Salviamo Villa Bonelli o no?

Villa Bonelli, oasi ottocentesca nella giungla urbana, e il suo antico palazzo, divenuto un rudere abbandonato, dopo l'acquisto nel 1979, da parte dell'amministrazione comunale. Ripercorrere la storia dell'abbandono di questo storico palazzo, significherebbe rispolverare un'altra delle tante "luride storie barlettane", per cui, concentriamoci sul presente. La salvaguardia e il rilancio sono gli obiettivi del "Comitato Pro Villa Bonelli", che ha organizzato una raccolta di firme per sensibilizzare gli insensibili amministratori. In un'ora e mezza, sono riusciti a raccogliere cento firme, un'enormità, se si pensa al grado di diffidenza diffusa.

Intervistiamo Angelo Maldari, presidente del comitato
Cosa propone il vostro comitato?
«Vorremo che tutta l'area fosse rivalutata come contenitore culturale, con l'aiuto dei cittadini».

Quali sono gli interventi più urgenti per Villa Bonelli?
«La messa in sicurezza dell'antico palazzo, da cui piovono calcinacci, a cui dovrà seguire una derattizzazione e disinfestazione da topi e scarafaggi. Queste situazioni sono state segnalate a fine luglio con una mia lettera di denuncia a tutti gli organi di informazione e al Comune di Barletta. Da qui, è partita l'idea di istituire il comitato».

Villa Bonelli appartiene al Comune di Barletta. L'antico palazzo, ormai fatiscente, rischia di essere venduto a privati?
«Credo di no, sarebbe sciocco venderlo. Il nostro comitato vuole evitare l'acquisto da parte dei privati. La villa e il palazzo potrebbero diventare un contenitore culturale per l'intera città».

Il vostro comitato ha "colori politici"?
«Il comitato è apolitico».

Quale riscontro avete avuto dalle altre associazioni?
«Oggi con noi ci sono i rappresentanti del comitato "Salviamo le periferie", con cui collaboreremo. Siamo aperti alla collaborazione con altri comitati cittadini».

Quali saranno le prossime azioni del Comitato Pro Villa Bonelli"?
«Effettueremo un sopralluogo nel palazzo, assieme agli assessori e dirigenti, a data da destinarsi».