività o al proprio mercato.
Un altro problema riguarda le strategie non commerciali, che possono presentare prezzi poco coerenti, una promozione assente o incongruenze con quanto scritto e quanto emerso dal colloquio. Alcune domande vengono respinte anche a causa di una discrepanza tra il profilo del richiedente e l'iniziativa proposta. Ciò accade, ad esempio, quando si presenta un progetto nel settore turistico o digitale, senza possedere esperienze pertinenti né il supporto di figure professionali qualificate. In queste circostanze, Invitalia ritiene che non ci siano le condizioni necessarie per garantire una realizzazione efficace del piano.
Il punteggio massimo ottenibile è di 20 anni ma, per ottenere l'approvazione dell'incentivo, bisogna totalizzare almeno 12 punti. Se si ottiene un punteggio tra 8 e 11 punti, la domanda non viene bocciata ma in un certo senso parcheggiata, dando al richiedente la possibilità di eliminare le criticità.
Nello specifico il candidato può presentare una contro-relazione tecnica, tramite la quale ha la possibilità di chiarire, integrare o rettificare gli elementi evidenziati. Si tratta di un passaggio importante, che consente alla commissione di riesaminare la valutazione considerando i nuovi contributi forniti. Una contro-relazione poco convincente porta alla chiusura definitiva della procedura, un motivo in più per affidarsi a esperti del settore per avere più probabilità di vedere accettata la propria domanda.
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Tra le tipologie di sostegno ci sono i voucher di avvio, fino a 40.000 euro a fondo perduto che possono arrivare fino a 50.000 euro per progetti caratterizzati da transizione digitale, sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica o se rientrano in settori strategici individuati dalla normativa. Ci sono anche i contributi a fondo perduto che possono coprire fino al 75% delle spese per programmi fino a 120.000 euro e fino al 70% per investimenti maggiori. Il bando è destinato a tutte le regioni del Mezzogiorno, più le aree del Centro Italia colpite dai terremoti del 2009 e del 2016.
L'approvazione del bando Resto al Sud 2.0 rappresenta una grande opportunità per i giovani imprenditori, che vogliono concretizzare le loro idee di business. Tuttavia avere un buon progetto non è sufficiente per vedere approvata la domanda di accesso ai finanziamenti del bando, ma è necessario preparare con cura tutta la documentazione e presentare un piano di business strutturato, credibile e fattibile. Senza di essi c'è il rischio che la domanda venga rigettata, perciò è consigliabile farsi affiancare da esperti del settore, come i professionisti di restoalsudcontributi.it, che possono fornire un valido supporto per aggirare i cosiddetti motivi ostativi. Per maggiori dettagli è possibile consultare la relativa pagina di riferimento.
I motivi ostativi sono criticità che Invitalia, il soggetto gestore del bando Resto al Sud 2.0, individua nella domanda presentata. Tali criticità possono essere di varia natura: magari l'analisi di mercato è troppo generica, superficiale o senza riferimenti oggettivi. Il problema è che i giovani imprenditori spesso si limitano a copiare il contenuto del format ufficiale, ma senza adattarlo alla propria attività o al proprio mercato.
Un altro problema riguarda le strategie non commerciali, che possono presentare prezzi poco coerenti, una promozione assente o incongruenze con quanto scritto e quanto emerso dal colloquio. Alcune domande vengono respinte anche a causa di una discrepanza tra il profilo del richiedente e l'iniziativa proposta. Ciò accade, ad esempio, quando si presenta un progetto nel settore turistico o digitale, senza possedere esperienze pertinenti né il supporto di figure professionali qualificate. In queste circostanze, Invitalia ritiene che non ci siano le condizioni necessarie per garantire una realizzazione efficace del piano.
Il punteggio massimo ottenibile è di 20 anni ma, per ottenere l'approvazione dell'incentivo, bisogna totalizzare almeno 12 punti. Se si ottiene un punteggio tra 8 e 11 punti, la domanda non viene bocciata ma in un certo senso parcheggiata, dando al richiedente la possibilità di eliminare le criticità.
Nello specifico il candidato può presentare una contro-relazione tecnica, tramite la quale ha la possibilità di chiarire, integrare o rettificare gli elementi evidenziati. Si tratta di un passaggio importante, che consente alla commissione di riesaminare la valutazione considerando i nuovi contributi forniti. Una contro-relazione poco convincente porta alla chiusura definitiva della procedura, un motivo in più per affidarsi a esperti del settore per avere più probabilità di vedere accettata la propria domanda.
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