
Politica
Timac, «La Regione farà la sua parte»
Santorsola: «Tranquilizziamo la popolazione»
Barletta - mercoledì 19 agosto 2015
«L'Assessorato alla Qualità dell'Ambiente della Regione Puglia - pubblichiamo la nota ufficiale dell'assessore regionale Santorsola - prende atto con soddisfazione delle iniziative intraprese dalla Provincia Bat a seguito dell'incontro tenutosi in regione nelle scorse settimane, in relazione alla Timac Agro, tuttavia tiene a sottolineare alcuni punti: in primo luogo è necessario tranquillizzare la popolazione sui rischi. Come sottolineato da Arpa e Asl pur in presenza di criticità sul piano delle contaminazioni, esse, allo stato, non rappresentano una emergenza e neppure un rischio per la salute e l'incolumità dei cittadini.
Inoltre va detto, che la Regione si era già mossa per tempo sulla base delle evidenze rappresentate dagli enti locali e ne è testimonianza il Piano di Messa in sicurezza operativa approvato dalla Conferenza dei servizi che prevede l'intervento sul suolo contaminato: intervento sul quale tutti i soggetti coinvolti sono stati concordi. Quelle stesse evidenze non hanno permesso l'applicazione del principio "chi inquina paga" per quello che riguarda la falda perché, appunto, non è stato dimostrato il nesso di causalità tra i contaminanti e i processi produttivi della Timac.
La maggior parte dei contaminanti evidenziati, infatti, erano presenti anche nei prelievi della falda a monte dello stabilimento. La zona, tra l'altro, è interessata anche da altri insediamenti produttivi e questo potrebbe determinare ulteriori problemi per l'individuazione delle fonti inquinanti.
L'Assessorato è in attesa di acquisire dalla Provincia, cui sono delegate insieme ai comuni territorialmente interessati, le funzioni di individuazione dei soggetti inquinatori, di conoscere i nuovi elementi istruttori emersi nella settimana di Ferragosto, per avviare una proficua interlocuzione con tutti gli Enti preposti alla tutela ambientale».
Inoltre va detto, che la Regione si era già mossa per tempo sulla base delle evidenze rappresentate dagli enti locali e ne è testimonianza il Piano di Messa in sicurezza operativa approvato dalla Conferenza dei servizi che prevede l'intervento sul suolo contaminato: intervento sul quale tutti i soggetti coinvolti sono stati concordi. Quelle stesse evidenze non hanno permesso l'applicazione del principio "chi inquina paga" per quello che riguarda la falda perché, appunto, non è stato dimostrato il nesso di causalità tra i contaminanti e i processi produttivi della Timac.
La maggior parte dei contaminanti evidenziati, infatti, erano presenti anche nei prelievi della falda a monte dello stabilimento. La zona, tra l'altro, è interessata anche da altri insediamenti produttivi e questo potrebbe determinare ulteriori problemi per l'individuazione delle fonti inquinanti.
L'Assessorato è in attesa di acquisire dalla Provincia, cui sono delegate insieme ai comuni territorialmente interessati, le funzioni di individuazione dei soggetti inquinatori, di conoscere i nuovi elementi istruttori emersi nella settimana di Ferragosto, per avviare una proficua interlocuzione con tutti gli Enti preposti alla tutela ambientale».
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