Riccardo Memeo
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Politica

Elezioni europee: a Barletta una questione per pochi intimi

La nota politica di Riccardo Memeo

Il voto per le Elezioni Europee di domenica scorsa offre molteplici spunti di riflessione, sia in ambito nazionale che locale. Il dato centrale è certamente rappresentato dal successo senza precedenti del PD e soprattutto del suo leader, Matteo Renzi. È indubbio infatti che una percentuale che supera (per la prima volta nella sua storia) il 40% è il frutto del consenso naturale a quel partito, ma anche il valore aggiunto offerto dall'attuale Premier. Lo si deduce anche dalle tantissime schede elettorali riscontrate in tutta Italia, su cui gli elettori hanno posto solo una croce sul simbolo del Partito Democratico, senza aggiungere nessuna preferenza per i candidati. La vittoria insomma è di Renzi, prima ancora che della sua parte politica. Ancora una volta praticamente nessun istituto di sondaggi aveva previsto questo risultato, né tantomeno qualcuno immaginava che il Movimento 5 Stelle potesse andare così al di sotto delle aspettative. Il fenomeno, a nostro avviso, si spiega col fatto che molti elettori, moderati ed un tempo affezionati al centrodestra, siano partiti con tutta l'intenzione di votare Grillo, esasperati dalla situazione socioeconomica, che resta drammatica. Nel corso della campagna elettorale, però, si sono fatti condizionare, e addirittura spaventare dal profilo "estremista" di Grillo, e una volta entrati nella cabina elettorale, hanno optato per Renzi, visto comunque ancora come il nuovo, come elemento "di rottura", ancorché già al Governo da alcuni mesi. Che si sia trattato di un tributo a Renzi piuttosto che di paura per Casaleggio e compagnia, sta di fatto che il voto di domenica aumenta la forza e il peso del Premier, anche a discapito di un NCD, che ottiene un risultato francamente deludente. E a proposito di Nuovo Centrodestra, non si può nascondere anche un risultato inferiore alle attese da parte di Forza Italia. Certo non mancano le scusanti per gli azzurri: non è stato facile affrontare la prima campagna elettorale in cui Berlusconi non era candidato, e soprattutto in cui le limitazioni di movimento (e di parola) del leader hanno penalizzato non poco il partito. Al Sud, ci si consola con una performance ben al di sopra della media nazionale, e con lo straordinario successo personale in termini di preferenze di Raffaele Fitto, candidato più suffragato in assoluto, leader incontrastato del centrodestra pugliese, e aspirante leader nazionale di un'area politica tutta da ricostruire.

Nel nostro territorio, il dato politico più eclatante, sempre dalle parti di Forza Italia, è la mancata rielezione di Sergio Silvestris all'Europarlamento. Nonostante la sua giovane età (meno di quarant'anni), l'esponente biscegliese ex AN può già vantare un curriculum di tutto rispetto: per due volte eletto consigliere regionale, e 5 anni fa eletto eurodeputato con più di 100.000 preferenze. La sua sembrava dovesse essere una irresistibile ascesa, forte anche di un gruppo politico, che Silvestris ha saputo costruire e far crescere all'interno del PdL prima e di Forza Italia poi. Invece, domenica notte, la doccia fredda. E quello che più preoccupa il suo entourage è non solo la mancata rielezione (che per la verità si giustifica anche per le condizioni generali di questa tornata, certamente più dure per tutti i candidati della sua lista), ma soprattutto il vistoso calo di preferenze ottenute nella Bat e a Bisceglie. C'è da scommettere che gli equilibri provinciali e regionali all'interno del partito di Berlusconi cambieranno presto.

Barletta ha vissuto questa campagna elettorale da "spettatrice" passiva: quasi nessun cenno di campagna elettorale, a parte qualche manifestazione di partito, ma giusto il minimo sindacale. E bastava farsi un giro domenica davanti ai plessi scolastici e ai seggi (deserti) per capire che ai signori della politica cittadina queste elezioni non interessavano: del resto loro sono "professionisti", si muovono solo quando in palio c'è un ritorno personale tangibile. Del resto il dato sull'affluenza è abbastanza desolante: 40% contro il 66% della media nazionale. Dai risultati delle nostre 97 sezioni, comunque, emerge un quadro in parte sovrapponibile a quello nazionale, ma con alcune peculiarità: il PD è saldamente il primo partito, con una percentuale superiore alla media pugliese; Forza Italia invece, al 19%, va al di sopra della media nazionale, ma ben al di sotto di quella regionale. Un dato interessante è invece quello dei Movimento 5 Stelle: col 31% si conferma come la seconda forza politica della città, e raccoglie ben 10 punti percentuali in più di quanto Grillo abbia messo insieme in tutta Italia. Probabilmente il disagio socioeconomico a Barletta è particolarmente sentito, di certo più che nelle città vicine, e trova "sfogo" nel voto di protesta "penta stellato". Naturalmente ciò avviene solo quando il voto non è sapientemente guidato dal clientelismo: solo così si spiega il fatto che mentre alle Politiche e alle Europee il partito di Grillo raggiunge percentuali stratosferiche, alle Amministrative precipita a livelli irrilevanti. Infine, interessante è spulciare le preferenze che i singoli candidati hanno raccolto nella nostra città. Quello di supportare un candidato piuttosto che un altro, è infatti uno dei metodi più antichi per "contarsi" all'interno dei partiti. Da questo punto di vista, in Forza Italia brilla la performance di Baldassarre, aiutato dal gruppo di Giovanni Alfarano, che gli ha tributato il miglior risultato tra tutti i comuni della Provincia di Bari e Bat. Il PD "istituzionale" invece ha votato compatto (e "secco") l'Assessore Regionale alla Sanità Elena Gentile, in linea con il resto della Puglia, dove infatti risulta la più suffragata della sua lista. Qualche Renziano della primissima ora, invece, si è incaricato di dare una mano alla capolista Picerno, che rischiava di non arrivare nemmeno prima nella Circoscrizione (ed in effetti è arrivata seconda). Da segnalare, in ultimo, le 700 preferenze a Nicola Caputo, candidato campano di stretta osservanza dalemiana: certi sodalizi non si incrinano mai…

[Riccardo Memeo]
Sul versante opposto, ma partendo dal tema comune delle elezioni europee, scrive oggi su BarlettaViva anche Bruno Lattanzio.
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