Pala meccanica in via dei Muratori
Pala meccanica in via dei Muratori
La città

Una storia di pretesti e rinvii per via dei Muratori

«Cosa direbbe Tucidide?» si chiede l'imprenditore Aldo Musti

«Qualche tempo fa, un ex Presidente del Consiglio dei Ministri, sosteneva che eliminare i T.A.R. avrebbe comportato significativi incrementi del PIL nazionale. Alcuni dissero di condividere l'autorevole pensiero dell'illustre personaggio. E' infatti opinione diffusa nella politica che, in Italia, le opere pubbliche non si fanno a causa dei giudici amministrativi che bloccano i lavori. Questi ultimi, a loro volta, sostengono che le cause della mancata realizzazione delle opere pubbliche sono ben altre: corruzione dilagante; legislazione scadente e caotica; personale della pubblica amministrazione di modesta qualità; miopia politica» scrive l'imprenditore Aldo Musti.

«Io, da semplice artigiano, non sapevo chi avesse ragione. Basti pensare che sino a pochi anni fa, prima di venire risucchiato, mio malgrado, nella vicenda di via dei Muratori, non sapevo neppure cosa fosse un T.A.R. Ma adesso, dopo aver letto il comunicato stampa della Giunta comunale riguardante (anche) il piano triennale delle opere pubbliche, ho finalmente capito. Via dei Muratori non si farà neppure l'anno prossimo, perché "…oggetto di procedimenti giudiziari in corso…". Leggendo così, ognuno avrà avuto conferma che, in Italia, e quindi anche a Barletta, le opere pubbliche non si fanno per colpa dei giudici che, come al solito, bloccano tutto, ed impediscono alla politica di perseguire il bene comune e dare ai cittadini quello che serve loro per lavorare e vivere meglio.

Eppure, le cose non stanno proprio così. Tempo fa, parlando con un amico di quelli cui piace far vedere che hanno fatto le "scuole alte", mi ha detto che uno dei maggiori storiografi dell'antichità, un certo Tucidide, distingueva la vera causa dei fatti (aitìa) dalla causa apparente degli stessi (pròfasis). Le seconde, che sono solo dei pretesti, servono a coprire le prime, che invece non si possono dire. Per capire meglio, occorre riepilogare rapidamente le precedenti puntate della storia. A dicembre del 2011, il Consiglio comunale dà l'indirizzo di completare le urbanizzazioni della zona merceologica, fra cui, in particolare, via dei Muratori. Nell'ultima campagna elettorale, tutti i candidati sindaci promisero che via dei Muratori sarebbe stata fatta. Lo fece anche chi poi, Sindaco, lo divenne davvero. Se non che, dopo cinque anni, in pieno Consiglio comunale, il dirigente competente confessava che il progetto di via dei Muratori c'è ma è come se non ci fosse. L'altro ieri, la Giunta, prosegue la "melina", rinviando di altri anni l'ultimazione di via dei Muratori, a causa dei giudizi pendenti.

Stando così le cose, è giusto che tutti sappiano come stanno effettivamente le cose. A tutt'oggi, non c'è una sola sentenza od una sola ordinanza del giudice amministrativo o del giudice civile che impedisca l'ultimazione di via dei Muratori. C'è solo una piccola parte del tracciato stradale (diciamo una cinquantina di metri su due chilometri) ancora oggi sotto sequestro, per altre vicende. Il consiglio comunale, nel 2011, ha dato l'indirizzo di ultimare via dei Muratori. Lo stesso consiglio comunale, nel 2015, ha stabilito che il tracciato stradale di via dei Muratori è lo stesso di quello del 1979 e che non è mai cambiato. Ci sono sentenze del T.A.R. che danno ragione al Comune. Non c'è quindi nessun ostacolo giuridico che impedisca al Comune di approvare domani il progetto in conformità al PRG.

Perché allora il Comune non redige ed approva il progetto? Perché non chiede il dissequestro dell'area? Perché rinvia di anno in anno il completamento dell'opera? Solo perché ci sono delle cause pendenti? Ma le cause ci sono sempre in questi casi. E infatti le stesse cause già pendevano nel 2011, allorquando il Consiglio decise comunque di ultimare le urbanizzazioni. Anzi, da allora ad oggi, la situazione è anche migliorata, perché i giudici si sono già pronunciati a favore del Comune e di chi la strada la vuole. E, allora, la buonanima di Tucidide si chiederebbe: qual è l'aitìa?» conclude Musti.
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