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Politica

Dalla provincia federiciana alle macchie di leopardo

Dai referendum, al “chi tace acconsente”: comuni in ordine sparso. Parole e fantasia nascondono zero decisioni. E se lasciassimo perdere?

Nel pieno di un riordino delle province tutt'ora in corso, nel pieno di una partita a Risiko che ha visto spuntare il progetto di una provincia, cosiddetta "federiciana" (se si volessero unire le terre di Federico II, di certo non basterebbe la Puglia, o meglio le Puglie), come obiettivo salva-Bat, si fanno largo le più disparate iniziative dei comuni, che hanno come unico comun denominatore, il fatto di non avere alcun comun denominatore.

Le intenzioni e i silenzi - «È indispensabile - affermava il senatore Pd Procacci, nei giorni scorsi, nel corso di un incontro a Bisceglie, con altri parlamentari pugliesi, e i comuni della Conca Barese - per poter intraprendere una battaglia parlamentare con il Governo, che ogni Comune interessato produca una deliberazione di Consiglio comunale che esprima con chiarezza la posizione della città». Sappiamo ad oggi che Molfetta, attraverso il consiglio comunale, aveva già detto il suo no all'adesione all'area metropolitana di Bari. Anche Bitonto aveva fatto emergere questa intenzione: una posizione che però, se messa in atto, svuoterebbe di senso l'esistenza della città metropolitana di Bari, essendo Bitonto un comune confinante proprio con il capoluogo pugliese. Ma sappiamo inoltre che, città come Terlizzi, Ruvo, Corato (che in un referendum risalente ormai ad un decennio fa, aveva detto no alla Bat) e Altamura, sono rimaste in un ambiguo silenzio. O meglio, come sembrerebbe essere emerso sempre in questo incontro di Bisceglie, a detta del sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, «la posizione di Altamura sembra essere l'ago della bilancia, dal momento che, incontrando i parlamentari di Bari e Bat, i colleghi di Corato, Terlizzi e Ruvo hanno condizionato il proprio impegno a proseguire il percorso per la costituzione della Provincia Federiciana alla definizione dell'orientamento da parte di Altamura, proprio alla luce della sua estensione superficiale che è tra le più elevate in Italia».

I referendum - Ad Andria viene ormai sollecitato da settimane. A Bisceglie si svolgerà il prossimo 9 Dicembre: il risultato (la scelta tra Bari e Foggia) e l'affluenza, saranno dati interessanti da analizzare. Per il resto: Barletta, sappiamo bene, ha la testa immersa in altri pensieri; Canosa aveva già espresso la sua preferenza per Bari; i comuni del sud Foggiano potrebbero pensare ad un ritorno al passato, con l'esclusione forse di Margherita di Savoia. I comuni murgiani, probabilmente, saranno anch'essi in attesa, guardando più a Bari che a Foggia. Certamente l'Italia che sta "digerendo" questo riordino delle province (ammesso che il decreto venga poi davvero alla fine convertito in legge), è un'Italia che pullula di mal di pancia, in ogni angolo dello stivale. Ma a volte sembra proprio, che questi mal di pancia nessuno voglia farseli passare, o peggio, al limite del paradosso, nessuno voglia davvero continuare a coltivarli. Torniamo infatti alla già citata riunione di Bisceglie. Durante questa era stato annunciato, per il 16 Novembre, un nuovo importante incontro ad Altamura, quasi decisivo per sciogliere le numerose riserve del caso. L'incontro sembrerebbe essersi svolto, ma degli esiti, semmai ce ne siano stati, non vi è al momento alcuna traccia. Le istituzioni convocate, provincia Bat compresa, non ne hanno dato notizia. Sarà stato un ennesimo nulla di fatto, e non si ha la faccia ? Vedremo.

Una mappa di fantasia - C'è da dire che la cartina della virtuale provincia "federiciana", non manca di fantasia. Il territorio disegnato da sognanti strateghi, ricomprende anche Zapponeta, e non Cerignola. Ma non c'era chi invocava in una nuova Bat anche la presenza di Cerignola? Manca poi stranamente anche la città di Molfetta, ed è invece ricompreso il comune di Gravina di Puglia. Ma quest'ultimo non aveva lasciato intendere la sua preferenza per l'area metropolitana barese? Rimane infine il piccolissimo comune di Poggiorsini: è ricompreso anch'esso, ma da questo non ci è giunta ancora alcuna voce né a riguardo, né in generale sul tema. Al momento quindi la situazione è molto frammentaria e le intenzioni dei protagonisti istituzionali molto poco chiare. Più che un nuovo territorio omogeneo, ad oggi, l'immagine è quella di una cartina a macchie di leopardo, magari con la presenza anche di enclavi: un territorio nel quale ogni comune, in fin dei conti, ha una posizione diversa dall'altro, e dove i margini per una decisione unanime sono ancora un'utopia.

E se lasciassimo perdere tutto questo? Il "tanto rumore per nulla" è comunque in agguato: in Parlamento tutto può infatti saltare. Siamo nel pieno di un discorso ai limiti del surreale. Conviene uscirne fuori. Per il bene di tutti. Il Natale, tanto ormai, si avvicina, e chi vorrà, potrà tornare, come ogni anno, a cimentarsi nei classici giochi da tavola, Risiko compreso.
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