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Politica

Il campo rom di Barletta e la cultura dell’integrazione

Convocazione congiunta delle commissioni “Lavori Pubblici” e “Ambiente”

Il fattore etico e quello pragmatico si intrecciano nella ricerca di una soluzione definitiva per l'annoso problema del campo nomadi di Barletta, in cui da decenni risiede una nutrita comunità di rom. Il campo, stabile in zona Barberini a ridosso di una delle principali arterie stradali di ingresso e uscita dalla città, versa in condizioni igienico-sanitarie oggettivamente pessime e insopportabili non solo per chi in quel campo ci vive, ma anche per chi transita quotidianamente e occasionalmente nei paraggi, come documentato in un nostro reportage fotografico all'interno del campo.

La IV Commissione "Lavori pubblici" e la VII Commissione "Ambiente, verde, pubblico e servizi pubblici" si sono riunite ieri pomeriggio a palazzo di città in convocazione congiunta per discutere l'argomento "Proposta nuova destinazione del campo nomadi": erano presenti i due presidenti Flavio Basile e Rosa Cascella, i consiglieri Antonio Damato, Maria Campese, Gennaro Calabrese, la presidente del consiglio comunale Carmela Peschechera, Gianrodolfo Di Bari, dirigente dei Settori Edilizia pubblica e privata, Piani e Programmi, Lavori Pubblici, Manutenzione e Ambiente, e una nutrita delegazione di cittadini, residenti del quartiere e sensibili al tema. Il sindaco Cascella, pur non presente alla riunione per motivi istituzionali, ha fatto pervenire una sua comunicazione in cui scrive di essere impegnato a compiere una «attenta ricognizione degli atti compiuti fino ad oggi» per ricostruire la cronistoria delle decisioni istituzionali in merito.

Si è parlato di cultura dell'integrazione, perché la tematica ha riguardato non solo le risoluzioni pratiche, ma anche le metodologie di approccio a una comunità culturalmente distante dalla nostra, spesso ghettizzata e colpevolizzata di atteggiamenti non conformi al nostro comune senso civico. L'occasione è stata utile per un proficuo confronto tra la classe dirigente e i cittadini che vivono sul posto e meglio di chiunque altro può contribuire alla ricerca di una soluzione consapevole e definitiva, lontana da strumentalizzazioni politiche che durano il tempo di una campagna elettorale, per poi terminare nel segreto baule delle promesse irrealizzate.

«Barletta non merita questo scempio che tutti i giorni è sotto i nostri occhi» interviene il dottor Memoli, gestore di una farmacia che da anni opera da polo sanitario nel quartiere, in rapporto costante con la comunità rom per motivi di salute. «Bisogna offrire loro condizioni igieniche decenti e strutture in cui possano vivere con dignità. Il problema era già stato affrontato in passato collocando alcuni vecchi camper, ma fu una soluzione parziale. Il Comune dovrebbe scegliere un posto adeguato per loro, creare un luogo con strutture idonee come prefabbricati, per riconoscere loro una dignità umana. I ragazzini sono tutti cittadini barlettani ma, nonostante questo, i loro genitori non hanno mai ricevuto cartoline per mandare i propri figli a scuola».

«Se noi li sistemiamo, loro sono pronti a custodire il nostro aiuto?» protesta una cittadina, residente della zona in cui si progettava la costruzione della "cittadella" destinata alla comunità rom. «In 20 anni potevano dare dimostrazione di una migliore qualità di vita, e invece non hanno fatto progressi. Per vivere in modo dignitoso non basta una casa nuova, occorre che si impegnino a tenerle pulite». Il riferimento è ad una vecchia idea progettuale che prevedeva la nascita di un vero e proprio "campo attrezzato" in cui trasferire il gruppo di rom attualmente stanziato nel campo di Barberini: un "atto di indirizzo" che nel 2010 la giunta comunale approvò a seguito di una comunicazione della commissione europea, ma che da allora è rimasta lettera morta. Gli altri cittadini presenti hanno lamentato la decisione allora presa in merito alla collocazione in uno spazio tra Via Vecchia Madonna della Croce e il centro sportivo "Manzi-Chiapulin", nel pieno di una «zona in forte espansione abitativa» in cui alcuni dei presenti risiedono e avrebbero mal volentieri accettato una scelta del genere.

«L'integrazione non può essere scambiata con l'inculturazione – asserisce il consigliere Damato - Non possiamo imporre il nostro modello di vita, ma integrarli tenendo conto della loro cultura. Situazioni che a noi sembrano spiacevoli e aberranti, per loro sono quotidiane poiché fanno parte della loro cultura». Infine rassicura i presenti: «Sicuramente lì il campo rom non sorgerà».

«Non miriamo a spostare il campo – infatti aggiunge la presidente Rosa Cascella - perché si creerebbe solo una nuova situazione di emergenza. La comunicazione del 2011 della commissione europea parlava di inclusione dei rom: obiettivo di questa amministrazione è perseguire queste direttive. L'inclusione però comporta un grosso lavoro da parte dell'amministrazione comunale, dei cittadini, ma anche e soprattutto delle associazioni e delle cooperative che si occupano di queste problematiche, e che dovranno assolutamente scendere in campo». La proposta operativa emersa dalla riunione è lanciata proprio dalla Cascella: «Bisogna stringere un vero e proprio patto tra la città e i rom. Se vivono nel contesto di una città, devono anche rispettarne le regole. Cerchiamo di giungere ad una soluzione che sia definitiva, perché da lì dovranno andare via [sono in corso i lavori del "Parco dell'Umanità" ndr] e non è contemplata l'idea di trasferirli in un'altra zona».

«Ogni civiltà, ogni etnia ha le proprie abitudini e i propri stili di vita - sostiene la consigliere Maria Campese - Dobbiamo lavorare soprattutto sui bambini: sono loro che andando a scuola, parlando con gli altri bambini, un domani potranno avere percorsi diversi e integrarsi maggiormente. […] Domandiamoci: in 50 anni la città cosa ha fatto per queste persone? Il problema è soprattutto di tenuta etica». Anche la presidente Peschechera interviene a sostegno dell'intervento sui più piccoli: «Occorrono azioni coordinate che devono passare prima di tutto attraverso l'educazione».

Il sindaco ha promesso di presenziare alla prossima riunione che sarà convocata sul tema, alla quale è stato proposto di invitare anche una piccola delegazione della comunità rom, per dare seguito alla necessità di colloquio tra amministrazione e cittadini, anche stranieri, senza intermediazioni.
4 fotoCampo Rom, ne discutono le commissioni commissioni “Lavori Pubblici” e “Ambiente”
Campo Rom, per una cultura dell'integrazioneCampo Rom, per una cultura dell'integrazioneCampo Rom, per una cultura dell'integrazioneCampo Rom, per una cultura dell'integrazione
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