Politica
«La legge elettorale pugliese non era valida, si annullino le elezioni»
Michele Rizzi sul "pastrocchio" di via Capruzzi, «è una truffa agli elettori»
Barletta - martedì 16 giugno 2015
«Le elezioni regionali pugliesi vanno invalidate». A scriverlo è Michele Rizzi, ex candidato presidente della Regione Puglia per Alternativa Comunista. «La vicenda sollevata da alcuni esponenti politici in questi giorni rispetto alla legge elettorale regionale con cui si è votato il 31 maggio ha certamente della fondamenta. In sostanza si è votato con una legge elettorale pubblicata sul Bollettino regionale che non era la stessa approvata dal Consiglio Regionale uscente. Un vero pastrocchio clamoroso che rende per noi nulle le stesse elezioni. Emiliano e molti esponenti politici a lui legati, spinge perché ci sia la proclamazione degli eletti, sulla base dei calcoli fatti sulla redistribuzione dei seggi post-elezioni. In realtà, se questa proclamazione fosse fatta, ci sarebbe l'assurdo, visto che ad esempio la provincia Bat vedrebbe eletti 7 consiglieri regionali mentre il numero massimo, da indicare nelle liste elettorali in base alla legge elettorale inserita nel Burp, sarebbe di 5. E questo perché nella legge elettorale con cui hanno votato più di 2 milioni di pugliesi, non è stato indicato un emendamento approvato.
Quindi si è votato con una legge elettorale diversa da quella approvata dal Consiglio regionale. Qualora si procedesse con la proclamazione degli eletti sarebbe una vera truffa ai danni degli elettori, non si escludono ricorsi perché le elezioni siano invalidate e noi non escludiamo di procedere in tal senso oltre alla denuncia politica di quello che sarebbe un vero e proprio scandalo».
Quindi si è votato con una legge elettorale diversa da quella approvata dal Consiglio regionale. Qualora si procedesse con la proclamazione degli eletti sarebbe una vera truffa ai danni degli elettori, non si escludono ricorsi perché le elezioni siano invalidate e noi non escludiamo di procedere in tal senso oltre alla denuncia politica di quello che sarebbe un vero e proprio scandalo».