Politica
Che fine ha fatto il “Reddito di Formazione”?
Tra tecnicismi e lungaggini, ancora una prova di scarsa efficienza amministrativa. I giovani studenti “bisognosi” in lista d’attesa
Barletta - giovedì 2 agosto 2012
Sono trascorsi oltre 7 mesi da quando, con Delibera di Giunta n.276 del 23.12.2011, veniva approvata la "Sperimentazione triennale del reddito di formazione" (spesa annua di € 210.592,00 – nel triennio € 631.776,00) di cui a tutt'oggi non si ha notizia. Secondo i criteri stabiliti dal bando a beneficiare di tale contributo sarebbero stati circa 87 giovani barlettani tra i 16 e i 26 anni, ai quali sarebbe stato corrisposto un assegno mensile di 200 euro, per un importo complessivo annuo di € 2.400.
Era ragionevole supporre che almeno per questa "priorità" politico-amministrativa, accompagnata sul nascere da una forte enfasi sulla stampa e sul web, potesse esserci un tempismo diverso dal solito tale da consentire ai destinatari di disporre in tempi brevi delle somme loro assegnate, quantomeno in coincidenza con la fine dell'anno scolastico 2011/2012 già terminato lo scorso giugno. Stranamente non si è udito alcun rumore, nessuna protesta, nessun sollecito. Poco male, i destinatari, visti i tempi biblici dell'efficientissima macchina amministrativa del Comune di Barletta, dovranno "accontentarsi" di ricevere (non si sa quando) l'intero gruzzolo in un'unica soluzione.
Una misura fortemente voluta dall'Amministrazione su sollecitazione di un'area politica della "nuova" sinistra barlettana. Una scelta, per certi aspetti contraddittoria, che tuttavia ha visto prevalere la vecchia logica del "sussidio" in versione riveduta e corretta: "il reddito di formazione". Non un'azione strategica di ampio respiro per politiche formative di qualità mirate a specifici obiettivi culturali, in ipotesi funzionali allo sviluppo economico, bensì interventi a pioggia in favore dei giovani purchè appartenenti a famiglie "meno abbienti". Niente di diverso rispetto a quanto è, in parte, già successo per il Bando della Regione Puglia, "Ritorno al Futuro", la cui struttura di valutazione ha visto prevalere demagogicamente l'aspetto reddituale. Per carità, come direbbero alcuni, una "scelta politica" certamente legittima, che tuttavia ancora una volta al criterio del merito antepone quello "rischioso" del reddito familiare. A questo punto oltre al legittimo bisogno di conoscere le ragioni di tali lungaggini, di cui stranamente si tace, si è curiosi di sapere quali saranno le tipologie di famiglie che potranno beneficiare di tali contributi tenuto conto dei parametri di reddito molto stringenti previsti dal Bando che, è bene ricordarlo, prevedeva un reddito ISEE non superiore a € 5.000 aumentato a € 10.000 per i soggetti disabili. In ragione di tali vincoli si vorrebbe effettivamente capire se a beneficiare di tali provvidenze saranno le famiglie di operai e/o disoccupati o se invece ne beneficieranno anche talune altre categorie di contribuenti che notoriamente intrattengono con il fisco un rapporto molto "flessibile": piccoli imprenditori, artigiani o professionisti.
E' facile immaginare che a fronte di tali considerazioni che rischiano di apparire "discriminatorie" taluni potranno gridare allo scandalo evocando il carattere "sociale e politico" del provvedimento. A guardar bene vi sarebbero invece tantissime ragioni per ritenere, molto probabilmente, che è più democratico, socialmente equo e forse anche più opportuno, il criterio del merito rispetto a quello del "bisogno economico". A maggior ragione per certe antiche e insane "virtù" di tantissimi contribuenti, tuttora convinti che pagare le tasse nel nostro Paese sia poco più che un optional. Il rischio evidente è quello di finanziare con i soldi pubblici dei contribuenti barlettani i percorsi di studio dei figli degli evasori. Possiamo immaginare quale potrebbe essere il tenore di certe giustificazioni: … è una "scelta politica", il Comune non può sostituirsi al fisco, ..dobbiamo attenerci ai dati fiscali dichiarati,ecc.. Benchè tali affermazioni, sotto più aspetti, siano molto opinabili rispondiamo che, sino a prova contraria, siamo tutti garantisti e fiduciosi; perciò prima ancora di esprimere un giudizio definitivo attendiamo con ansia gli esiti della procedura di cui, siamo certi, l'Amministrazione Maffei fornirà la più ampia, dettagliata e trasparente informazione, andando ben oltre la semplice graduatoria dei soggetti ammessi al contributo.
Era ragionevole supporre che almeno per questa "priorità" politico-amministrativa, accompagnata sul nascere da una forte enfasi sulla stampa e sul web, potesse esserci un tempismo diverso dal solito tale da consentire ai destinatari di disporre in tempi brevi delle somme loro assegnate, quantomeno in coincidenza con la fine dell'anno scolastico 2011/2012 già terminato lo scorso giugno. Stranamente non si è udito alcun rumore, nessuna protesta, nessun sollecito. Poco male, i destinatari, visti i tempi biblici dell'efficientissima macchina amministrativa del Comune di Barletta, dovranno "accontentarsi" di ricevere (non si sa quando) l'intero gruzzolo in un'unica soluzione.
Una misura fortemente voluta dall'Amministrazione su sollecitazione di un'area politica della "nuova" sinistra barlettana. Una scelta, per certi aspetti contraddittoria, che tuttavia ha visto prevalere la vecchia logica del "sussidio" in versione riveduta e corretta: "il reddito di formazione". Non un'azione strategica di ampio respiro per politiche formative di qualità mirate a specifici obiettivi culturali, in ipotesi funzionali allo sviluppo economico, bensì interventi a pioggia in favore dei giovani purchè appartenenti a famiglie "meno abbienti". Niente di diverso rispetto a quanto è, in parte, già successo per il Bando della Regione Puglia, "Ritorno al Futuro", la cui struttura di valutazione ha visto prevalere demagogicamente l'aspetto reddituale. Per carità, come direbbero alcuni, una "scelta politica" certamente legittima, che tuttavia ancora una volta al criterio del merito antepone quello "rischioso" del reddito familiare. A questo punto oltre al legittimo bisogno di conoscere le ragioni di tali lungaggini, di cui stranamente si tace, si è curiosi di sapere quali saranno le tipologie di famiglie che potranno beneficiare di tali contributi tenuto conto dei parametri di reddito molto stringenti previsti dal Bando che, è bene ricordarlo, prevedeva un reddito ISEE non superiore a € 5.000 aumentato a € 10.000 per i soggetti disabili. In ragione di tali vincoli si vorrebbe effettivamente capire se a beneficiare di tali provvidenze saranno le famiglie di operai e/o disoccupati o se invece ne beneficieranno anche talune altre categorie di contribuenti che notoriamente intrattengono con il fisco un rapporto molto "flessibile": piccoli imprenditori, artigiani o professionisti.
E' facile immaginare che a fronte di tali considerazioni che rischiano di apparire "discriminatorie" taluni potranno gridare allo scandalo evocando il carattere "sociale e politico" del provvedimento. A guardar bene vi sarebbero invece tantissime ragioni per ritenere, molto probabilmente, che è più democratico, socialmente equo e forse anche più opportuno, il criterio del merito rispetto a quello del "bisogno economico". A maggior ragione per certe antiche e insane "virtù" di tantissimi contribuenti, tuttora convinti che pagare le tasse nel nostro Paese sia poco più che un optional. Il rischio evidente è quello di finanziare con i soldi pubblici dei contribuenti barlettani i percorsi di studio dei figli degli evasori. Possiamo immaginare quale potrebbe essere il tenore di certe giustificazioni: … è una "scelta politica", il Comune non può sostituirsi al fisco, ..dobbiamo attenerci ai dati fiscali dichiarati,ecc.. Benchè tali affermazioni, sotto più aspetti, siano molto opinabili rispondiamo che, sino a prova contraria, siamo tutti garantisti e fiduciosi; perciò prima ancora di esprimere un giudizio definitivo attendiamo con ansia gli esiti della procedura di cui, siamo certi, l'Amministrazione Maffei fornirà la più ampia, dettagliata e trasparente informazione, andando ben oltre la semplice graduatoria dei soggetti ammessi al contributo.