Torta nonno Cosimo
Torta nonno Cosimo
La città

Il sindaco Maffei dimentica i cento anni del nonno Cosimo

Insopportabile dimenticanza al secolare traguardo di un centenario ammalato. «Sarebbe bastato un telegramma o un mazzo di fiori»

Ho trattenuto sulla scrivania la notizia con il timore che fosse interpretata dai lettori quale strumento di propaganda politica e difficilmente compresa, invece rivelatasi solo unica corrispondenza valida quale lettura drammatica della vicenda. Prima di deciderne la divulgazione Stella Mele, interessata direttamente dalla figlia di nonno Cosimo, e poi la presidente di "Barletta si fa in 4" e Tommy Dibari - giornalista e scrittore - hanno fatto una prima visita privatissima ancor prima di quella della torta e candeline mancata inspiegabilmente e colpevolmente dal sindaco Nicola Maffei. In un basso, sofferente al limite di ogni pietà umana, si incontra senza altri filtri murari, uno dei più onorevoli cittadini di Barletta. Molto ammalato ma sostenuto dalle cure degli stretti familiari anch'essi stremati dalla mancanza di strutture adeguate che sopportino con loro questo dolore umano che ha compiuto cento anni e che, per i motivi solo dignitosamente accennati, avrebbe dovuto ricevere l'incontro con il primo cittadino di Barletta. Non vogliamo infierire sulla trascuratezza istituzionale che leggendoci, non saprà spiegarsi tanta cinica e irrespirabile scostumatezza. La notizia va data e la diamo senza ulteriori enfasi negative, interpretando sin d'ora le emozioni significative di ogni nostro lettore.

Il direttore

Buonasera le rubo solo due secondi se posso permettermelo, per denunciare una cosa successa a mio nonno e alla nostra famiglia. Giovedì mio marito si è recato al comune per annunciare e sottoscrivere che mio nonno avrebbe compiuto 100 anni il sabato 1° settembre, per far sì che arrivasse un presente dal sindaco o da chi ne fa le veci. Infatti ci avevano assicurato che avremmo ricevuto un mazzo di fiori o un telegramma e addirittura la presenza del sindaco, qualora fosse stato libero. Ecco, niente di tutto questo è accaduto. Il bello arriva quando stamattina ho telefonato all'ufficio di segreteria e il tizio che ha risposto mi ha detto che hanno dimenticato e che subito avrebbero provveduto: ad ora, lunedì ore 19.50, non abbiamo ricevuto nulla. Siamo delusi e ci sentiamo abbandonati, siamo solo buoni alle votazioni o al pagamento delle tasse. Le chiedo ancora scusa se le ho rubato tempo prezioso... Se può mi risponda, grazie.


Così Stella Mele: «Ho ricevuto questa segnalazione da parte della famiglia, circa la dimenticanza delle Istituzioni nel dimostrare di essere a capo di una comunità che va rispettata e, come in questi casi, anche festeggiata. Ho sentito così il dovere, da cittadina e pur non ricoprendo ruoli istituzionali di andare a festeggiare nonno Cosimo perchè ritengo che il traguardo dei cento anni sia un risultato che corona una vita di lavoro e di impegno a favore della comunità in cui si è operato. Un faro di esperienza che non va dimenticato perchè gli anziani sono la nostra memoria vivente. Giunta nella sua casa, mi sono imbattuta in un'esperienza che mi ha fatto vivere e conoscere uno spaccato di vita che si celava dietro quel compleanno. Insieme a chi era con me ho raccolto la difficoltà dei parenti di nonno Cosimo nel prendersi cura del loro caro in strutture adeguate ed anche non molto costose, ma anche il suo valore "Nonno Cosimo" ci hanno raccontato i familiari "ha fatto due guerre e poi la campagna d'Africa ed è stato sei anni in Russia". Sarebbe il caso che il Sindaco, dopo aver mancato all'appuntamento del compleanno, vada a trovare i familiari per ascoltare quelle esigenze che nonno Cosimo, ma che tantissimi altri anziani hanno, che non permettono di vivere l'ultima fase di una dignitosa vita in modo altrettanto dignitoso e decoroso. Ci rimarrà il bellissimo ricordo di aver festeggiato un valoroso uomo con una grande torta che abbiamo portato in nome della cittadinanza barlettana, con su scritto "Nonno Cosimo, 100 anni di storia di Barletta"».

Così Carmen Craca: «Morire fra le mura domestiche è un desiderio di tutti e a Barletta sembra che si possa realizzare più che altrove. Il problema è che non dipende da scelte culturali, ma dalla insufficienza di strutture e servizi a supporto e le famiglie stanno pagando un prezzo insopportabile. In Italia, si calcola che una famiglia su tre ha un anziano inguaribile in casa ed è lasciata sola ad accudire e accompagnare i propri cari verso il fine vita. Tale compito richiede energie fisiche ed economiche enormi per garantire le cure migliori al congiunto. E purtroppo c'è una diffusa sottovalutazione dei bisogni degli anziani. E' giunto il momento di promuovere un efficiente e celere servizio domiciliare e cure palliative come modello assistenziale poco costoso e sostenibile per l'economia sanitaria, più idoneo a garantire ai pazienti anziani con malattie croniche in fase terminale un'assistenza di qualità fra i propri affetti. Purtroppo i tempi della burocrazia nei casi di urgenza sono davvero insostenibili. Nonno Cosimo ci ha messo dinanzi alla tragedia e alla necessità che tutti hanno diritto a un fine vita dignitoso, in cui vengano tenute in considerazione sofferenze e dolori che troppo spesso oggi restano silenziosi e non riconosciuti».

Così Tommy Dibari: «Oggi la Politica dovrebbe ripartire da qui, dagli invisibili, da coloro che ci sono, ma che non si vedono o che la politica fa finta di non vedere perchè è più comodo cosìi. I desaparesidos della politica, quelli insomma, che per l'olimpo della casta non rappresentano garanzia elettorale. Si riparta da qui».
7 fotoI 100 anni di nonno Cosimo
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