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Scambismo a Barletta, fra indignazione e voyeurismo

La Diocesi condanna. Il parere del sociologo Palmisano. Prevista l’apertura di un club privè

Già da qualche settimana timidamente se ne stava parlando, poi il tam-tam sulla rete e sui media hanno fatto esplodere il caso. Sarebbe prevista, verso la fine di giugno, l'apertura di un club privè per scambio coppie nella zona industriale di Barletta. La notizia, anticipata da un gruppo Facebook e da un sito internet del locale, ha raggiunto la Diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, che subito ha diffuso la sua nota di indignazione. «Senza scadere in facili moralismi – si legge nella nota a firma della Commissione Diocesana - l'eventuale apertura di un club privè, in cui coppie e singoli possano liberamente e momentaneamente approcciarsi anche per attività sessuali, costituisce certamente il chiaro sintomo di relazioni falsate, fugaci e alienanti sul piano schiettamente umano basate su una libertà individuale più apparente che reale». L'invito ai barlettani è quello di riappropriarsi di relazioni affettive più vere, alle forze dell'ordine invece l'invito è quello di vigilare «al fine di impedire il verificarsi di fatti penalmente rilevanti».

Barletta però sembra non essere un caso isolato. Anzi. Il fenomeno dello scambismo sembra diffondersi precipitosamente, rivelandosi riflesso di una società in cui è sempre più difficile instaurare rapporti autentici. Abbiamo chiesto il parere dello scrittore e sociologo Leonardo Palmisano, già autore di un libro-inchiesta sulla prostituzione e il suo sfruttamento intitolato "La città del sesso" e curatore dell'omonimo blog in cui parla di fenomenologie complesse quali lo stalking e le violenze sessuali.

Fenomeni come quello dello scambismo sono decisamente in crescita nel nostro paese, da cosa crede che dipendi tale andamento?

Lo scambismo è preoccupante perché gioca su due piani: l'imposizione del voyeurismo, che è prettamente maschile, e l'imposizione dello scambio che in sé è una transazione. Anche se tutto avviene nella gratuità - cosa che è da dimostrare - prevale la reificazione del corpo, la sua oggettificazione, diciamo così, che è una riduzione a mere funzioni corporee. La sua diffusione dipende dalla diffusione della riduzione della donna a corpo con funzioni di cura per il maschio italiano: madre, amante, prostituta, badante.

Lo scambismo può nascondere un retroterra ben più preoccupante, nonché punito dalla legge: quello dell'istigazione alla prostituzione. Lei crede che ormai la mercificazione del sesso sia divenuto un normale mezzo di guadagno nella nostra società?
La mercificazione dei corpi è antica, ma non immortale. Come la schiavitù, del resto. Il punto è che viene ridotta in schiavitù una parte dell'umanità perché un'altra ci guadagni e ci straguadagni. Ci guadagnano i criminali, che ricavano decine di migliaia di euro dalle donne prostituite, e ci guadagnano i clienti in termini di gratificazione sessuale, sia pure a pagamento.

La Diocesi ha fermamente condannato l'apertura del club privè a Barletta: che forse la Chiesa, o più in generale il pensiero religioso, sia l'ultimo barlume di difesa dei buoni costumi? O esiste anche una morale laica che possa opporsi a questa degradazione materiale e spirituale?
La morale laica è quella che dice alla Chiesa che andare con delle prostitute non è riprovevole perché viene lesa la famiglia, ma perché viene offesa la donna. Allo stesso modo come vengono offesi dei bambini da tanti uomini, preti, ecc. La morale laica non si adonta, semplicemente argomenta e ritiene che si debba intervenire sui clienti, sulla domanda, non sull'offerta. Trovo indulgenza nella chiesa con i clienti, e severità contro le prostitute. Mi piacerebbe vedere per una volta invertiti i poli della discussione. Partiamo dalle cattive abitudini sessuali dei maschi, preti compresi.
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