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Cronaca

Processo “Offshore”, prescritta l'accusa per l'imprenditore edile di Barletta

Assolti anche gli altri imputati: il processo si chiude senza condanne

Prescritta l'accusa di "trasferimento fraudolento di valori" contestata all'imprenditore edile barlettano Antonio Chiarazzo, 70 anni. L'ha sentenziato il tribunale di Trani che con la stessa pronuncia ha assolto dall'accusa di concorso in riciclaggio il suo commercialista-consulente Raffaele Palmieri, 58enne barlettano, e Marco Acquistapace, milanese ma residente a Londra (e dal 2004 cittadino inglese).

Si è chiuso, dunque, senza condanne il processo "Offshore" imbastito da pubblico ministero tranese Michele Ruggiero. A maggio 2016 la prescrizione pronunciata dalla Corte d'Appello di Bari favorì Chiarazzo anche per il distinto processo "Paradisi Perduti" che ricostruì l'invalso meccanismo di diversi imprenditori edili che per evadere ingenti somme nei rogiti notarili indicavano un prezzo di compravendita inferiore: la differenza rispetto al reale costo sarebbe stata pretesa a nero, e dunque in contanti, dagli acquirenti.

Secondo quanto ricostruì l'inchiesta Offshore, somme che Chiarazzo avrebbe sottratto ad imposizione fiscale nelle intenzioni sarebbero dovute servire per acquistare una lussuosa barca; di qui il nome dell'indagine. Al fine di evitare facili accertamenti, la barca sarebbe dovuta figurare di proprietà di una società inglese. Per la Guardia di Finanza di Barletta ed il pubblico ministero Michele Ruggiero (lo stesso pm di Paradisi Perduti) nel 2007 Chiarazzo aveva acquistato da un cantiere navale italiano un panfilo "Nadara 78", lungo oltre 23 metri, al prezzo di 2 milioni 300 mila euro di cui 1 milione 300 mila sarebbe dovuto essere corrisposto in contanti ed il restante milione mediante permuta di un'imbarcazione già di sua proprietà. Ma la compravendita non venne perfezionata. Infatti, prima di procedere al pagamento dell'importo in denaro, Chiarazzo cedette il contratto d'acquisto dello yacht ad una società inglese, Silvertrend LTD, il cui legale rappresentante sarebbe Marco Acquistapace, residente a Londra. Gli inquirenti ritennero che si trattava di un atto simulato che aveva come unico scopo quello di occultare al fisco italiano l'effettiva proprietà dell'imbarcazione, di valore incompatibile ed incoerente con le dichiarazioni dei redditi dell'imprenditore edile barlettano.

Il consulente fiscale Palmieri e l'uomo d'affari Acquistapace furono accusati di concorso in riciclaggio perché avrebbe compiuto operazioni "volte a sostituire denaro provento di evasione fiscale di Chiarazzo con un nuovo bene (l'imbarcazione Nadara 78) intestato fittiziamente alla società inglese da lui costituita; ostacolando così l'identificazione della provenienza delittuosa delle somme di denaro impiegate nell'acquisto". A conclusione del processo, Palmieri (difeso dall'avvocato Alvisi) ed Acquistapace (avvocato Achenza) sono stati assolti mentre per Chiarazzo (avvocato Papeo) è prevalsa la prescrizione. Conseguentemente sono state svincolate le somme sequestrategli nell'estate 2013.
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