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Politica

Lanotte: «Andria e Barletta come Caino e Abele»

Commento pieno di sdegno dopo la nomina di Andria. «Abbiamo dato dignità di capoluogo»

Abbiamo raggiunto per un'intervista il dott. Giuseppe Lanotte, a cui abbiamo chiesto un commento riguardante quanto accaduto durante la terza seduta del Consiglio Provinciale del 21 Maggio, che ha di fatto escluso Barletta dalla corsa per la sede legale della Bat, premiando i numeri di Andria.

Giuseppe, che ne pensi di quanto è accaduto oggi durante il Consiglio Provinciale?


«Il cuore di Barletta è stato grande, abbiamo dato dignità di capoluogo, oltre alla gioia del raggiungimento dell'importante traguardo e il nome, ad altre due importanti e vicine realtà…»

«Ieri, invece, come Caino uccise Abele, anche le sorelle Città capoluogo già premiate dalla generosità di Barletta, hanno scippato e fatto allontanare il realizzarsi del sogno di tutti i barlettani: "vedere Barletta sede legale della PROVINCIA". Purtroppo, in data 21 Maggio, abbiamo assistito tra gli scranni del consiglio provinciale ad una sceneggiata di basso profilo politico-culturale, un qualcosa che ci ha portato indietro nel tempo alla prima repubblica; è stato concepito uno statuto provinciale che è frutto di soli compromessi tra i membri del PDL, dove la popolazione e il territorio vengono dimenticati per far spazio ai giochi di potere dei nuovi reucci della politica nostrana.»

«Si è scritta una pagina di storia vergognosa, dove ha prevalso l'interesse personale del presidente VENTOLA di rimanere seduto sulla poltrona di presidente, cedendo ai ricatti di Andria, anziché mantenere le promesse fatte in campagna elettorale e anche dopo al popolo di Barletta. Di certo, questo modo di fare politica del presidente policentrico, il quale per la nefasta occasione ha coniato un nuovo significato per policentrismo, cioè diamo tutto alle città dove c'è una giunta comunale di centro destra (diamo agli amici), va in discrasia più che totale con la politica nazionale che il presidente Berlusconi sta attuando, quella di mantenere la parola agli elettori, così come confermato ieri in una intervista dallo stesso presidente del governo italiano.»

Si è parlato in questi giorni della designazione di Andria come illegale. È vero tutto ciò oppure si tratta di illazioni?

«La decisione di assegnare ad Andria la sede legale della provincia è stata presa in contrasto con il nostro ordinamento giuridico, dove non esiste neanche una provincia con la sede legale situata in una città diversa di quella dove si trova la prefettura. E' evidente, che c'è da parte del centro destra BT la volontà si sostituirsi al Legislatore, individuando criteri che in alcuni casi rasentano il ridicolo: ci si chiede come si possa scrivere nello statuto che Barletta ha la vocazione territoriale istituzionale e poi si va ad individuare la sede legale nella città di Andria poiché la prefettura ha sede nella città di Barletta!»

«Si tratta di una "concezione" che evidenzia una grande impreparazione tecnico-giuridico-culturale o una grande mala fede politica di chi ha redatto lo stesso statuto, dal momento che non poteva rientrare in tale documento un qualsiasi riferimento in merito agli uffici periferici dello stato, visto che non è di competenza della provincia.»

«Oltre a questa osservazione, il "legislatore andriese" ha superato la decenza con questa sua affermazione - I POLI ISTITUZIONALE E DELLA SICUREZZA PUBBLICA NON POSSONO COINCIDERE - e quindi LA PREFETTURA CHE FA PARTE DEL POLO SICUREZZA STA A BARLETTA AD OGGI e LA SEDE LEGALE VA AD ANDRIA.»

«La domanda sorge spontanea: ammettendo per assurdo che la materia è di competenza provinciale, LA QUESTURA, CHE FA PARTE DEL POLO SICUREZZA, ora non poterebbe stare ad Andria? Evidentemente nella città piedemurgiana questa regola non si rispetta, come quasi tutte le altre regole. In questo caso coincidono polo istituzionale e parte del polo sicurezza con la questura nella città di Andria.»

Che ne pensi invece dell'approvazione dello statuto?

«E' evidente che dietro lo statuto BT si cela un "furto storico", quello della sede legale a Barletta e si vuole nascondere dietro delle teorie così astruse che neanche chi le ha concepite sembra in grado di comprenderle. Tutto sommato, il centro destra della provincia BT ha superato se stesso, andando indietro nel tempo trasformandosi in un'ottima giunta di prima repubblica così da essere la vergogna ti tutto il centro destra nazionale.»

«Vi e' poi da aggiungere che, oltre la approvazione dello statuto odierno, che porta disdoro a tutta la provincia BT, i responsabili del centro destra provinciale:

1) Non hanno comunicato, preventivamente, al Centro Destra di Barletta l'intenzione di individuare Andria come città per la sede legale della provincia BT, così da valutare una possibile trattativa interna;

2) Non hanno tenuto conto che questo atteggiamento avrebbe indebolito il Centro Destra barlettano per le amministrative che sono alle porte, in questo modo, di fatto, facendo perdere la destra un anno prima (azione fatta di proposito, perché se la destra di Barletta diventa forte, la "torta" deve essere divisa anche con i barlettani); - vera azione di sabotaggio politico, dove ne beneficiano tutti i politici che votando contro Barletta -

3) Ventola ha fatto delle precise promesse; da uomo d'onore sarebbe stato opportuno che fosse venuto a Barletta chiedendo scusa per questa inaspettata mancanza di coerenza;

4) Prima di questo atto di sciacallagio politico, hanno evidentemente atteso la conclusione della campagna elettorale regionale, per sottrarre altri voti da Barletta, perché l'amico Ventola voleva eleggere il suo fedele LOVINO, concretando così un ulteriore spiacevole sintomo di opportunismo;

5) Ove ci sia l'intenzione di trattare tutti allo stesso modo, improvvisamente ispirati da questo nobile principio, se si fosse individuata la sede legale ad Andria, avrebbero conseguentemente dovuto chiedere che la Questura fosse collocata nella città di Barletta, al fine di dimostrare la BUONA FEDE e un trattamento equo; invece in nome del policentrismo a Barletta rimarrà solo la prefettura, solo perchè, per evidenti motivi, non la possono sottrarre come hanno fatto per la sede legale.

6) Non hanno argomenti su cui controbattere e chiedono il rispetto dell'accordo dei sindaci, mai ratificato da alcun consiglio comunale;

7) L'accordo dei sindaci non è più rivendicabile, perché è un documento nullo per le seguenti motivazioni:

•l'accordo prevedeva la costruzione della cittadella istituzionale come requisito essenziale dello stesso, tale struttura doveva sorgere in AGRO DI BARLETTA;
•le assegnazioni alle altre città erano solo meramente provvisorie e non definitive;
•tale accordo è caduto nel nulla, in quanto un requisito essenziale del medesimo, ovvero la costruzione della cittadella, è venuto a mancare;
•nel nostro Ordinamento Giuridico un contratto è valido se tutti i requisiti essenziali siano possibili e realizzabili, nel caso specifico dell'accordo, è venuta a mancare la possibilità di costruire la cittadella, l'intero accordo viene a cadere, diventa nullo, l'oggetto è irrealizzabile;
•il consiglio comunale di Barletta in una delibera ha dato parere negativo su quell'accordo, indirizzando diversamente le rivendicazioni della nostra città;
•nè può rilevare la questione della dislocazione degli uffici, dal momento che Barletta certamente non manca di ottime soluzioni, peraltro di grande prestigio.

Ancora una volta si può dedurre che evidentemente non c'era la vera intenzione di collocare la sede legale a Barletta

8) Lungi dal voler assolutamente mortificare o togliere alcunché alla Città di Andria, vorremmo solo un riconoscimento, da parte delle altre comunità ofantine, per tutto quello che è stato fatto da tutta la Comunità di Barletta per questa provincia; lo stesso Ventola nel suo insediamento ha ricordato i compianti Borraccino, Borgia e don Luigi, tutti barlettani.»

Come reagiranno a questo punto i Barlettani secondo te?

«Di tutta questa deplorevole vicenda, sono sotto gli occhi di tutti le conseguenze e i deprecabili effetti: non solo si sta buttando fango su Barletta, con notizie palesemente distorte comparse sui mezzi di stampa, ma stanno cercando di mettere contro le popolazioni da sempre vicine a Barletta, e tutto questo solo per un meschino scopo politico.

Il popolo di Barletta, ora, è unito più che mai; può aver perso una battaglia, ma non la guerra... ed è già pronto a scendere in piazza e lottare per i propri diritti e il riconoscimento dei meriti che gli appartengono; pertanto a gran voce si chiede che venga indetto il referendum per l'approvazione dello statuto e che si proceda anche in via giudiziaria per veder riconosciuto e tutelato il buon diritto della città CAPOFILA.»
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