Salute24ore, «il medico di famiglia è il front office della salute»

«La sanità è un concetto nuovo al giorno d'oggi: da un'epoca educata male al ricorso all'ospedale si passerà ad una più consapevole che conosce vari livelli di appropriatezza, sapendo scindere l'emergenza dal procrastinabile». Uno sguardo al futuro prossimo della sanità in Puglia è quello che è stato tracciato nel convegno "Salute24ore", che si è svolto nel pomeriggio di ieri presso il Gos di Barletta. Ideato e promosso dal consigliere regionale del Partito Democratico Ruggiero Mennea, l'incontro ha riunito i rappresentanti istituzionali e altre figure autorevoli del settore per definire lo stato di salute della sanità pugliese e identificare le linee guide per superarne problemi e difficoltà.

«C'è troppa politica nella sanità – ha riferito il consigliere Mennea nell'introduzione del dibattito - le corsie sono troppo frequentate da politici, ma quando si tratta di fare pianificazione dovrebbe intervenire la meritocrazia, il buonsenso e l'impegno concreto a fornire risposte e soluzioni ai cittadini. La battaglia sulla chiusura degli ospedali è stato ad esempio un caso emblematico in cui la politica ha dovuto lottare al fianco dei cittadini: i tagli decisi nel 2012 hanno costretto alla chiusura degli ospedali di Minervino e Spinazzola, segnando una grave ingiustizia nei confronti degli abitanti di questo territorio, che subiscono le conseguenze negative di un'assistenza sanitaria deficitaria in termini di numeri, e non prevedendo l'attivazione di servizi sostitutivi. Rafforzare la rete della sanità e della prevenzione deve essere la linea guida da perseguire, e ciò avverrà presto con la concessione di nuovi posti letto. Sin dall'inizio del mio mandato – ha proseguito Mennea – ho insistito affinché nella Bat arrivassero nuovi posti letto, il cui numero aveva subito un drastico taglio non corrispondente al rapporto di 3,38 posti letto per ogni mille abitanti e, grazie alla compressione dell'assessore Pentassuglia, nella prossima delibera saranno concessi 120 posti letto: da 241 posti letto si passerà a 260, con un aumento di ben 19 posti letto per l'ospedale "Dimiccoli" di Barletta, tra cui 4 saranno destinati all'Utic».

Dopo i saluti istituzionali del presidente della provincia di Barletta-Andria-Trani Francesco Spina, parola al Presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia BAT Dino Delvecchio: «E' una tematica che merita un impegno continuativo, quasi che ogni singolo argomento avrebbe bisogno di un convegno a parte» ha commentato Delvecchio, che ha sollecitato la necessità di ospedali che non scoppino, ma garantiscano un servizio professionale e sereno per tutti, non solo per l'utenza, ma anche per chi lavora nel settore della sanità. «Riprendiamo una concertazione istituzionale, senza ulteriori blocchi – ha riferito il Direttore Generale della Asl BT Ottavio Narracci – occorre dare forza alla leva della medicina generale, architrave dell'assistenza sanitaria. Il medico di famiglia rappresenta il front office della salute, ed è da questi punti che bisogna ripartire. Fino a 10 anni fa gli ospedali erano il contenitore unico nei termini di offerta di salute. Adesso è iniziato un percorso che supera i problemi presenti nel territorio distribuendo meglio le risorse e creando maggiore consapevolezza e informazione nell'utenza dei presidi ospedalieri». «La sanità ha un costo economico, la salute ha un costo sociale – ha commentato il sindaco di Barletta Pasquale Cascella – e devono trovare un punto di conciliazione tra di loro. Per il futuro prossimo serve puntare sulla formazione specializzata e su professionalità elevate che offrano equipe di alto livello nelle nostre strutture. Il punto critico tuttavia è l'assistenza ambulatoriale e la prevenzione nel territorio». «Vorrei sottolineare un punto fondamentale – ha precisato Mennea – la strada migliore consiste nell'eliminare le cause della malattia, e non fermarsi alla gestione delle conseguenze negative. Il Registro dei Tumori, che in Puglia è uno strumento prezioso e all'avanguardia, parla chiaro sulle cause, molto spesso riconoscibili, legate all'inquinamento. Solo questo è il modo più efficace per pianificare la sanità».

Le conclusioni sono state affidate all'Assessore alla Sanità della Regione Puglia Donato Pentassuglia, che ha iniziato con una provocazione: «Nelle casse delle regioni del Nord con lo stesso numero di abitanti della Puglia, per il settore sanitario arrivano 400 milioni di euro in più», utilizzando questa situazione per descrivere l'emblematica e altrettanto iniqua realtà della sanità pugliese in termini di offerta e di risorse disponibili. «I cittadini lo sanno bene e lo sappiamo tutti: in Puglia 11 ospedali su 39 coprono il 75% dell'attività, e ciò indica un chiaro disequilibrio determinato dai servizi offerti e in qualche modo privilegiati dai cittadini». In termini statistici, l'assessore ha riportato un altro dato preoccupante: è pari al 30-35% il numero di persone che non dovrebbero recarsi al pronto soccorso. «Questa inappropriatezza ci spinge a ragionare seriamente di sanità attraverso un nuovo processo inclusivo che coinvolga prima di tutto i medici, che rispondono direttamente alle telefonate dei cittadini, e perciò serve poter contare su quelle professionalità che diano la prima risposta al cittadino. Si tratta di una sfida culturale che mi auguro diventi oggetto di ulteriore approfondimento».