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Calcio

Michele Di Paola: «Con l'aiuto di tutti costruiremo un grande Barletta»

Tutto l'entusiasmo del giovane presidente biancorosso

L'entusiasmo e l'energia figlie della gioventù, l'amore per i colori biancorossi ed una innata passione per il calcio. Sono queste le caratteristiche che spiccano nel dottor Michele Di Paola, 31enne, da qualche giorno al fianco di Pino Pollidori nell'ufficio di presidenza del Barletta 1922. Idee chiare, tanta voglia di fare e programmi ambiziosi per il futuro, Di Paola ci ha spiegato in poche parole la sua idea di calcio, la sua idea di Barletta. Un Barletta che per il giovane presidente non può restare in categorie come l'Eccellenza, un Barletta che merita ben altro e che ha bisogno di tutte le componenti per poter raggiungere i palcoscenici ambiti.

Dottor Di Paola in sede di presentazione non ha nascosto il proprio amore per i colori biancorossi. Che emozioni sta provando in questo momento?
«Sto provando davvero delle belle emozioni, essere alla guida del Barletta mi rende orgoglioso, mi responsabilizza e mi dà tanta carica. Il mio auspicio è che tutti le componenti remino nella stessa direzione, che ci sia unità di intenti ed in questo modo sono convinto che potremo toglierci tante soddisfazioni».

Com'è nato l'interesse per questo progetto? Il presidente Pollidori ha parlato di una fitta serie di incontro dopo l'appello all'imprenditoria lanciato la scorsa settimana, com'è andata?
«Ho accolto in modo sincero e concreto l'appello dell'amico Pino e di qualche altro amico che aveva chiesto un mio intervento per dare una mano al Barletta calcio. Mi sono sentito di fare questo passo dopo lunghe ed accurate riflessioni ed ho deciso di farlo con gioia. Sono molto convinto della mia scelta, sono deciso e sicuro di me stesso».

C'è la possibilità che la compagine societaria si allarghi ulteriormente?
«Le porte sono sempre aperte per tutti. Ad oggi è stato immesso capitale fresco, abbiamo fatto diversi acquisti di spessore ma ovviamente chiunque voglia avvicinarsi alla nostra società è ben accetto, soprattutto per garantire quella continuità di cui abbiamo bisogno. Fare calcio per 4 mesi o per un anno per poi trovarsi a vivere situazioni difficili non è una cosa possibile per una piazza come Barletta. La continuità di un progetto dipende da tanti fattori, noi ci metteremo del nostro, chiunque vorrà darci una mano, lo ripeto, è ben accetto».

Parlando di progettualità non si può fare a meno di rivolgere l'attenzione alla questione degli impianti sportivi barlettani, qual è l'obiettivo della nuova società?
«L'obiettivo concreto è quello di rendere agibile la tribuna del "Puttilli". In questi giorni ho sentito parlare di altre soluzioni come quella dell'ampliamento del "Manzi-Chiapulin", ma posso dire che non ci interessano perchè la nostra casa è il "Puttilli" ed è lì che dobbiamo tornare a giocare. Ovviamente per tornare nella nostra casa c'è bisogno dell'aiuto della nostra amministrazione, e mi auguro che il mio ingresso possa sensibilizzarla rispetto a questo problema. Mi rendo conto che la città è piena di questioni da risolvere ma, quello dello stadio è un problema annoso che merita di essere affrontato e risolto in via definitiva».

L'inizio del mercato biancorosso è stato a dir poco scoppiettante, dobbiamo aspettarci ancora altri movimenti?
«Diciamo che il grosso è fatto. Ovviamente il mercato non è ancora concluso, abbiamo ancora una settimana circa per lavorare e cercheremo di sfruttarla per migliorare ulteriormente la qualità della squadra portando degli elementi di grande caratura. Ovviamente il tutto deve avvenire in accordo con il mister e sempre nei limiti delle nostre possibilità. Noi non siamo abituati a fare il passo più lungo della gamba, i conti devono essere regolari, ma alla fine non posso escludere che qualcos'altro possa accadere».
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