
Calcio
Barletta-Ferrandina: niente allarmismi, ma che sia una sconfitta salutare
L'imprevisto ko di coppa e le fisiologiche difficoltà di un Barletta forte ma ancora tutto da costruire
Barletta - lunedì 25 agosto 2025
11.13
Dopo il Portici nel 2022 e il Bitonto nel 2024, quest'anno è toccato al Ferrandina togliersi la soddisfazione non da poco di far fuori il Barletta dalla Coppa Italia di Serie D. Eroe della serata per i lucani è stato il giovane portiere, classe 2006, Pierfrancesco Galiano, il quale ha riscattato la grave incertezza dalla quale è scaturito il gol del 1-1 di Marco Manetta, neutralizzando agli shoot-out di Guadalupi, Piarulli e Di Cuonzo e dando al Ferrandina l'insperata qualificazione al turno successivo di coppa, che i lucani disputeranno domenica prossima sul campo della Fidelis Andria.
Qualificazione meritata? Ci limitiamo a sottolineare che il Ferrandina non ha rubato nulla. La squadra allenata quest'anno dall'ex tecnico del Gravina Antonio Summa è stata brava più che altro a contenere le manovre offensive di un Barletta apparso nell'occasione appesantito, appannato e con evidenti (e forse anche comprensibili) problemi di amalgama.
La squadra allenata da Massimo Pizzulli, fermo restando gli enormi margini di miglioramento, specialmente dal punto di vista offensivo, ha sciorinato una prestazione opaca e con poche idee che non fossero il solito cross al centro per un a tratti isolatissimo Mateus Da Silva.
Un copione tattico che - eccezion fatta che per la scorsa stagione di Eccellenza, dove il Barletta faceva un po' la parte del laureando in astrofisica in una classe di terza media - nelle passate stagioni si era già visto anche con Farina e con Ginestra.
Per carità, assolutamente nulla di allarmante né tanto meno di irreversibile, anche perché l'obiettivo stagionale del Barletta era e resta il campionato, dove la squadra di Pizzulli avrà tempo e modo di strutturarsi a dovere e di migliorare l'intesa fra i tanti nuovi e importanti innesti.
Si evitino quindi i quanto meno improvvidi paragoni con l'eliminazione patita due anni fa (sempre al Puttilli, e sempre ai calci di rigore) contro il Bitonto. Altro contesto, altra squadra, e altra storia.
Certo, la delusione c'è, e ci mancherebbe altro, ma visto così questo Barletta é squadra che non può che crescere, visti gli elementi di notevole spessore ed esperienza in questa categoria.
Del resto la storia del girone H di Serie D è piena di casi di squadre sulla carta fortissime, e talvolta vincenti, che all'inizio hanno faticato ad ingranare la marcia giusta.
Di positivo in Barletta-Ferrandina, topica sul gol lucano a parte, si è vista una buona fase difensiva e una buona pulizia in fase di impostazione, mentre sicuramente da migliorare è l'intesa tra i reparti da centrocampo in su dove, ripetiamo, Mateus Da Silva è parso per larghi tratti della partita fin troppo isolato in avanti a fare sportellate con l'arcigna difesa lucana.
Fondamentali saranno a tal proposito il miglioramento della manovra offensiva per vie centrali, e un maggiore coinvolgimento dei centrocampisti in fase di conclusione.
Dal punto di vista delle individualità è piaciuta la prestazione sulla sinistra di Laringe, di gran lunga il più vivace in fase offensiva, sul quale spesso la difesa del Ferrandina è stata costretta al raddoppio di marcatura.
In conclusione, ci sarà sicuramente tanto da lavorare in queste due settimane che ci separano dalla trasferta di Francavilla, dove naturalmente ci si attenderà un Barletta molto diverso da quello visto con il Ferrandina.
Un Barletta sicuramente con i meccanismi di squadra più oliati, e magari con qualche altro rinforzo tra il centrocampo e l'attacco che possa quanto prima mettere in moto a pieni giri la macchina biancorossa, che a prescindere dalla delusione di coppa resta una delle massime favorite al traguardo finale.
Qualificazione meritata? Ci limitiamo a sottolineare che il Ferrandina non ha rubato nulla. La squadra allenata quest'anno dall'ex tecnico del Gravina Antonio Summa è stata brava più che altro a contenere le manovre offensive di un Barletta apparso nell'occasione appesantito, appannato e con evidenti (e forse anche comprensibili) problemi di amalgama.
La squadra allenata da Massimo Pizzulli, fermo restando gli enormi margini di miglioramento, specialmente dal punto di vista offensivo, ha sciorinato una prestazione opaca e con poche idee che non fossero il solito cross al centro per un a tratti isolatissimo Mateus Da Silva.
Un copione tattico che - eccezion fatta che per la scorsa stagione di Eccellenza, dove il Barletta faceva un po' la parte del laureando in astrofisica in una classe di terza media - nelle passate stagioni si era già visto anche con Farina e con Ginestra.
Per carità, assolutamente nulla di allarmante né tanto meno di irreversibile, anche perché l'obiettivo stagionale del Barletta era e resta il campionato, dove la squadra di Pizzulli avrà tempo e modo di strutturarsi a dovere e di migliorare l'intesa fra i tanti nuovi e importanti innesti.
Si evitino quindi i quanto meno improvvidi paragoni con l'eliminazione patita due anni fa (sempre al Puttilli, e sempre ai calci di rigore) contro il Bitonto. Altro contesto, altra squadra, e altra storia.
Certo, la delusione c'è, e ci mancherebbe altro, ma visto così questo Barletta é squadra che non può che crescere, visti gli elementi di notevole spessore ed esperienza in questa categoria.
Del resto la storia del girone H di Serie D è piena di casi di squadre sulla carta fortissime, e talvolta vincenti, che all'inizio hanno faticato ad ingranare la marcia giusta.
Di positivo in Barletta-Ferrandina, topica sul gol lucano a parte, si è vista una buona fase difensiva e una buona pulizia in fase di impostazione, mentre sicuramente da migliorare è l'intesa tra i reparti da centrocampo in su dove, ripetiamo, Mateus Da Silva è parso per larghi tratti della partita fin troppo isolato in avanti a fare sportellate con l'arcigna difesa lucana.
Fondamentali saranno a tal proposito il miglioramento della manovra offensiva per vie centrali, e un maggiore coinvolgimento dei centrocampisti in fase di conclusione.
Dal punto di vista delle individualità è piaciuta la prestazione sulla sinistra di Laringe, di gran lunga il più vivace in fase offensiva, sul quale spesso la difesa del Ferrandina è stata costretta al raddoppio di marcatura.
In conclusione, ci sarà sicuramente tanto da lavorare in queste due settimane che ci separano dalla trasferta di Francavilla, dove naturalmente ci si attenderà un Barletta molto diverso da quello visto con il Ferrandina.
Un Barletta sicuramente con i meccanismi di squadra più oliati, e magari con qualche altro rinforzo tra il centrocampo e l'attacco che possa quanto prima mettere in moto a pieni giri la macchina biancorossa, che a prescindere dalla delusione di coppa resta una delle massime favorite al traguardo finale.




















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