
La città
Rievocazione della Disfida di Barletta, l'intervento di Michele Grimaldi
La riflessione dello storico e archivista
Barletta - domenica 7 settembre 2025
Riceviamo e pubblichiamo la riflessione dello storico e archivista Michele Grimaldi sulla rievocazione della Disfida di Barletta.
La Disfida di Barletta è un evento storico, culturale e folkloristico con enormi potenzialità che, se adeguatamente sfruttate, non avrebbe nulla da invidiare alle più blasonate celebrazioni italiche. Il "focus" generatosi spontaneamente subito dopo la presentazione del programma delle iniziative 2025 per la celebrazione de La Disfida di Barletta, organizzato dal Comune di Barletta, in collaborazione con Puglia Culture e il sostegno della Regione Puglia, mi fornisce l'occasione e ringrazio per questo, di puntualizzare su un argomento che mi sta a cuore particolarmente in quanto riguarda la Società civile ed una classe politica, di anni fa, che si spese, senza riserve, per portare all'attenzione nazionale l'evento magnificato da Massimo D'Azeglio.
Come ho più volte avuto modo di precisare, i nostri ragazzi, voglio dire i ragazzi delle nostre scuole, a malapena sanno cos'è la Disfida, se lo sanno. Posso testimoniare che quando scolaresche delle scuole elementari e medie si sono recate all'Archivio di Stato, la prime domande che ho rivolto agli alunni sono state sempre la stesse: "conoscete Ettore Fieramosca?" e "sapete cos'è la Disfida di Barletta?" e… così via. È stato molto frequente che i ragazzi non abbiano saputo rispondere ma, ahimè, molto più grave è che spesso le stesse insegnanti sono in difficoltà perché danno delle risposte approssimative e c'è una spiegazione, dal momento che i programmi ministeriali non prevedono più l'insegnamento ai nostri ragazzi della storia locale.
E allora ti aspetteresti che quando c'è una celebrazione annuale della Disfida, i nostri amministratori incarichino storici e scenografi che ci intrattengano sulla Disfida e su Ettore Fieramosca e non sulle loro "tracce", cioè sulle loro lontane propaggini. Per fortuna, con nostra grande sorpresa, da un paio di anni a questa parte (e quest'anno in particolare), il richiamo storico è stato soprattutto indirizzato a temi che con la Disfida e parlo di quella narrata da Massimo D'Azeglio, hanno almeno attinenza. Proprio il ragionamento fatto esattamente 60 anni fa dal Cav. Damiano Daddato, per tanti anni gestore del famosissimo "Bar Madonnella", promotore di iniziative riguardanti la Storia della nostra Città e soprattutto colui che si adoperò per far rievocare per la prima volta il 1965 il celeberrimo scontro tra gli italiani e i francesi del 1503. Con lui è doveroso citare il famosissimo Don Peppuccio Damato, storico tra l'altro di cose militari relative a Barletta e che in genere viene ricordato sempre in coppia con Daddato relativamente al certame. Ci si dimentica infine di citare (pecca volontaria o ignoranza di quasi tutti gli "storici" della prima e seconda ora), fra i fautori e poi autori, Vittorio Grimaldi.
E si signori, perché nel febbraio del 1965, allorquando mons. Damato e il Daddato dettero vita al "Comitato religioso Madonna della Disfida" che si occupò di "inventarsi" la riproposizione del certame cavalleresco svoltosi 450 anni prima, la "parte" amministrativa era rappresentata dall'assessore comunale allo sport, spettacolo e turismo, il rag. Vittorio Grimaldi il quale, sostenitore accanito della importanza storica rivestita dalla Città di Barletta nei secoli ed oltretutto Presidente della Pro Loco, propose alla giunta targata Carlo Ettore Borgia Sindaco, di finanziare in maniera decisiva l'iniziativa proposta dal duo Damato-Daddato.
Naturalmente, questo ripasso storico, non vuole essere un assegnare meriti o medaglie a qualcuno, bensì far comprendere come in tante occasioni gli amministratori comunali, così spesso denigrati se non peggio, assumono decisioni e appoggiano iniziative che, nel tempo, diventano dei veri e propri capisaldi per la storia di una Città. Ovviamente quanto specificato è utile a comprendere come i tasselli di un mosaico siano tutti indispensabili per rendere importante l'intera opera.
Ed a "rinforzo" di tale tesi, non bisogna, anzi, si deve ricordare chi, in ordine di tempo ed in assoluto il primo amministratore, ha avuto la felicissima idea di riproporre in grande stile lo scontro tra i tredici italiani e i pari numero francesi. Mi riferisco al 400° anniversario del fatto d'arme e alle iniziative intraprese (ben cinque anni prima e non uno scarso mese!) dai sindaci di Barletta Mario Scelza nel 1898 e l'ingegner Milano nel 1903, con l'ausilio del più importante conoscitore di Storia barlettana, Savino Loffredo. Nel 1898 il Sindaco Scelza inviava ai "Figli più illustri di Barletta" l'invito a far parte del Comitato (e che Comitato!) per commemorare il IV Centenario della Disfida di Barletta "[…] contribuendo così, con la saggezza dei suoi consigli e con il prestigio e l'autorità del suo nome, a rendere più solenne la patriottica cerimonia". Formato il Comitato, toccò, per avvicendamento alla conduzione della Città, all'ing. Milano attuare una serie di iniziative culturali e non di quell'incredibile 400° anniversario. Non basterebbero pagine e pagine per raccontarle tutte ma, tra le più significative, la targa apposta sull'abside della Chiesa del Santo Sepolcro con i nomi dei Tredici o il famosissimo numero unico di un giornale edito appositamente per il 400° anniversario, il cui originale si trova proprio tra i documenti conservati dall'Archivio di Stato di Barletta.
Ovviamente e con pieno merito, va ricordato ed esaltato tutto quello successo nel 2003, Sindaco Ciccio Salerno, il quale, supportato da i mezzi di comunicazione non presenti nelle precedenti occasioni, mise su un evento di portata internazionale per il 500° anniversario, che ha fatto risaltare il nome di Barletta e le gesta dei 13 Cavalieri italiani, nello sconfinato mondo del web. La considerazione che scaturisce dagli avvenimenti vecchi e soprattutto nuovi riguardanti la Disfida, lascia sperare non tanto per la nociva discontinuità nel riproporre il richiestissimo Certame, quanto per il passo indietro o se volete, verso quella tradizione dettata dalla Storia di una rievocazione che ha compiuto ben 60 anni.
La Disfida di Barletta è un evento storico, culturale e folkloristico con enormi potenzialità che, se adeguatamente sfruttate, non avrebbe nulla da invidiare alle più blasonate celebrazioni italiche. Il "focus" generatosi spontaneamente subito dopo la presentazione del programma delle iniziative 2025 per la celebrazione de La Disfida di Barletta, organizzato dal Comune di Barletta, in collaborazione con Puglia Culture e il sostegno della Regione Puglia, mi fornisce l'occasione e ringrazio per questo, di puntualizzare su un argomento che mi sta a cuore particolarmente in quanto riguarda la Società civile ed una classe politica, di anni fa, che si spese, senza riserve, per portare all'attenzione nazionale l'evento magnificato da Massimo D'Azeglio.
Come ho più volte avuto modo di precisare, i nostri ragazzi, voglio dire i ragazzi delle nostre scuole, a malapena sanno cos'è la Disfida, se lo sanno. Posso testimoniare che quando scolaresche delle scuole elementari e medie si sono recate all'Archivio di Stato, la prime domande che ho rivolto agli alunni sono state sempre la stesse: "conoscete Ettore Fieramosca?" e "sapete cos'è la Disfida di Barletta?" e… così via. È stato molto frequente che i ragazzi non abbiano saputo rispondere ma, ahimè, molto più grave è che spesso le stesse insegnanti sono in difficoltà perché danno delle risposte approssimative e c'è una spiegazione, dal momento che i programmi ministeriali non prevedono più l'insegnamento ai nostri ragazzi della storia locale.
E allora ti aspetteresti che quando c'è una celebrazione annuale della Disfida, i nostri amministratori incarichino storici e scenografi che ci intrattengano sulla Disfida e su Ettore Fieramosca e non sulle loro "tracce", cioè sulle loro lontane propaggini. Per fortuna, con nostra grande sorpresa, da un paio di anni a questa parte (e quest'anno in particolare), il richiamo storico è stato soprattutto indirizzato a temi che con la Disfida e parlo di quella narrata da Massimo D'Azeglio, hanno almeno attinenza. Proprio il ragionamento fatto esattamente 60 anni fa dal Cav. Damiano Daddato, per tanti anni gestore del famosissimo "Bar Madonnella", promotore di iniziative riguardanti la Storia della nostra Città e soprattutto colui che si adoperò per far rievocare per la prima volta il 1965 il celeberrimo scontro tra gli italiani e i francesi del 1503. Con lui è doveroso citare il famosissimo Don Peppuccio Damato, storico tra l'altro di cose militari relative a Barletta e che in genere viene ricordato sempre in coppia con Daddato relativamente al certame. Ci si dimentica infine di citare (pecca volontaria o ignoranza di quasi tutti gli "storici" della prima e seconda ora), fra i fautori e poi autori, Vittorio Grimaldi.
E si signori, perché nel febbraio del 1965, allorquando mons. Damato e il Daddato dettero vita al "Comitato religioso Madonna della Disfida" che si occupò di "inventarsi" la riproposizione del certame cavalleresco svoltosi 450 anni prima, la "parte" amministrativa era rappresentata dall'assessore comunale allo sport, spettacolo e turismo, il rag. Vittorio Grimaldi il quale, sostenitore accanito della importanza storica rivestita dalla Città di Barletta nei secoli ed oltretutto Presidente della Pro Loco, propose alla giunta targata Carlo Ettore Borgia Sindaco, di finanziare in maniera decisiva l'iniziativa proposta dal duo Damato-Daddato.
Naturalmente, questo ripasso storico, non vuole essere un assegnare meriti o medaglie a qualcuno, bensì far comprendere come in tante occasioni gli amministratori comunali, così spesso denigrati se non peggio, assumono decisioni e appoggiano iniziative che, nel tempo, diventano dei veri e propri capisaldi per la storia di una Città. Ovviamente quanto specificato è utile a comprendere come i tasselli di un mosaico siano tutti indispensabili per rendere importante l'intera opera.
Ed a "rinforzo" di tale tesi, non bisogna, anzi, si deve ricordare chi, in ordine di tempo ed in assoluto il primo amministratore, ha avuto la felicissima idea di riproporre in grande stile lo scontro tra i tredici italiani e i pari numero francesi. Mi riferisco al 400° anniversario del fatto d'arme e alle iniziative intraprese (ben cinque anni prima e non uno scarso mese!) dai sindaci di Barletta Mario Scelza nel 1898 e l'ingegner Milano nel 1903, con l'ausilio del più importante conoscitore di Storia barlettana, Savino Loffredo. Nel 1898 il Sindaco Scelza inviava ai "Figli più illustri di Barletta" l'invito a far parte del Comitato (e che Comitato!) per commemorare il IV Centenario della Disfida di Barletta "[…] contribuendo così, con la saggezza dei suoi consigli e con il prestigio e l'autorità del suo nome, a rendere più solenne la patriottica cerimonia". Formato il Comitato, toccò, per avvicendamento alla conduzione della Città, all'ing. Milano attuare una serie di iniziative culturali e non di quell'incredibile 400° anniversario. Non basterebbero pagine e pagine per raccontarle tutte ma, tra le più significative, la targa apposta sull'abside della Chiesa del Santo Sepolcro con i nomi dei Tredici o il famosissimo numero unico di un giornale edito appositamente per il 400° anniversario, il cui originale si trova proprio tra i documenti conservati dall'Archivio di Stato di Barletta.
Ovviamente e con pieno merito, va ricordato ed esaltato tutto quello successo nel 2003, Sindaco Ciccio Salerno, il quale, supportato da i mezzi di comunicazione non presenti nelle precedenti occasioni, mise su un evento di portata internazionale per il 500° anniversario, che ha fatto risaltare il nome di Barletta e le gesta dei 13 Cavalieri italiani, nello sconfinato mondo del web. La considerazione che scaturisce dagli avvenimenti vecchi e soprattutto nuovi riguardanti la Disfida, lascia sperare non tanto per la nociva discontinuità nel riproporre il richiestissimo Certame, quanto per il passo indietro o se volete, verso quella tradizione dettata dalla Storia di una rievocazione che ha compiuto ben 60 anni.
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