
Politica
«Rivoluzione Civile è un’esperienza finita»
Intervento di Matteucci, referente provinciale del Movimento Arancione. Mea culpa e volontà di costruire un nuovo centrosinistra
BAT - lunedì 4 marzo 2013
«L'esperienza elettorale di Rivoluzione Civile è finita» con la volontà di raccogliere i cocci, attraverso un'analisi dura e veritiera del risultato elettorale alle politiche della lista guidata da Ingroia, in cui s'inseriva anche il Movimento Arancione, ispirato al Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, interviene Cosimo Matteucci, referente provinciale di quest'ultimo movimento.
«Il risultato è stato pessimo e non poteva essere diversamente considerando lo stravolgimento di ciò che era il progetto politico originario. Gli errori si devono pagare e Ingroia ne ha commessi tanti, in una lunga sequenza di cui il più grave è stato certamente quello di aver consentito, a partiti ormai in crisi politica e strutturale come l'IdV, Rifondazione Comunista, Partito dei comunisti italiani e Verdi, di strumentalizzare la lista della Rivoluzione Civile, utilizzandola come viatico parlamentare per la propria nomenclatura.
Il prodotto è stato una lista sradicata dal territorio e piegata alla fame di quei partiti, e che nulla aveva conservato della genuinità e della credibilità dell'originario progetto politico che, proprio nel rinnovamento, nella discontinuità con il passato e nella partecipazione della società attiva, aveva i suoi cardini fondamentali. A ciò si aggiunga la monotematicità della campagna elettorale incentrata sul fenomeno mafioso e sulla criminalità in generale, che è un problema grave del nostro Paese, ma di certo non l'unico. Sulla base di queste premesse era pertanto scontato il fallimento elettorale, così come all'interno e in tempi non sospetti, avevamo reiteratamente ma inutilmente denunciato. È poi giunta la severa condanna delle urne, condanna che è senz'appello.
Bisogna adesso ripartire, traendo il giusto insegnamento dagli errori commessi. Il risultato elettorale apre all'Italia un'opportunità di cambiamento che deve essere colta, e il Movimento 5 Stelle ha l'indubbio merito di averlo innescato, di questo si deve darne atto. Crediamo, come Movimento Arancione della provincia BT, che si debba ora avviare un percorso di ricostruzione dell'intera area del centrosinistra, partendo innanzitutto dall'archiviazione di quelle ideologie che ossigeno, oggi, riescono ancora a trovare solo ed esclusivamente nelle segreterie di partito. La ricostruzione della politica del centrosinistra deve invece affondare le proprie radici nei territori e nell'elaborazione di soluzioni praticabili che ci consentano di sanare quel gravissimo dissesto sociale, etico, politico ed economico in cui, noi tutti, ci troviamo.
Imprescindibile a tal fine – conclude Matteucci - sarà l'avviamento di un radicale processo di rigenerazione della politica, dei partiti e delle relative classi dirigenti, di cui i fatti hanno dimostrato l'incapacità di cogliere, per tempo, il malessere e il desiderio di rinnovamento maturato nella società».
«Il risultato è stato pessimo e non poteva essere diversamente considerando lo stravolgimento di ciò che era il progetto politico originario. Gli errori si devono pagare e Ingroia ne ha commessi tanti, in una lunga sequenza di cui il più grave è stato certamente quello di aver consentito, a partiti ormai in crisi politica e strutturale come l'IdV, Rifondazione Comunista, Partito dei comunisti italiani e Verdi, di strumentalizzare la lista della Rivoluzione Civile, utilizzandola come viatico parlamentare per la propria nomenclatura.
Il prodotto è stato una lista sradicata dal territorio e piegata alla fame di quei partiti, e che nulla aveva conservato della genuinità e della credibilità dell'originario progetto politico che, proprio nel rinnovamento, nella discontinuità con il passato e nella partecipazione della società attiva, aveva i suoi cardini fondamentali. A ciò si aggiunga la monotematicità della campagna elettorale incentrata sul fenomeno mafioso e sulla criminalità in generale, che è un problema grave del nostro Paese, ma di certo non l'unico. Sulla base di queste premesse era pertanto scontato il fallimento elettorale, così come all'interno e in tempi non sospetti, avevamo reiteratamente ma inutilmente denunciato. È poi giunta la severa condanna delle urne, condanna che è senz'appello.
Bisogna adesso ripartire, traendo il giusto insegnamento dagli errori commessi. Il risultato elettorale apre all'Italia un'opportunità di cambiamento che deve essere colta, e il Movimento 5 Stelle ha l'indubbio merito di averlo innescato, di questo si deve darne atto. Crediamo, come Movimento Arancione della provincia BT, che si debba ora avviare un percorso di ricostruzione dell'intera area del centrosinistra, partendo innanzitutto dall'archiviazione di quelle ideologie che ossigeno, oggi, riescono ancora a trovare solo ed esclusivamente nelle segreterie di partito. La ricostruzione della politica del centrosinistra deve invece affondare le proprie radici nei territori e nell'elaborazione di soluzioni praticabili che ci consentano di sanare quel gravissimo dissesto sociale, etico, politico ed economico in cui, noi tutti, ci troviamo.
Imprescindibile a tal fine – conclude Matteucci - sarà l'avviamento di un radicale processo di rigenerazione della politica, dei partiti e delle relative classi dirigenti, di cui i fatti hanno dimostrato l'incapacità di cogliere, per tempo, il malessere e il desiderio di rinnovamento maturato nella società».