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Attualità

Addio a Rita Borsellino. Barletta accolse il suo messaggio contro la mafia

Una vita contro la mafia che ha intrapreso dopo la morte di suo fratello Paolo Borsellino e della scorta

"La memoria è vita che si coltiva ogni giorno". Un messaggio di speranza che, come un basso, lascia un vuoto assordante nello stomaco. Rita Borsellino, da anni gravemente malata, è morta ieri a Palermo all'età di 72 anni. Quelle parole sono state pronunciate alla vigilia dell'anniversario della strage di via D'Amelio, il 19 luglio. È stata la sua ultima apparizione pubblica.

Una vita contro la mafia, quella della sorella del magistrato Paolo Borsellino. Una missione che Rita ha intrapreso il giorno seguente la morte di suo fratello e della scorta. Nel 1995 diventa vicepresidente dell'associazione antimafia Libera, fondata da don Luigi Ciotti, di cui è stata successivamente nominata presidente onoraria. Alcuni anni dopo, Rita Borsellino fa tappa proprio a Barletta presso la Chiesa del SS. Crocifisso. In quegli anni il parroco era Don Rino Caporusso il quale, con il coinvolgimento di Mons. Giovanni Battista Pichierri, le conferì l'onorificenza per il suo impegno contro le mafie. "Organizzare la speranza" era il titolo dell'incontro, incentrato sui temi della legalità, ricerca della verità, diritto alla casa, e molto altro. Barletta si fece cantiere della speranza, vista non come rassegnazione ma come collaborazione per costruire la giustizia.

Una farmacista, madre di tre figli, rivoluzionaria e di sinistra. Rita Borsellino decide di candidarsi alla presidenza della Regione contro il noto Totò Cuffaro, il quale vinse lasciando molti siciliani con la bocca che sa d'amaro. Legalità, giustizia, lotta sono i messaggi che nonostante la dolorosa malattia sono stati personalmente consegnati, perchè Rita Borsellino non ha mai perso la sua voce.
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