
Calcio
Quarant'anni fa il primo, vero, bellissimo ma incompiuto Barletta di Franco Di Cosola
Nella stagione 1985/86 la squadra di Romiti, Di Maria e di mister Claudio Tobia, sfiora quella Serie B che arriverà l'anno successivo
Barletta - martedì 11 novembre 2025
14.42
In questi tempi di sentimenti ed emozioni fortemente contrastanti per l'andamento in campionato del Barletta, ha destato una certa impressione il fatto che da qualche tempo sui social sta circolando una fotografia ricavata dalla figurina Panini, stagione 1985/86, che ritrae la squadra del Barletta a quel tempo allenato da mister Claudio Tobia.
Chi a quel tempo era uso frequentare la domenica i gradoni dell'allora Stadio Comunale di Via Vittorio Veneto ricorda ancora nomi e volti di quel Barletta bello, ambizioso, ma ancora incompiuto che nella corsa alla Serie B dovette arrendersi solo dinanzi ai più esperti Messina e Taranto, giunti rispettivamente primo e secondo in un campionato coi due punti a vittoria e con l'introduzione dei playoff che sarebbe arrivata solo otto anni dopo.
Quello del 1985/86 fu il primo vero Barletta del presidente Franco Di Cosola, che era arrivato la stagione precedente con i biancorossi di Mario Facco (ex terzino della Lazio "grande e maledetta" di Tommaso Maestrelli e Giorgio Chinaglia), poi di Giovanni Meregalli, e poi ancora di Mario Facco, impelagati nella lotta per una salvezza che raggiungeranno solo all'ultima giornata battendo per 2-0 al Comunale il Messina del professor Franco Scoglio e del ventenne Salvatore "Totò" Schillaci con reti nel primo tempo di Guido Angelozzi e di Marco Romiti.
Dopo quella sofferta salvezza, ecco che Franco Di Cosola, al tempo tra i più importanti imprenditori del Sud Italia del settore calzaturiero, decide di fare grande il Barletta portando agli ordini di mister Claudio Tobia il portiere ex Como, SPAL e Casertana Roberto Renzi, in compagnia del terzino destro Cazzani, prelevato anch'egli dalla Casertana insieme al raffinato regista Paolo Doto.
Arrivano inoltre anche l'ala barlettana Gaetano Paolillo dal Legnano, e l'ex centrocampista di Bari e Foggia Lello Sciannimanico, mentre dal Rende arriva il ventenne fantasista Gaetano Di Maria.
Confermatissimi invece lo stopper Vito Petruzzelli, l'esperto mediano Renzo Castagnini, e la coppia gol composta da Marco Romiti e Giampiero Alivernini.
Grande favorito al salto in Serie B è il già citato Messina di Franco Scoglio, mentre la grande incognita è rappresentata dal nuovo Taranto del presidente Vito Fasano, il quale da qualche mese aveva rilevato il titolo sportivo della vecchia società retrocessa dalla B, dichiarata fallita, nonché coinvolta nell'affaire Taranto-Padova.
Alla vigilia del campionato di Serie C/1 1985/86 il Barletta era dato tra le possibili outsider, insieme alle solite Casertana, Salernitana, Cosenza e Foggia.
Obiettivo dichiarato del primo vero Barletta di Franco Di Cosola alla vigilia di Barletta-Brindisi del 22 settembre 1985 (prima di campionato) è quantomeno la qualificazione alla Coppa Italia di Serie A e B.
Per la cronaca, Barletta-Brindisi finisce 2-0 grazie alle reti nel primo tempo di Sciannimanico e Romiti.
Dopo un buon pari a Sorrento, l'entusiasmo biancorosso comincia ad accendersi domenica 6 ottobre, quando un gol di Marco Romiti nel secondo tempo mette ko il Taranto di Maiellaro, D'Ottavio e Totò Lopez, portando la squadra di Claudio Tobia al primo posto.
Da quel momento in poi il Barletta comincia purtroppo a mostrare l'altro lato della sua medaglia, fatto di partite a tratti dominate, dove però per un motivo o per un altro, l' avversario di turno riusciva a portare la pelle a casa.
Succede così che il Barletta si impantana in una serie di sette pareggi consecutivi: una serie che si conclude al Dino Liotta di Licata domenica 1 dicembre 1985, quando i biancorossi conoscono la prima sconfitta in campionato sul campo dei gialloblu agrigentini allenati dal trentottenne Zdenek Zeman.
Al vertice della classifica del girone B di Serie C/1 vi è ora una grande ammucchiata della quale, oltre alle favorite Messina e Taranto, fanno parte a sopresa anche matricole terribili come il Siena del bomber Claudio Fermanelli, e proprio il Licata tutto siciliano di Zeman, squadra tanto fragile lontano dalle terre di Pirandello, quanto praticamente imbattibile sulla terra battuta del Dino Liotta.
Pur non vincendo dalla terza giornata, il Barletta non è comunque lontanissimo dalla vetta, e dopo altri tre pareggi contro Ternana, Campania e Benevento, il 5 gennaio 1986 la squadra di Tobia riesce finalmente a spezzare l'incantesimo grazie a un rigore di Romiti al 90' contro il Livorno dell'ex Maurizio D'Este e dei giovanissimi Igor Protti e Massimiliano Allegri.
IL successo sul Livorno sblocca in qualche modo il Barletta, che la domenica successiva pareggia 2-2 a Salerno dopo essere stato in vantaggio 2-0, e poi, sempre grazie a un rigore di Romiti quasi allo scadere, batte il Siena portandosi a -3 dalla vetta.
Il problema però è che tra fine 1985 e inizio 1986, Messina e Taranto trovano il passo decisivo per puntare dritti alla B, e così, dopo il brillante 2-0 di Brindisi, e il deludente zero a zero del Comunale contro il Sorrento, il Barletta subisce allo Iacovone di Taranto la tremenda vendetta di Pietro Maiellaro (autore di una doppietta) e compagni, che riscattano la sconfitta dell'andata con un impietoso 4-0 che ridimensiona di molto le ambizioni di cateddetria del Barletta.
Dopo l'importante successo al Comunale sulla Casertana (gol ancora di Romiti), e i due pareggi contro Cosenza e Cavese, il Barletta subisce la sconfitta decisiva a Messina, quando un guizzo sotto rete del ventunenne Totò Schillaci spegne in maniera quasi definitiva le speranze di promozione in B di Romiti, Di Maria e compagni.
Il ko di Messina ha paradossalmente un effetto quasi liberatorio sulle gambe e sulla testa dei giocatori di Claudio Tobia, i quali, dopo la sosta del campionato prevista per metà marzo, sbancano il Veneziani di Monopoli con un secco 3-0 dove torna al gol dopo quattro mesi Alivernini.
Il successo di Monopoli da il via a un finale di stagione per il Barletta che, pur non risultando sufficiente per provare ad agganciare i fuggitivi Messina e Taranto, da l'esatta misura del reale potenziale della squadra di Tobia, che chiude il campionato con 6 vittorie 2 pareggi e 2 sconfitte (quella di Foggia, e quella a conti fatti ininfluente di Siena all'ultima giornata).
Ma soprattutto nelle ultime dieci partite il Barletta realizza ben 17 gol, a fronte dei soli 22 nelle prime 24 giornate di campionato, raddoppiando in pratica la media realizzativa, e instillando più che qualche rimpianto in una tifoseria comunque entusiasta per il terzo posto finale e per la prima storica qualificazione ai gironi della Coppa Italia dei grandi.
A ulteriore testimonianza del bilancio più che positivo della prima stagione intera del Barletta di Franco Di Cosola, vi è Marco Romiti che con 17 reti conquista il trono di capocannoniere del girone B di Serie C/1 davanti a gente come Totò De Vitis, Nicola D'Ottavio, Gabriele Messina, Bartolomeo Di Michele, Pietro Maiellaro e il futuro bomber di Italia '90 Totò Schillaci.
E poi vi è la soddisfazione per la giovane e fantasiosa ala Gaetano Di Maria, votato dagli addetti ai lavori come miglior giocatore di tutta la Serie C per la stagione 1985/86.
Tutte premesse per una stagione 1986/87 che a questo punto non poteva non essere che quella del grande salto…
Chi a quel tempo era uso frequentare la domenica i gradoni dell'allora Stadio Comunale di Via Vittorio Veneto ricorda ancora nomi e volti di quel Barletta bello, ambizioso, ma ancora incompiuto che nella corsa alla Serie B dovette arrendersi solo dinanzi ai più esperti Messina e Taranto, giunti rispettivamente primo e secondo in un campionato coi due punti a vittoria e con l'introduzione dei playoff che sarebbe arrivata solo otto anni dopo.
Quello del 1985/86 fu il primo vero Barletta del presidente Franco Di Cosola, che era arrivato la stagione precedente con i biancorossi di Mario Facco (ex terzino della Lazio "grande e maledetta" di Tommaso Maestrelli e Giorgio Chinaglia), poi di Giovanni Meregalli, e poi ancora di Mario Facco, impelagati nella lotta per una salvezza che raggiungeranno solo all'ultima giornata battendo per 2-0 al Comunale il Messina del professor Franco Scoglio e del ventenne Salvatore "Totò" Schillaci con reti nel primo tempo di Guido Angelozzi e di Marco Romiti.
Dopo quella sofferta salvezza, ecco che Franco Di Cosola, al tempo tra i più importanti imprenditori del Sud Italia del settore calzaturiero, decide di fare grande il Barletta portando agli ordini di mister Claudio Tobia il portiere ex Como, SPAL e Casertana Roberto Renzi, in compagnia del terzino destro Cazzani, prelevato anch'egli dalla Casertana insieme al raffinato regista Paolo Doto.
Arrivano inoltre anche l'ala barlettana Gaetano Paolillo dal Legnano, e l'ex centrocampista di Bari e Foggia Lello Sciannimanico, mentre dal Rende arriva il ventenne fantasista Gaetano Di Maria.
Confermatissimi invece lo stopper Vito Petruzzelli, l'esperto mediano Renzo Castagnini, e la coppia gol composta da Marco Romiti e Giampiero Alivernini.
Grande favorito al salto in Serie B è il già citato Messina di Franco Scoglio, mentre la grande incognita è rappresentata dal nuovo Taranto del presidente Vito Fasano, il quale da qualche mese aveva rilevato il titolo sportivo della vecchia società retrocessa dalla B, dichiarata fallita, nonché coinvolta nell'affaire Taranto-Padova.
Alla vigilia del campionato di Serie C/1 1985/86 il Barletta era dato tra le possibili outsider, insieme alle solite Casertana, Salernitana, Cosenza e Foggia.
Obiettivo dichiarato del primo vero Barletta di Franco Di Cosola alla vigilia di Barletta-Brindisi del 22 settembre 1985 (prima di campionato) è quantomeno la qualificazione alla Coppa Italia di Serie A e B.
Per la cronaca, Barletta-Brindisi finisce 2-0 grazie alle reti nel primo tempo di Sciannimanico e Romiti.
Dopo un buon pari a Sorrento, l'entusiasmo biancorosso comincia ad accendersi domenica 6 ottobre, quando un gol di Marco Romiti nel secondo tempo mette ko il Taranto di Maiellaro, D'Ottavio e Totò Lopez, portando la squadra di Claudio Tobia al primo posto.
Da quel momento in poi il Barletta comincia purtroppo a mostrare l'altro lato della sua medaglia, fatto di partite a tratti dominate, dove però per un motivo o per un altro, l' avversario di turno riusciva a portare la pelle a casa.
Succede così che il Barletta si impantana in una serie di sette pareggi consecutivi: una serie che si conclude al Dino Liotta di Licata domenica 1 dicembre 1985, quando i biancorossi conoscono la prima sconfitta in campionato sul campo dei gialloblu agrigentini allenati dal trentottenne Zdenek Zeman.
Al vertice della classifica del girone B di Serie C/1 vi è ora una grande ammucchiata della quale, oltre alle favorite Messina e Taranto, fanno parte a sopresa anche matricole terribili come il Siena del bomber Claudio Fermanelli, e proprio il Licata tutto siciliano di Zeman, squadra tanto fragile lontano dalle terre di Pirandello, quanto praticamente imbattibile sulla terra battuta del Dino Liotta.
Pur non vincendo dalla terza giornata, il Barletta non è comunque lontanissimo dalla vetta, e dopo altri tre pareggi contro Ternana, Campania e Benevento, il 5 gennaio 1986 la squadra di Tobia riesce finalmente a spezzare l'incantesimo grazie a un rigore di Romiti al 90' contro il Livorno dell'ex Maurizio D'Este e dei giovanissimi Igor Protti e Massimiliano Allegri.
IL successo sul Livorno sblocca in qualche modo il Barletta, che la domenica successiva pareggia 2-2 a Salerno dopo essere stato in vantaggio 2-0, e poi, sempre grazie a un rigore di Romiti quasi allo scadere, batte il Siena portandosi a -3 dalla vetta.
Il problema però è che tra fine 1985 e inizio 1986, Messina e Taranto trovano il passo decisivo per puntare dritti alla B, e così, dopo il brillante 2-0 di Brindisi, e il deludente zero a zero del Comunale contro il Sorrento, il Barletta subisce allo Iacovone di Taranto la tremenda vendetta di Pietro Maiellaro (autore di una doppietta) e compagni, che riscattano la sconfitta dell'andata con un impietoso 4-0 che ridimensiona di molto le ambizioni di cateddetria del Barletta.
Dopo l'importante successo al Comunale sulla Casertana (gol ancora di Romiti), e i due pareggi contro Cosenza e Cavese, il Barletta subisce la sconfitta decisiva a Messina, quando un guizzo sotto rete del ventunenne Totò Schillaci spegne in maniera quasi definitiva le speranze di promozione in B di Romiti, Di Maria e compagni.
Il ko di Messina ha paradossalmente un effetto quasi liberatorio sulle gambe e sulla testa dei giocatori di Claudio Tobia, i quali, dopo la sosta del campionato prevista per metà marzo, sbancano il Veneziani di Monopoli con un secco 3-0 dove torna al gol dopo quattro mesi Alivernini.
Il successo di Monopoli da il via a un finale di stagione per il Barletta che, pur non risultando sufficiente per provare ad agganciare i fuggitivi Messina e Taranto, da l'esatta misura del reale potenziale della squadra di Tobia, che chiude il campionato con 6 vittorie 2 pareggi e 2 sconfitte (quella di Foggia, e quella a conti fatti ininfluente di Siena all'ultima giornata).
Ma soprattutto nelle ultime dieci partite il Barletta realizza ben 17 gol, a fronte dei soli 22 nelle prime 24 giornate di campionato, raddoppiando in pratica la media realizzativa, e instillando più che qualche rimpianto in una tifoseria comunque entusiasta per il terzo posto finale e per la prima storica qualificazione ai gironi della Coppa Italia dei grandi.
A ulteriore testimonianza del bilancio più che positivo della prima stagione intera del Barletta di Franco Di Cosola, vi è Marco Romiti che con 17 reti conquista il trono di capocannoniere del girone B di Serie C/1 davanti a gente come Totò De Vitis, Nicola D'Ottavio, Gabriele Messina, Bartolomeo Di Michele, Pietro Maiellaro e il futuro bomber di Italia '90 Totò Schillaci.
E poi vi è la soddisfazione per la giovane e fantasiosa ala Gaetano Di Maria, votato dagli addetti ai lavori come miglior giocatore di tutta la Serie C per la stagione 1985/86.
Tutte premesse per una stagione 1986/87 che a questo punto non poteva non essere che quella del grande salto…
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