Rizzi Protezione Civile Sala Rossa
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Una Sala Unica di Protezione Civile entro fine anno nella Prefettura della Bat

L’assessore regionale Amati: «Dobbiamo metterci nella prospettiva delle vittime». A presto anche il nuovo piano comunale di Protezione Civile

«La Protezione Civile ha il compito di cucire tutti i rami della pubblica amministrazione, ponendo, come priorità della propria azione, la difesa della vita umana - così è intervenuto, nel corso di un convegno dal titolo e tema "Diffondere la cultura di Protezione Civile", l'assessore regionale alle opere pubbliche e protezione civile Fabiano Amati – Un convegno come questo, ognuno dovrebbe farlo a se stesso: per questo è necessario un investimento culturale nella responsabilità. In questo senso, grazie al volontariato di protezione civile, è stato gettato un seme di educazione rivoluzionaria».

L'evento è stato organizzato dalla associazione onlus "Verità&Giustizia", che è nata e agisce per «tutelare le vittime del tragico crollo del 3 ottobre e le loro famiglie, e diffondere una cultura di protezione civile», come ha ricordato, in apertura, Raffaele Rizzi, presidente dell'associazione. "Verità&Giustizia" auspica la realizzazione della sala operativa multirischi della protezione civile nella prefettura di Barletta, e un rapporto sinergico tra istituzioni, associazioni di volontariato, territorio, e protezione civile, per la formazione di una coscienza collettiva su questi temi.

A riguardo sono intervenuti Giulia Cazzella, viceprefetto della Bat, e Francesco Ventola, presidente della provincia Bat. Cazzella ha ricordato che «la Sala Unica di Protezione Civile sarà una struttura di valenza strategica per l'intero territorio della Bat». E ha aggiunto: «Il progetto è finanziato da provincia e regione, ed è da portare a termine il prima possibile. Assieme a questo, bisognerà anche agire sulla formazione permanente e sull'aggiornamento professionale degli operatori». Ventola ha poi dato informazioni sull'iter dei lavori: « Entro massimo 30 giorni sarà fatta la prima gara d'appalto. Prefettura e Fondazione Real Monte di Pietà lavoreranno insieme in questo percorso. Successivamente ci sarà un'altra gara per l'informatizzazione della struttura. Sarà importante infatti stabilire la compatibilità tra le tecnologie informatiche da installare e la composizione muraria dell'edificio della Prefettura».

Nella serata è intervenuto anche Roberto Giarola, dirigente nazionale del servizio volontariato del dipartimento di protezione civile, che ha auspicato con favore l'ingresso di "Verità&Giustizia" nel sistema del volontariato di protezione civile, del quale, ad Aprile, si svolgeranno gli stati generali. Giarola ha ricordato l'importanza della legge n. 225 del 1992 sul servizio nazionale di protezione civile, con la quale questa istituzione è stata posta sullo stesso piano delle altre strutture amministrative dello stato. Ha inoltre sottolineato come in un periodo di particolare scarsità di risorse come questo, sono importanti le scelte che le amministrazioni faranno, soprattutto in tema di prevenzione: «Secondo il Ministero dell'Ambiente, in Italia servirebbero 41 miliardi di euro per intervenire sulle aree con grave dissesto idraulico e idrogeologico, soldi che ora non ci sono».

Nel corso dell'intervento di Giarola, vi è stata, a sorpresa, una protesta silenziosa contro le barriere architettoniche per l'accesso alla sala rossa del Castello, con la presenza di Sabrina Salerno dell'associazione Beni Comuni e Romeo Tuosto della Cgil: alcuni disabili hanno esposto cartelli con su scritto "Do not enter" e hanno simbolicamente recintato con un nastro l'interno della sala. «Una grande emergenza non si può affrontare senza un buon sistema di protezione civile – ha detto Cesare Gaspari, comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Bari – Siamo preparati per le piccole emergenze, ma per le grandi percepiamo alcuni problemi, dovuti all'esigenza della gente di ricevere subito risposte. Per questo però, serve la collaborazione di tutti i cittadini». Per Gaspari è inoltre necessaria «una settorializzazione delle professionalità nell'ambito del volontariato e una pianificazione provinciale che preveda l'organizzazione di simulazioni di emergenze, attraverso le quali gli operatori possano conoscersi e agire meglio in occasione delle emergenze vere». Il comandante, che ha avuto esperienza nei grandi terremoti di Irpinia, Umbria-Marche e Abruzzo, ha offerto il suo ricordo del 3 ottobre, sottolineando il grande slancio di solidarietà della cittadinanza, che se pur ha rappresentato una qualche criticità nel momento in cui era necessaria l'azione di operatori specializzati, ha comunque contribuito fortemente nei momenti più concitati, seguiti subito dopo la tragedia.

In conclusione del convegno, Savino Filannino, comandante della Polizia Municipale di Barletta (organo che compone la protezione civile comunale), ha annunciato la pubblicazione a breve del nuovo piano comunale di protezione civile, che metterà al centro «lo scenario di rischio al quale il nostro territorio appartiene». Per il sindaco Maffei, rendendo pubblico il piano sarà possibile attuare un vero coordinamento tra istituzioni, associazioni, cittadini e mondo della scuola. Filannino ha fatto cenno ad alcuni dei contenuti: il riepilogo delle zone a rischio inondazione (Ofanto, Vallone Tittadegna, Ciappetta-Camaggio); le aree industriali a rischio di incidente rilevante (2 depositi portuali); la previsione di aree di attesa, accoglienza, ricovero e ammassamento; le associazioni di volontariato. Ha aggiunto che al più presto sarà inviata a tutte le famiglie una brochure con le linee principali del piano (consigli e numeri utili da chiamare).

Amara, a proposito, la replica di uno dei membri delle famiglie che hanno perso la casa nel tragico crollo del 3 ottobre: «Quel giorno abbiamo chiamato chi di dovere, ma non abbiamo avuto le risposte adeguate». Il riferimento è al mancato sgombero della palazzina, dopo le preoccupate segnalazioni degli abitanti. Sgombero che forse avrebbe risparmiato alla città una tale tragedia. Per tutto ciò, attendiamo che si concluda il lavoro della magistratura, e che questo possa mettere fine a una vicenda così dolorosa, quanto ingiusta. Una fine non solo dal punto di vista giuridico, ma anche dal punto di vista morale: la fine di comportamenti fatti di incuria, omissioni, rinvii, errori ad opera di chi ha delle responsabilità; la fine dell' idea, spesso diffusa tra i cittadini, che parlare e agire in nome della prevenzione e della sicurezza, sia pari a conseguire, per il malcapitato che ne parla e che agisce in tal modo, la patente da "jettatore", di pirandelliana memoria.
11 fotoDiffondere la cultura di protezione civile
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