Calcio
Audace Barletta-Molfetta Sportiva, ovvero gli opposti estremi del calcio dilettantistico
La capolista del girone A di Promozione impegnata in quello che più che un testa-coda è il manifesto perfetto del calcio italiano attuale
Barletta - venerdì 6 dicembre 2024
15.04
Bruno, Chionna, Pepe; Tuttisanti, Tagliente, Raimondo; Caldarola, De Bellis, Grieco, Di Baia, Del Zotti. Allenatore: Rodolfo Conte.
Questa la formazione con la quale domenica 16 settembre 1990 la Molfetta Sportiva 1917 S.r.l. scendeva in campo al "Benelli" di Pesaro per il match Vis Pesaro-Molfetta valevole per la prima giornata del C di Serie C/2 1990/91. Serie C/2 nella quale la Molfetta Sportiva vi era approdata, dopo aver l'anno precedente terminato al secondo posto dietro la Vastese nell'allora campionato Interregionale (oggi Serie D) grazie al ripescaggio dovuto all'esclusione dai campionati di Serie C di alcune squadre.
La Molfetta Sportiva rimase in C/2 per cinque anni. Cinque stagioni nelle quali i biancorossi molfettesi ottennero salvezze piuttosto tranquille, con l'apice del quinto posto in classifica nella stagione 1992/93 (i playoff sarebbero stati introdotti solo nella stagione successiva).
L'epoca d'oro della Molfetta Sportiva si concluse nella stagione 1994/95 con la retrocessione nei campionati dilettantistici. Una retrocessione che in pratica segnò la fine del calcio molfettese a grandi livelli.
Oggi la Molfetta Sportiva 1917, avversaria dell'Audace Barletta domenica pomeriggio al "Puttilli", fermo restando il sacrosanto rispetto soprattutto per chi corre, gioca e suda in campo, dopo numerosi e regolarmente falliti tentativi di rinascita, che sia Eccellenza o Promozione, più che una squadra di calcio sembra essere diventata un pallottoliere itinerante. Definizione non certo frutto di quel che da parte nostra potrebbe persino sembrare sadismo, ma dei nudi, crudi e incontestabili numeri che parlano di 85 gol subiti in 13 partite, naturalmente tutte perse e di una squadra che, specie nelle ultime uscite, fa addirittura fatica a presentare una distinta degna di tal nome ai direttori di gara. Un qualcosa di dannoso soprattutto per chi scende in campo e ogni domenica subisce un qualcosa che va a mortificare le proprie ambizioni di carriera, magari anche da rilanciare in altri e più credibili contesti. E poi naturalmente un qualcosa di profondamente umiliante per quello che è stato di gran lunga il titolo sportivo più prestigioso della città di Molfetta.
Dall'altra parte della barricata l'Audace Barletta dei 39 punti su 42 disponibili. L'Audace Barletta composta per metà da chi, in campo e non solo, tre anni or sono stravinse tutto quel che c'era da vincere a livello di Eccellenza. L'Audace Barletta dell'ambizioso progetto sportivo del presidente Michele Dibenedetto e soci che punta dritto al campionato di Eccellenza e poi magari chissà…
Quello tra Audace Barletta e Molfetta Sportiva non è il tipico confronto tra la prima e l'ultima in classifica di un campionato di Promozione (sarebbe persino offensivo per l'intelligenza di chi legge definirlo tale) ma il manifesto perfetto di quel che oggi è diventato a tutti i livelli, il calcio italiano. Un calcio dove i soliti "gattopardi" hanno ben pensato di lavarsi la coscienza (missione decisamente incompiuta) introducendo la regola farsa degli under (qualcuno faccia un nome, uno solo in trent'anni, di un ragazzo partito come under tra i dilettanti e arrivato al calcio che conta) e di perseverare nel loro essere forti coi deboli e deboli coi forti. Perché in fondo chi se ne frega se una società e un gruppo di ragazzi che indossano una maglia un tempo intrisa di dignità e onore non hanno risorse a sufficienza per evitare di subire 10 gol a partita? L'importante è andare a giocare la Supercoppa in Arabia Saudita, tirarsi la proverbiale "calzetta" sui diritti TV, ridurre la Coppa Italia (che una volta era letteralmente la salvezza di molte squadre delle categorie minori) a un patetico torneo riserve con stadi sistematicamente vuoti, condito con l'esibizione canora finale dell'artista "steccante" di turno. L'importante, infine, è salvare amici e potenti, per poi magari plaudire ipocritamente alle "favole" dei Leicester di altri e decisamente più seri lidi.
Per quanto riguarda il campo, che è la cosa decisamente più bella e genuina del calcio dilettantistico, la 14a giornata del girone A di Promozione, oltre ad Audace - Molfetta Sportiva, vede la Virtus Mola seconda in classifica impegnata in casa contro il San Severo, mentre
le terze, Virtus Palese e San Marco, saranno impegnate rispettivamente in trasferta, sul campo del Capurso, e in casa contro il Soccer Trani.
Turni sulla carta favorevoli in ottica play off per Lucera, in casa con la Virtus Bisceglie, e Real Siti, impegnato sul campo del Bitritto Norba. Zona play off che potrebbe non essere più così lontana per il Don Uva Bisceglie, che al "Di Liddo" riceverà la visita del Troia penultimo in classifica. Interessanti infine, i confronti tra Soccer Stornara e Santeramo, e tra Cosmano Sport e Borgorosso Molfetta.
Questa la formazione con la quale domenica 16 settembre 1990 la Molfetta Sportiva 1917 S.r.l. scendeva in campo al "Benelli" di Pesaro per il match Vis Pesaro-Molfetta valevole per la prima giornata del C di Serie C/2 1990/91. Serie C/2 nella quale la Molfetta Sportiva vi era approdata, dopo aver l'anno precedente terminato al secondo posto dietro la Vastese nell'allora campionato Interregionale (oggi Serie D) grazie al ripescaggio dovuto all'esclusione dai campionati di Serie C di alcune squadre.
La Molfetta Sportiva rimase in C/2 per cinque anni. Cinque stagioni nelle quali i biancorossi molfettesi ottennero salvezze piuttosto tranquille, con l'apice del quinto posto in classifica nella stagione 1992/93 (i playoff sarebbero stati introdotti solo nella stagione successiva).
L'epoca d'oro della Molfetta Sportiva si concluse nella stagione 1994/95 con la retrocessione nei campionati dilettantistici. Una retrocessione che in pratica segnò la fine del calcio molfettese a grandi livelli.
Oggi la Molfetta Sportiva 1917, avversaria dell'Audace Barletta domenica pomeriggio al "Puttilli", fermo restando il sacrosanto rispetto soprattutto per chi corre, gioca e suda in campo, dopo numerosi e regolarmente falliti tentativi di rinascita, che sia Eccellenza o Promozione, più che una squadra di calcio sembra essere diventata un pallottoliere itinerante. Definizione non certo frutto di quel che da parte nostra potrebbe persino sembrare sadismo, ma dei nudi, crudi e incontestabili numeri che parlano di 85 gol subiti in 13 partite, naturalmente tutte perse e di una squadra che, specie nelle ultime uscite, fa addirittura fatica a presentare una distinta degna di tal nome ai direttori di gara. Un qualcosa di dannoso soprattutto per chi scende in campo e ogni domenica subisce un qualcosa che va a mortificare le proprie ambizioni di carriera, magari anche da rilanciare in altri e più credibili contesti. E poi naturalmente un qualcosa di profondamente umiliante per quello che è stato di gran lunga il titolo sportivo più prestigioso della città di Molfetta.
Dall'altra parte della barricata l'Audace Barletta dei 39 punti su 42 disponibili. L'Audace Barletta composta per metà da chi, in campo e non solo, tre anni or sono stravinse tutto quel che c'era da vincere a livello di Eccellenza. L'Audace Barletta dell'ambizioso progetto sportivo del presidente Michele Dibenedetto e soci che punta dritto al campionato di Eccellenza e poi magari chissà…
Quello tra Audace Barletta e Molfetta Sportiva non è il tipico confronto tra la prima e l'ultima in classifica di un campionato di Promozione (sarebbe persino offensivo per l'intelligenza di chi legge definirlo tale) ma il manifesto perfetto di quel che oggi è diventato a tutti i livelli, il calcio italiano. Un calcio dove i soliti "gattopardi" hanno ben pensato di lavarsi la coscienza (missione decisamente incompiuta) introducendo la regola farsa degli under (qualcuno faccia un nome, uno solo in trent'anni, di un ragazzo partito come under tra i dilettanti e arrivato al calcio che conta) e di perseverare nel loro essere forti coi deboli e deboli coi forti. Perché in fondo chi se ne frega se una società e un gruppo di ragazzi che indossano una maglia un tempo intrisa di dignità e onore non hanno risorse a sufficienza per evitare di subire 10 gol a partita? L'importante è andare a giocare la Supercoppa in Arabia Saudita, tirarsi la proverbiale "calzetta" sui diritti TV, ridurre la Coppa Italia (che una volta era letteralmente la salvezza di molte squadre delle categorie minori) a un patetico torneo riserve con stadi sistematicamente vuoti, condito con l'esibizione canora finale dell'artista "steccante" di turno. L'importante, infine, è salvare amici e potenti, per poi magari plaudire ipocritamente alle "favole" dei Leicester di altri e decisamente più seri lidi.
Per quanto riguarda il campo, che è la cosa decisamente più bella e genuina del calcio dilettantistico, la 14a giornata del girone A di Promozione, oltre ad Audace - Molfetta Sportiva, vede la Virtus Mola seconda in classifica impegnata in casa contro il San Severo, mentre
le terze, Virtus Palese e San Marco, saranno impegnate rispettivamente in trasferta, sul campo del Capurso, e in casa contro il Soccer Trani.
Turni sulla carta favorevoli in ottica play off per Lucera, in casa con la Virtus Bisceglie, e Real Siti, impegnato sul campo del Bitritto Norba. Zona play off che potrebbe non essere più così lontana per il Don Uva Bisceglie, che al "Di Liddo" riceverà la visita del Troia penultimo in classifica. Interessanti infine, i confronti tra Soccer Stornara e Santeramo, e tra Cosmano Sport e Borgorosso Molfetta.