
Politica
Senza giunta e in cerca di una maggioranza: da dove riparte l'amministrazione di Barletta
Nel consiglio comunale di oggi potrebbe essere presentata la mozione di sfiducia per il presidente Dicataldo
Barletta - lunedì 13 settembre 2021
Oggi, come un mese fa, si cercano numeri a Barletta. Il consiglio comunale di questo pomeriggio, chiamato a discutere anche dell'acquisizione dei terreni su cui stava per sorgere il supermercato Lidl, sarà decisivo per le sorti dell'amministrazione guidata dal sindaco Cannito. Sui banchi dell'esecutivo cittadino ci sarà solo lui. La giunta, infatti, è stata azzerata per una "redistribuzione di nomine e deleghe assessorili – ha comunicato su Facebook Cannito – finalizzata al rilancio dell'azione amministrativa".
Ma la giunta di Barletta aveva già dei pezzi mancanti. Prima dell'ultimo consiglio comunale di luglio, infatti, Ruggiero Passero, Graziana Carbone e Marianna Salvemini si erano dimessi. Loro erano gli assessori di riferimento dei sei consiglieri fuoriusciti dalla maggioranza e ora confluiti in Cantiere Barletta. Si tratta di Giuseppe Rizzi, Ruggiero Dicorato, Luigi Dimonte, Massimo Spinazzola, Adelaide Spinazzola e Vincenzo Laforgia.
Tra i voti a favore, infatti, c'era anche quello di Ruggiero Mennea, consigliere comunale di opposizione del Pd. Per quanto il suo voto abbia aperto una crisi anche nel Partito democratico, è da escludere che il sindaco possa contare ad oltranza sul suo appoggio. Tra gli astenuti, invece, c'erano i tre consiglieri del Movimento 5 stelle e Giuseppe Dipaola, il consigliere comunale di maggioranza che in un primo momento aveva accarezzato l'idea di aderire al gruppo Cantiere Barletta per poi non sottoscriverne l'atto costitutivo. La sua astensione, però, resta cosa complessa da comprendere visto che Dipaola ha anche presenziato alla conferenza stampa con cui i sei consiglieri comunali dissidenti spiegavano la loro posizione.
È il caso del consigliere Flavio Basile: l'ex candidato sindaco della Lega, passato dall'opposizione al gruppo misto, avrebbe già proposto il nome di una donna in giunta. Ma è anche il caso di Pier Paolo Grimaldi e Salvatore Lionetti: a loro manca un riferimento in giunta dai tempi degli ex assessori Michele Lasala e Marcello Lanotte, quest'ultimo nel toto-nomi delle ultime ore per un ritorno. E poi ci sarebbe anche chi, come Giuseppe Bufo, dopo il voto favorevole sul rendiconto, in giunta vuole entrarci in prima persona.
Ma l'appuntamento di questo pomeriggio sarà decisivo anche per un possibile cambio alla presidenza del consiglio. Proprio Cannito, dopo che il presidente Sabino Dicataldo aveva votato contrariamente, aveva annunciato una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Adesso, è arrivato il momento di presentarla e anche lì servono i numeri. Qualcuno conta ci saranno, ma la sfiducia del presidente del consiglio va oltre i numeri perché serve una motivazione valida anche dinanzi ad un possibile ricorso al Tar.
Ma la giunta di Barletta aveva già dei pezzi mancanti. Prima dell'ultimo consiglio comunale di luglio, infatti, Ruggiero Passero, Graziana Carbone e Marianna Salvemini si erano dimessi. Loro erano gli assessori di riferimento dei sei consiglieri fuoriusciti dalla maggioranza e ora confluiti in Cantiere Barletta. Si tratta di Giuseppe Rizzi, Ruggiero Dicorato, Luigi Dimonte, Massimo Spinazzola, Adelaide Spinazzola e Vincenzo Laforgia.
Da dove si riparte
Dopo aver superato l'ostacolo del rendiconto finanziario, la sfida per Cannito era trovare una nuova maggioranza, ma l'impresa sembra sia ancora appesa a un filo. Sono 17 i consiglieri necessari per una maggioranza stabile, due in più dei 15 voti ottenuti lo scorso 30 luglio. In quell'occasione i voti contrari sono stati 14 e 4 gli astenuti. Ma, come già osservato allora, quello non sarebbe stato un quadro su cui poter contare appieno.Tra i voti a favore, infatti, c'era anche quello di Ruggiero Mennea, consigliere comunale di opposizione del Pd. Per quanto il suo voto abbia aperto una crisi anche nel Partito democratico, è da escludere che il sindaco possa contare ad oltranza sul suo appoggio. Tra gli astenuti, invece, c'erano i tre consiglieri del Movimento 5 stelle e Giuseppe Dipaola, il consigliere comunale di maggioranza che in un primo momento aveva accarezzato l'idea di aderire al gruppo Cantiere Barletta per poi non sottoscriverne l'atto costitutivo. La sua astensione, però, resta cosa complessa da comprendere visto che Dipaola ha anche presenziato alla conferenza stampa con cui i sei consiglieri comunali dissidenti spiegavano la loro posizione.
Mozione di sfiducia e nuovi assessori
"Azzeramento" e "redistribuzione". Quella di Cannito è, presumibilmente, una mossa necessaria a trovare il sostegno di una maggioranza rinnovata che lo accompagni alla fine del mandato e cioè al 2023. Tra i 15 voti a favore ottenuti in quel fatidico consiglio comunale di luglio, infatti, qualcuno proveniva da chi in giunta vorrebbe approdarci o tornarci e per farlo sarebbe stato necessario rivedere tutto l'assetto dell'esecutivo.È il caso del consigliere Flavio Basile: l'ex candidato sindaco della Lega, passato dall'opposizione al gruppo misto, avrebbe già proposto il nome di una donna in giunta. Ma è anche il caso di Pier Paolo Grimaldi e Salvatore Lionetti: a loro manca un riferimento in giunta dai tempi degli ex assessori Michele Lasala e Marcello Lanotte, quest'ultimo nel toto-nomi delle ultime ore per un ritorno. E poi ci sarebbe anche chi, come Giuseppe Bufo, dopo il voto favorevole sul rendiconto, in giunta vuole entrarci in prima persona.
Ma l'appuntamento di questo pomeriggio sarà decisivo anche per un possibile cambio alla presidenza del consiglio. Proprio Cannito, dopo che il presidente Sabino Dicataldo aveva votato contrariamente, aveva annunciato una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Adesso, è arrivato il momento di presentarla e anche lì servono i numeri. Qualcuno conta ci saranno, ma la sfiducia del presidente del consiglio va oltre i numeri perché serve una motivazione valida anche dinanzi ad un possibile ricorso al Tar.