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Forum Salute Ambiente, «necessaria la tutela della salute e dell'ambiente»

Alle 18.30 l'esito del monitoraggio presentato alla cittadinanza

«"Imperativa tutela della salute e dell'ambiente": questo l'obiettivo principale del protocollo d'intesa firmato quasi due anni fa da Comune di Barletta, Regione Puglia, Provincia BAT, Arpa Puglia, Asl Bat e CNR-IRSA per l'attuazione di un monitoraggio ambientale dell'area industriale di via Trani, focalizzato principalmente sulla falda e sul suolo. Un protocollo che è giunto alla sua seconda fase e che ha ampiamente dimostrato che la zona industriale di Barletta, in prossimità degli insediamenti abitativi e turistici, è una cloaca di veleni che impregnano le matrici ambientali sin qui indagate». Scrive Sandra Parente a nome del Forum Salute Ambiente Barletta.

«Il lungo elenco degli inquinanti oltre i limiti di legge riscontrati dagli ultimi rilevamenti (cromo esavalente, nitrati, arsenico, piombo, ecc.), che verranno presentati alla cittadinanza oggi presso la Sala Rossa del Castello (ore 18:30), è la dimostrazione di come alcune realtà produttive di questa città abbiano impunemente compromesso l'ambiente e la salute dei cittadini di Barletta. E se hanno potuto farlo è stato grazie alla complicità delle istituzioni che solo dopo le mobilitazioni dei movimenti hanno iniziato un'attività di monitoraggio che finora non ha però dato le risposte che la città si aspettava.

Non bisogna dimenticare che si è cercato in tutti i modi di rimandare la presentazione dei dati sul monitoraggio ambientale, facendo trascorrere oltre tre mesi dall'ultimo tavolo istituzionale in cui sono emersi questi dati inquietanti. Oggi ci interessa conoscere quali sono le ricadute sanitarie di questi veleni, chi sono i responsabili, e soprattutto quali sostanze immettono nell'aria che respiriamo le aziende insalubri. Sì, perché nonostante l'approvazione da parte del Consiglio Comunale della delibera sul monitoraggio ambientale di iniziativa popolare presentata dal Forum Salute Ambiente che dava ampio spazio al monitoraggio dell'aria e alle indagini epidemiologiche, e nonostante il recente stanziamento da parte del Consiglio di 100.000 euro per dare corso a quella delibera, nulla si è ancora mosso su questo fronte. Nel frattempo abili comunicatori ci rassicurano sulla non nocività delle loro attività industriali, mentre basta un pò di pioggia per assistere a cascate di acque reflue spumeggianti che esondano da aziende sotto sequestro.

Tutto normale in questa città dove chi protesta contro l'inquinamento viene accusato dalle associazioni degli industriali, che da sempre rappresentano gli interessi di pochi e potenti padroni, di voler far regredire Barletta arrestandone lo sviluppo economico. La verità è che la storica vocazione agricola, turistica e culturale di Barletta è stata compromessa in modo quasi irrimediabile in pochi decenni di follia imprenditoriale e istituzionale che ha aggredito in modo criminale la salute e l'ambiente, creando un disastro così vasto e diffuso da non poterne ancora delimita i contorni, e danneggiando sia dal punto di vista economico che sanitario il nostro futuro. Il tempo di questa amministrazione sta ormai per scadere, ma non quello dei principali protagonisti politici barlettani che ci rappresentano alla Provincia e alla Regione.

C'è ancora spazio per avviare il monitoraggio chiesto dai cittadini e per inchiodare i responsabili. Ricordiamo che a breve le aziende insalubri chiederanno il rinnovo delle Autorizzazioni di Impatto Ambientale, e senza dati inequivocabili sull'inquinamento di acqua aria e suolo, queste aziende avranno la strada spianata per l'ottenimento delle A.I.A.(Autorizzazione Integrata Ambientale). Per questo invitiamo la cittadinanza attiva alla presentazione dei risultati della seconda fase del protocollo oggi pomeriggio.

È un'occasione da non perdere per far sentire con forza la nostra voce e per portare le nostre istanze all'attenzione delle istituzioni locali e regionali, ribadendo la necessità di avviare al più presto il monitoraggio dell'aria focalizzato sulle emissioni delle aziende insalubri e dello studio epidemiologico sui residenti e sui lavoratori della zona industriale».
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