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Auditorium ex Chiesa Sacra Famiglia, D'Onofrio: «Gestione regolamentata per gli spazi pubblici»

L'associazione di categoria ''Settore Cultura e Spettacolo'' chiede all'Amministrazione maggiore confronto per i luoghi della cultura

"Siamo felici di sapere che uno spazio chiuso da anni, come la ex Chiesa Sacra Famiglia, possa nuovamente essere riaperto e concesso alla cittadinanza, attraverso l'attività dell'associazione musicale bandistica che ne ha richiesto affidamento e gestione per attività concertistiche, didattiche e formative. L'amministrazione ha immediatamente predisposto una manifestazione di interesse ad altre eventuali proposte ed osservazioni, prima di affidare l'immobile, in virtù dell'Istanza a favore della "valorizzazione del patrimonio pubblico".

Sono queste le prime parole di Stefania D'Onofrio in rappresentanza dell'associazione di categoria ''Settore Cultura e Spettacolo'', in merito alla riapertura dell'auditorium della ex Chiesa della Sacra Famiglia, che continua il suo comunicato stampa con molta amarezza: ''Noi dell'associazione di categoria "Settore Cultura e Spettacolo" di Barletta non possiamo, però, non notare che i termini per presentare altre proposte sono talmente ristretti- solo 15 giorni- da rendere concretamente difficile fare un sopralluogo con relative valutazioni del caso riguardo alla messa in funzione dello stesso, a prescindere dalla progettualità che ogni soggetto interessato potrebbe avere.

Noi dell'associazione di categoria, che contiamo oltre 80 realtà tra associazioni e artisti free lance (tutti iscritti all'enpals) non possiamo non continuare a pretendere la trasparenza più assoluta nell' affidamento di spazi comunali ad associazioni che possano tenerli aperti, in vita e funzionanti per attività rivolte alla cittadinanza e per offrire nuovi e maggiori servizi alla città. Pertanto riteniamo in primo luogo che, in casi come questi, sia più auspicabile predisporre veri e propri bandi che abbiano parametri di valutazione chiari e che possano rendere i punteggi l'unico criterio di vincita e assegnazione. Inoltre crediamo che l'assegnazione di uno spazio- laddove prevede il sostegno economico da parte del Comune alle spese (che vuol dire sostegno dei contribuenti)- debba contemplare una gestione regolamentata, affinchè possa essere realmente aperta, allargata e partecipata tra e ad altre associazioni del territorio, in modo che più persone possibili possano usufruirne.

A Barletta ci sono anche altri spazi che potrebbero essere dati in gestione (dal Castello, al Gos, al Curci) per attività artistiche, culturali, educative, sociali ma bisogna considerare vari fattori nei criteri di affidamento. Ricordiamo che il bando sul medesimo spazio dell'Ex Chiesa sacra Famiglia, durante la scorsa Amministrazione, andò "deserto" perché le spese di gestione erano a carico del soggetto affidatario e uno spazio che non si presta, per difficoltà oggettive, all'accoglimento di un pubblico e che non dà possibilità di accesso ai disabili, non può avere anche il carico di spese se l'immobile stesso non è conforme e adatto. Quindi l'Amministrazione dovrebbe sempre valutare le peculiarità degli spazi prima di redigere i bandi e di formulare le condizioni e gli obblighi di chi lo prende in gestione.

L'Amministrazione dovrebbe confrontarsi sempre con i professionisti del Settore, nel momento in cui decide di ristrutturare e destinare spazi alle attività culturali, dovrebbe richiedere la collaborazione/consulenza "di chi fa lo di per mestiere" per concordare un eventuale piano di ristrutturazione degli stessi. Perché il rischio è che si continuino ad usare soldi pubblici per ristrutturazioni utili a conferenze stampa o piccoli laboratori - ben lontane da quelle necessarie per spazi teatrali, performativi o in generale di pubblico spettacolo, in quanto non conoscono le reali esigenze e soprattutto i tecnicismi necessari per poter fare "spettacolo aperto al pubblico".

Inoltre, cosa di primaria importanza, è sempre considerare che più realtà gestiscono uno spazio maggiori sono gli interessi che vengono garantiti! Ci auguriamo che anche questa volta non si prendano decisioni a favore di pochi e senza i criteri di trasparenza per i quali ci siamo tanto spesi in passato. Continueremo a farlo!''.
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