Consiglio Comunale Punto Interrogativo
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Politica

Amministrazione Cascella: tra sentenze e rimpasti

Punti dell'odg ancora da approfondire

Il rinvio del consiglio comunale del 12 dicembre è stato ufficialmente motivato, come abbiamo riportato, dall'esigenza di approfondire uno dei punti all'ordine del giorno, ovvero l'approvazione della procedura di acquisizione sanante di un suolo (espropriato nel 2006, e ricadente nella zona 167), al centro da vari anni di un contenzioso giudiziario tra proprietario del suolo stesso e Comune di Barletta. Un percorso scandito dalla giustizia amministrativa che aveva visto, come abbiamo raccontato lo scorso anno, il Consiglio di Stato dare nel 2010 parere favorevole ai ricorsi del proprietario del suolo, il quale aveva chiesto l'annullamento di tre delibere di Consiglio comunale del 2004 (adozione della variante generale al piano di zona 167, approvazione definitiva della stessa variante, approvazione del terzo programma di attuazione della zona 167 per il quinquennio 2004-2009) e del decreto di espropriazione subito. A tale parere era seguito poi il decreto del Presidente della Repubblica (14 settembre 2011) che, su tale parere conforme del Consiglio di Stato, ha accolto i ricorsi in questione presentati.

A maggio di quest'anno il proprietario del suolo ha poi fatto nuovamente ricorso, per l'esecuzione del suddetto decreto, e il 6 dicembre scorso, è stata depositata la sentenza n. 5831 del Consiglio di Stato, che ha ritenuto il ricorso ammissibile e fondato. "Essendo l'appropriazione del bene da parte dell'espropriante, a seguito dell'annullamento del decreto di espropriazione, ormai sine titulo – si legge nella sentenza - sussiste l'obbligo del Comune alla reintegrazione in forma specifica del diritto di proprietà, mediante restituzione del suolo illegittimamente espropriato, previo ripristino dello stato dei luoghi a sue spese e cura , nel termine di novanta giorni (..). L'unico rimedio alternativo all'esecuzione dell'obbligo primario della restituzione, (..) è per il Comune l'acquisizione in via bonaria o, ove ne sussistano i presupposti, mediante ricorso alla procedura indicata dall'art. 42 bis del T.U. n. 327/2001, finalizzata all'adozione di un provvedimento motivato di acquisizione del terreno, con conseguente rifusione del danno da perdita definitiva della proprietà, da liquidarsi nel rispetto dei criteri indicati dal citato articolo".

Verso questo rimedio si era orientata la Giunta Cascella, approvando, con una delibera del 13 settembre, l'atto di indirizzo di questa procedura, che avrebbe dovuto concludersi, entro 90 giorni, in Consiglio comunale, ovvero entro il 12 dicembre, giorno in cui, nelle scorse settimane era stato fissata la seduta consiliare. "La circostanza che detta procedura sanante sia stata già avviata dal Comune - si legge nella sentenza - non può, tuttavia, costituire ulteriore motivo di dilazione (o di rinvio della presente decisione, come richiesto dal Comune) ai fini dell'adempimento dell'obbligo imposto all'amministrazione comunale in virtù del decreto di annullamento dell'espropriazione, potendo impedire il risarcimento in forma specifica solo ove adottata nello stesso termine di novanta giorni assegnato per l'esecuzione mediante reintegrazione del decreto presidenziale azionato".

"Quanto alla domanda di risarcimento del danno per mancato godimento del bene, la stessa va accolta - aggiunge la sentenza - In ogni caso, tale danno si convertirà nell'indennizzo di cui all'art. 42 bis DPR n. 327/2001 qualora il Comune provveda nel senso di sanare l'ablazione illegittima mediante detta forma di acquisizione". L'indennizzo che, scegliendo la strada dell'acquisizione sanante, il Comune di Barletta dovrebbe versare, ammonterebbe a circa 800.000 euro. L'acquisizione sanante come male minore è quindi l'unica soluzione possibile per questa vicenda? Nel 2010, la Giunta Maffei approvò un atto di indirizzo per una transazione (che non ha poi avuto seguito), che prevedeva: l'assegnazione al proprietario del suolo, del diritto di proprietà di due piastre destinate ad attività commerciale (per le quali, avrebbe dovuto corrispondere il costo per la cessione in diritto di proprietà, contestualmente all'effettiva assegnazione delle piastre); la corresponsione dell'indennità di occupazione e di esproprio; l'estinzione, mediante rinuncia, dei procedimenti giudiziari; la compensazione delle spese legali. Oggi, sarebbe riproponibile un nuovo accordo, che possa evitare (o limitare il più possibile) un nuovo ingente esborso per le casse comunali?

Lunedì tornerà a riunirsi la conferenza dei capigruppo, che decidere la calendarizzazione di questo e degli altri punti che erano previsti all'ordine del giorno del Consiglio di giovedì scorso: la variazione al bilancio 2013, approvata venerdì dalla Giunta, e dovuta all'abolizione della seconda rata Imu decisa dal Governo Letta; il riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio relativi alla Rievocazione della Disfida e alla Notte Bianca (rilevati dal Commissario prefettizio a fine 2012, in sede di ricognizione di bilancio). Per questi ultimi due, si sarebbe in attesa di ricevere (prima di portarli in Consiglio) il parere legale dell'Avvocatura comunale.

D'altra parte, questi nodi da sciogliere, sono accompagnati da una situazione politica, nuovamente (se mai avesse cessato di essere tale) in fibrillazione. Dopo le primarie, i venti che chiedono un rimpasto di Giunta, sono tornati a spirare in casa PD, il maggiore partito della coalizione con, di conseguenza, i maggiori mal di pancia. Accettare di avere 9 consiglieri comunali ed un solo assessore in Giunta, come le altre forze politiche, è qualcosa che evidentemente sta stretta a molti. Gli altri malumori risaputi sono in Scelta Civica, partito dei non riconoscimenti reciproci, dove da tempo i consiglieri Lanotte e Maffione non riconoscono politicamente l'assessore Chieppa (una sfiducia latente emersa anche in Consiglio comunale), e da alcune settimane esponenti di Scelta Civica non riconoscono il consigliere Lanotte, come espressione del partito. C'è poi Sinistra Unita (aggettivo che appare oggi ironico), con un assessore e 4 consiglieri, tra i quali si è avuta una spaccatura nel voto di un emendamento all'assestamento di bilancio (Doronzo favorevole, Campese, Lasala e Sciusco, usciti dall'aula). Ed infine la lista civica Cascella Sindaco Insieme, formalmente rappresentata in Giunta dall'assessore Rizzi, il quale è considerato però pienamente espressione di Cascella. L'insofferenza nei confronti del metodo «Giunta politica del sindaco», come lo definì lo stesso Cascella, sembra oggi aver raggiunto il suo picco, e con essa l'insoddisfazione, da parte delle forze politiche, del rapporto tra Giunta e partiti. Il giro di boa dell'amministrazione Cascella è già a rischio burrasca. Il rinvio del Consiglio comunale ha dato così una tregua all'intera situazione politica. Da lunedì si ricomincia.
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