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Politica

Elezioni come una “slot machine”

Nell’indifferenza generale, tra voti all’asta e scrutinio fuori controllo. In cerca del voto libero

"In Italia una parte consistente di cittadini vota politici che poi disprezza. Una fetta consistente di voti viene direttamente controllata con un meccanismo scientifico e illegale. Il meccanismo più importante e probabilmente il più difficile da analizzare, quello con cui i Partiti evitano sistematicamente di fare i conti: il voto di scambio". E' ciò che Roberto Saviano afferma in un articolo pubblicato nel 2010 dal titolo: "Quel voto di scambio che uccide la Democrazia".

Anche Barletta, sotto questo profilo, non è da meno, anzi. Lo si è visto ancora una volta nel corso del primo turno elettorale del 26 e 27 maggio scorso. Uno spettacolo indecoroso che sembra consumarsi sempre più nell'indifferenza generale, quasi fosse un fenomeno ineluttabile. Non un grave problema morale e politico, ma fenomeno di colore o di costume, uno dei tanti, al pari del venditore abusivo o dell'auto parcheggiata in doppia fila. E' il sistema, come direbbero in tanti. Oggi, dopo l'orgia elettorale, si avverte uno strano clima di "armistizio" in preparazione del ballottaggio simile al post-Festa della Madonna, quando ci lasciamo alle spalle: fuochi artificiali, bancarelle, giostre e odori di salsiccia arrostita, in attesa della "festa" che verrà.

A poco sono valse le timide iniziative di sensibilizzazione lanciate prima della campagna elettorale (a partire dall'iniziativa di Barlettalife "Io Voto Libero"), quegli allarmi forti e agguerriti lanciati soprattutto da tanti giovani che oggi, all'esito del voto, non sentiamo più. Del tutto nulli si sono rivelati i tanto sbandierati "codici etici" di candidati sindaci, coalizioni e partiti, beffardamente sottoscritti anche dai candidati al Consiglio Comunale, a loro volta veri "motori" della compravendita.

Se a tutto ciò si aggiunge la superficialità, la confusione e la disinvoltura che caratterizza la fase dello spoglio dei voti, con un controllo politico carente e fantasiose prassi di scrutinio adottate da Presidenti e Scrutatori, ben distanti dalle procedure previste dalla norma, il disastro si rivela nella sua totale drammaticità. Un meccanismo infernale che falsa completamente il senso delle consultazioni elettorali, sia sul versante sei candidati sia su quello degli elettori. Un contesto culturale e politico in cui, tra fenomeni di compravendita e approssimazione dello spoglio, viene nei fatti svilito e deformato il carattere democratico del voto sino a renderlo banale. Non un "casino" (esclamazione tipicamente italiana che indica un fenomeno apparentemente ingovernabile), ma un vero e proprio "Casinò", una lotteria truccata in cui vincono i "padroni del gioco" fiancheggiati dei migliori "croupiers". L'analisi contenuta nel citato articolo di Saviano punta l'indice verso i Partiti, ma per quanto si è abituati ad addebitare ogni sciagura ai Partiti (comprese grandini e cattivo tempo), nello specifico, credo che il campo delle responsabilità sia più ampio e possa ricomprendere anche altre Istituzioni.

Già all'esito delle precedenti elezioni di maggio del 2011, anch'esse caratterizzare dalle stesse "patologie", vi furono due interrogazioni parlamentari a risposta scritta, rivolte ai Ministri dell'Interno e della Giustizia, da parte degli On. Patarino (FLI) e De Angelis (PDL) rimaste del tutto inevase. Come pure non vi è traccia degli esiti di alcuni episodi di "voti fotografati" oggetto di indagini di cui non si è saputo nulla. Ma per stare all'attualità non si comprende, inoltre, come mai a fronte di un vociare diffusissimo in ogni angolo della Città di fenomeni di comprevendita di voti, con relativo prezziario riportato anche dagli organi di stampa, non si abbia alcun sentore di attività investigative o azioni di deterrenza da parte degli organi di Polizia.

La politica e i partiti hanno semmai maggiori responsabilità rispetto a talune altre cause che alimentano certi fenomeni, un misto di soprusi, miseria, sudditanza e illegalità che si consumano nelle Istituzioni. In proposito Saviano afferma: "…il voto di scambio, oltre che malaffare, è un "acceleratore di diritti". In un Paese dai meccanismi istituzionali compromessi, la politica diventa una sorta di acceleratore di diritti, un modo – a volte l'unico – per ottenere ciò che altrimenti sarebbe difficile, se non impossibile raggiungere. Per intenderci: ci si rivolge alla politica per chiedere, talvolta elemosinare favori". Una lettura più che condivisibile che inquadra importanti criticità a monte del problema.

Vi è quindi urgente bisogno, tra l'altro, di una "macchina amministrativa" che non deve porsi come elemento di "ostacolo" ma che si mostri efficiente e sensibile verso le istanze legittime dei cittadini, contribuendo in tal modo a renderli "liberi". E' auspicabile che il futuro Sindaco assuma questa priorità (per altro a costo zero) per dare il segno tangibile di una diversa concezione della politica e dell'amministrazione, in attesa che anche "la giustizia faccia il suo corso" (altra meravigliosa metafora italiana).
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