Dario Damiani
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Politica

PD diviso su Disfida, Damiani: «Si dimetta uno tra Cascella e Ferrara»

La nota del capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale

«Siamo stufi da tempo di questa diatriba politica tutta interna al centro sinistra che destabilizza la nostra città. Sin dall'inizio della consigliatura, denunciamo questo stato di cose che non permette alla politica cittadina di portare sul territorio sviluppo e prospettive future di rilancio della città». Non usa mezzi termini il consigliere comunae Dario Damiani (FI), circa la Disfida della discordia in casa PD a Barletta. «Ancora una volta le lotte interne, la spartizione delle poltrone e la fame di potere sono le protagoniste dello scenario politico di questo pessimo centro sinistra oramai giunto al capolinea. Troviamo gravi per la città e politicamente incomprensibili le contestazioni che il segretario cittadino del PD, Franco Ferrara, muove alla sua Amministrazione in merito all'organizzazione degli eventi per celebrare la Disfida. Mancanza di procedure ad evidenza pubblica, omesso controllo da parte di assessore e dirigente, addirittura simulazione di coinvolgimento partecipativo delle realtà associative locali: di questo ed altro ancora Ferrara (ribadiamo: segretario cittadino del PD, partito di maggioranza della coalizione al governo della città ) accusa il suo Sindaco e la sua Giunta. Una presa di posizione incomprensibile, sia nei contenuti che nella tempistica, a nostro parere. Nei contenuti perché Ferrara è referente ed espressione principale di quella maggioranza e di quel partito che, a suo dire, avrebbe prodotto tali e tante nefandezze; per cui, essendo il responsabile della linea politica del partito e della maggioranza, la critica dovrebbe trasformarsi ipso facto in autocritica. Inoltre, un intervento inopportuno nella tempistica, poiché danneggia gravemente l'immagine della città e della sua storica manifestazione di punta proprio nelle giornate del suo svolgimento, quelle in cui tutti i cittadini di buon senso dovrebbero remare a favore e non contro la valorizzazione e il rilancio di un evento in grado di creare interesse e ricadute economiche positive».

L'invettiva di Damiani si conclude con un aut aut: «Ci domandiamo allora quale possa essere la finalità di questo duro attacco all'Amministrazione, perché è evidente che tale sasso lanciato nello stagno non potrà e non dovrà restare privo di conseguenze; delle due l'una: si dimetta il segretario del PD, se incapace di far rispettare la sua linea dagli esponenti del suo partito o si dimetta il Sindaco se ciò di cui lo si accusa corrisponde a verità. Soluzioni alternative non ne vediamo, essendo questa polemica solo l'ultima di una lunga serie che ha scavato un solco sempre più profondo tra i partiti e le loro espressioni nell'esecutivo. Non entriamo nel merito delle scelte operate dall'Amministrazione circa il progetto culturale per le celebrazioni della Disfida 2015, poiché per correttezza riteniamo che le considerazioni sulla qualità delle proposte vadano fatte a posteriori, a conclusione dell'evento, e non nel bel mezzo della sua esecuzione, con l'unico risultato di destabilizzare opinione pubblica, artisti e quanti sono impegnati, con competenza e professionalità, nella realizzazione di un prodotto che si spera gradito. Noi del centro destra l'argomento e le prospettive della Disfida per il futuro le ragioneremo a partire dal 21 settembre, per verificare se lo stesso può diventare un programma pluriennale sul quale lavorare tutto l'anno. Ci auguriamo soltanto che le critiche all'Amministrazione non siano scaturite dalla circostanza che quest'anno, a differenza del passato, alcune associazioni riferibili a precise collocazioni politiche siano state escluse dal progetto poiché ritenute non idonee ad insindacabile giudizio del direttore artistico. Se così fosse, sarebbe davvero imperdonabile il tentativo di affossare la manifestazione simbolo della nostra città per difendere piccoli interessi di bottega».
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