"Mennea Day": la vittoria dello sport tra le polemiche

Ci sono valori dello sport come il sacrificio, la voglia di superarsi, il saper gareggiare in maniera sana che l'atletica leggera insegna più di altri sport. In un giorno come questo, il Mennea Day cerca proprio di trasmettere questi insegnamenti che sono il ricordo che ci ha lasciato un atleta e uomo straordinario come Pietro Mennea.

Il Mennea Day, svoltosi nella cornice dello stadio "Lello Simeone", dimostra che insegnare tutto questo ai ragazzi (ma anche a degli adulti) è possibile, è l'immagine di uno sport sano, che fa bene e si può vedere proprio dal numero di giovani partecipanti, di tutte le età, la migliore immagine di un panorama sportivo, quello barlettano, costretto a convivere con problemi di tutti i tipi: dai ritardi sulla consegna del "Cosimo Puttilli" fino allo stato in cui versa proprio il "Lello Simeone". Nonostante tutto questo ieri c'è stata l'occasione di fare sport per molti ragazzi: alcuni si sono cimentati nei famosi 200m piani, la disciplina che ha reso famoso Mennea, sulla pista che lo ha visto muovere i primi passi verso l'oro olimpico.

La manifestazione è stata anche un momento di raccoglimento per ricordare chi è stato Pietro Paolo Mennea, l'uomo e l'atleta simbolo del "Mennea Day" nato nel 2013, proprio l'anno della morte dell'atleta barlettano, per commemorare il record di 19'72'' di Mosca '80, attraverso le parole di chi lo ha conosciuto come il Prof. Acquafresca, che ha ricordato i primi passi mossi da Mennea nel mondo dell'atletica, i primi allenamenti o, una volta ritiratosi, i messaggi contro l'uso di sostanze dopanti o alcune critiche verso l'organizzazione delle olimpiadi.

Tra gli altri, è intervenuto anche il Prof. Franco Mascolo che ha evidenziato la sua felicità nel vedere molta partecipazione all'evento: «E' sicuramente un piacere vedere come ci sia molto pubblico oggi. Oggi siamo tornati presso il vecchio "Lello Simeone" fautore dei primi risultati positivi di Pietro Mennea ma vorrei molto vedere la mitica pista di Barletta tornare ai fasti di un tempo. Lo stato degradato in cui versa mi fa male, i ragazzi vogliono gareggiare, scalpitano ma i nostri atleti devono andare fuori, a Bisceglie, Andria, Corato per potersi allenare in maniera dignitosa».

Tra le voci anche quella di Mimmo Ostuni, preparatore di Veronica Inglese che ha sottolineato come l'esperienza di Veronica rinnovi quella di Mennea portando in alto i colori italiani e barlettani nel mondo: il suo percorso ha avuto inizio ad appena 10 anni e le ha permesso di raggiungere le olimpiadi, speriamo che sulla sua traccia ci siano ragazzi che possano emergere, magari in una cornice più dignitosa per le loro ambizioni, in uno stadio rinnovato, moderno.

Il "Mennea Day" si è svolto in un clima sereno, vivace, nonostante le polemiche degli stessi addetti ai lavori: lo stato della pista su cui i ragazzi hanno gareggiato, vorrebbe ricordare la prima pista calcata da Mennea verso il successo ma oggi, 60 anni dopo, è giusto che i ragazzi - e tutti gli sportivi barlettani - abbiano un posto adatto alla propria voglia di fare, di gareggiare e magari, perché no, anche di vincere.