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Cronaca
Ricettazione e riciclaggio: maxi operazione a Barletta, coinvolti 16 barlettani
Effettuata la confisca di cinque bar e una ditta di rivendita all'ingrosso di surgelati
Barletta - martedì 11 novembre 2025
11.14 Comunicato Stampa
Il Tribunale di Trani ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica di Trani ed ha adottato un'ordinanza applicativa di 16 misure cautelari custodiali – 9 in carcere e 7 agli arresti domiciliari - nei confronti di altrettanti soggetti di età compresa tra i 21 e i 57 anni, ritenuti responsabili di aver costituito un'associazione a delinquere finalizzata al trasferimento fraudolento di valori, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. È stato, inoltre, disposto il sequestro preventivo finalizzato alla successiva confisca di 6 compendi aziendali – 5 bar e una ditta di rivendita all'ingrosso di prodotti surgelati – nel comune di Barletta.
La complessa attività investigativa, coordinata dalla Procura di Trani e condotta dalla SISCO di Bari e dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile della Questura di Barletta-Andria-Trani, si è svolta mediante attività tecniche, servizi di pedinamento, appostamento ed osservazione. La predetta attività ha disvelato un complesso sistema di reimpiego di capitali provenienti da attività illecite perpetrate da due distinti gruppi criminali, già noti alle Forze dell'Ordine.
Entrambi i filoni investigativi, avviati nell'ambito del medesimo procedimento, hanno evidenziato come gli odierni indagati fossero riusciti a reimpiegare il denaro illecitamente ottenuto attraverso la compravendita di aziende operanti nel tessuto economico sano.
Il modus operandi descritto – acquisizione di imprese, la loro intestazione fittizia e l'utilizzo di queste come "contenitori" per il riciclaggio del denaro – indica una strategia sofisticata per occultare flussi finanziari illecitamente ottenuti, il tutto grazie anche al concorso di professionisti in ambito commerciale che con le loro prestazioni consapevolmente seguivano le fasi di acquisizione dei beni e delle aziende da acquistare.
Le imprese cosi acquisite e oggetto della presente indagine assumevano, infine, come lavoratori dipendenti i componenti dei nuclei familiari degli indagati in modo da far risultare dei redditi apparentemente leciti, stratagemma utilizzato per poter giustificare i successivi investimenti o qualsivoglia spesa.
Dall'attività d'indagine, è emerso il business criminale, quale reale fonte di guadagno, specie in riferimento allo spaccio di sostanze stupefacenti, e l'assenza di qualsiasi fonte di reddito lecita che potesse giustificare gli investimenti sopra menzionati.
Infine, è stato accertato come i nuclei familiari dei due sodalizi criminali occupassero arbitrariamente, da diverso tempo, due alloggi popolari di proprietà dell'Arca Puglia Centrale, i quali sono stati pertanto sottoposti a sequestro preventivo impeditivo.
Occorre precisare che i provvedimenti adottati nel corso delle indagini non sono definitivi e che gli indagati non possono essere considerati colpevoli fino a quando la responsabilità non sarà stata accertata con sentenza o decreto penale di condanna ad effetto irrevocabile.
La complessa attività investigativa, coordinata dalla Procura di Trani e condotta dalla SISCO di Bari e dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile della Questura di Barletta-Andria-Trani, si è svolta mediante attività tecniche, servizi di pedinamento, appostamento ed osservazione. La predetta attività ha disvelato un complesso sistema di reimpiego di capitali provenienti da attività illecite perpetrate da due distinti gruppi criminali, già noti alle Forze dell'Ordine.
I NOMI
Sarcina Pasquale, Capuano Antonio, Binetti Nicolantonio, Capuano Marianna, Cilli Valentina, Dimonte Nicola, Dinoia Massimo, Labianca Felice, Lamacchia Ruggiero, Lanotte Nunzia, Lepore Giuseppina, Mazzaro Maria Addolorata, Piazzolla Michele, Sarcina Dario, Sarcina Irene, Salvemini Nicola.Entrambi i filoni investigativi, avviati nell'ambito del medesimo procedimento, hanno evidenziato come gli odierni indagati fossero riusciti a reimpiegare il denaro illecitamente ottenuto attraverso la compravendita di aziende operanti nel tessuto economico sano.
Il modus operandi descritto – acquisizione di imprese, la loro intestazione fittizia e l'utilizzo di queste come "contenitori" per il riciclaggio del denaro – indica una strategia sofisticata per occultare flussi finanziari illecitamente ottenuti, il tutto grazie anche al concorso di professionisti in ambito commerciale che con le loro prestazioni consapevolmente seguivano le fasi di acquisizione dei beni e delle aziende da acquistare.
Le imprese cosi acquisite e oggetto della presente indagine assumevano, infine, come lavoratori dipendenti i componenti dei nuclei familiari degli indagati in modo da far risultare dei redditi apparentemente leciti, stratagemma utilizzato per poter giustificare i successivi investimenti o qualsivoglia spesa.
Dall'attività d'indagine, è emerso il business criminale, quale reale fonte di guadagno, specie in riferimento allo spaccio di sostanze stupefacenti, e l'assenza di qualsiasi fonte di reddito lecita che potesse giustificare gli investimenti sopra menzionati.
Infine, è stato accertato come i nuclei familiari dei due sodalizi criminali occupassero arbitrariamente, da diverso tempo, due alloggi popolari di proprietà dell'Arca Puglia Centrale, i quali sono stati pertanto sottoposti a sequestro preventivo impeditivo.
Occorre precisare che i provvedimenti adottati nel corso delle indagini non sono definitivi e che gli indagati non possono essere considerati colpevoli fino a quando la responsabilità non sarà stata accertata con sentenza o decreto penale di condanna ad effetto irrevocabile.
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