Territorio
Quarto: «Va riavvicinata la città al mare»
La nota dell'ex senatore del Movimento 5 Stelle sulla situazione urbanistica
Barletta - giovedì 15 dicembre 2022
«È ben noto che a Barletta mancano il Piano Urbanistico Generale (PUG), il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) e il Piano Comunale delle Coste (PCC). Manca, quindi, una visione spazio-temporale ampia della Città. Difettano le interrelazioni tra i diversi comparti socioeconomici. Il costruito e gli spazi urbani non sono ben interconnessi, determinando molte "fratture" urbanistiche. Una di queste, eclatante, è la netta discontinuità esistente tra città e mare.
È necessario, come per tante città costiere italiane, "riavvicinare" la Città al mare. E su tale necessità, da parlamentare, ho fatto una proposta di legge "Misure per la tutela dell'ambiente marino e la resilienza delle zone costiere"». Così l'ex senatore del Movimento 5 Stelle Ruggiero Quarto.
«Per millenni, il mare, per il nostro Paese, oltre che essere un bene ambientale primario e fonte di sostentamento, ha avuto un ruolo di interscambio commerciale e culturale tra i popoli e le diverse civiltà che su di esso si affacciavano, favorendo il progresso umano. Le città costiere dipendevano dal mare e abitato-costa-porto-mare erano di fatto un'unica entità. Purtroppo, a partire dall'industrializzazione e, ancor più, dal boom economico del secolo scorso, con i connessi scempi urbanistici, le città hanno "girato le spalle" al mare. Sono sorte industrie inquinanti direttamente sulle spiagge (Taranto, Marghera, Priolo, Milazzo, ecc..). I porti e le relative infrastrutture spesso si sono sviluppati senza alcun rispetto dei contesti urbani. Anche gli insediamenti turistico-balneari spesso sono senz'anima; vitali solo nella breve stagione balneare, spettrali per il restante lungo periodo dell'anno. Ampie zone litorali sono, poi, state lasciate nel degrado. A casa nostra, sull'asse Barletta-Trani è stato consumato un antico errore urbanistico, ubicando l'area industriale a due passi dal mare. Altro eclatante errore è l'ubicazione del cimitero su un terrazzo marino.
Sorse, poi, un deposito di carburanti su un'area tra le più sensibili della città, compresa tra il castello, le antiche mura del centro storico e il mare. Un'area a forte sedimentazione archeologica, che esprime l'identità marinara della città: una cartografia cinquecentesca colloca lì vicino il molo di levante dell'antico "Porto dei Canosini", di epoca romana o addirittura preromana. Rimossi i serbatoi, nell'area in questione si sta progettando un parcheggio a raso.
Invito l'Amministrazione Comunale a riesaminare la destinazione d'uso dell'area, prediligendo una sua valorizzazione ambientale e socioculturale.
È pur vero che un parcheggio sarebbe gradito alle attività del centro storico, ma un parco verde attrezzato potrebbe essere per loro ancora più utile, in quanto fungerebbe sia da "polmone verde", rilassante e ricreativo e sia da luogo di incubazione socioculturale; volano per un deciso sviluppo turistico cittadino. Diventerebbe oltremodo attrattivo se fossero portate alla luce, le supposte strutture portuali antiche.
Sarebbe auspicabile un organico "Piano di intervento costiero" (l'ho così denominato nel mio DDL) che potrebbe fungere da incipit al Piano Urbanistico Generale, al Piano delle Coste e al "piano di conversione delle aree industriali in zone per attività commerciali", in preparazione.
Andremmo, così, a "ricucire" lo strappo urbanistico tra Città e mare.
Il piano di intervento costiero potrebbe essere progettato secondo efficaci schemi di urbanistica partecipata.
Un piano basato sulla:
a) salvaguardia e rinaturalizzazione ambientale;
b) valorizzazione storico-culturale;
c) promozione turistica;
d) rigenerazione urbana ed extraurbana;
d) sviluppo ecosostenibile delle zone costiere e aree portuali.
Tale piano potrebbe attingere cospicui finanziamenti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si potrebbe anche accedere al "fondo per il contrasto al consumo di suolo" previsto nell'Art.127 della prossima Legge di Bilancio, per finanziare interventi per la rinaturalizzazione dei suoli degradati o in via di degrado in ambito urbano e periurbano.
È necessario, come per tante città costiere italiane, "riavvicinare" la Città al mare. E su tale necessità, da parlamentare, ho fatto una proposta di legge "Misure per la tutela dell'ambiente marino e la resilienza delle zone costiere"». Così l'ex senatore del Movimento 5 Stelle Ruggiero Quarto.
«Per millenni, il mare, per il nostro Paese, oltre che essere un bene ambientale primario e fonte di sostentamento, ha avuto un ruolo di interscambio commerciale e culturale tra i popoli e le diverse civiltà che su di esso si affacciavano, favorendo il progresso umano. Le città costiere dipendevano dal mare e abitato-costa-porto-mare erano di fatto un'unica entità. Purtroppo, a partire dall'industrializzazione e, ancor più, dal boom economico del secolo scorso, con i connessi scempi urbanistici, le città hanno "girato le spalle" al mare. Sono sorte industrie inquinanti direttamente sulle spiagge (Taranto, Marghera, Priolo, Milazzo, ecc..). I porti e le relative infrastrutture spesso si sono sviluppati senza alcun rispetto dei contesti urbani. Anche gli insediamenti turistico-balneari spesso sono senz'anima; vitali solo nella breve stagione balneare, spettrali per il restante lungo periodo dell'anno. Ampie zone litorali sono, poi, state lasciate nel degrado. A casa nostra, sull'asse Barletta-Trani è stato consumato un antico errore urbanistico, ubicando l'area industriale a due passi dal mare. Altro eclatante errore è l'ubicazione del cimitero su un terrazzo marino.
Sorse, poi, un deposito di carburanti su un'area tra le più sensibili della città, compresa tra il castello, le antiche mura del centro storico e il mare. Un'area a forte sedimentazione archeologica, che esprime l'identità marinara della città: una cartografia cinquecentesca colloca lì vicino il molo di levante dell'antico "Porto dei Canosini", di epoca romana o addirittura preromana. Rimossi i serbatoi, nell'area in questione si sta progettando un parcheggio a raso.
Invito l'Amministrazione Comunale a riesaminare la destinazione d'uso dell'area, prediligendo una sua valorizzazione ambientale e socioculturale.
È pur vero che un parcheggio sarebbe gradito alle attività del centro storico, ma un parco verde attrezzato potrebbe essere per loro ancora più utile, in quanto fungerebbe sia da "polmone verde", rilassante e ricreativo e sia da luogo di incubazione socioculturale; volano per un deciso sviluppo turistico cittadino. Diventerebbe oltremodo attrattivo se fossero portate alla luce, le supposte strutture portuali antiche.
Sarebbe auspicabile un organico "Piano di intervento costiero" (l'ho così denominato nel mio DDL) che potrebbe fungere da incipit al Piano Urbanistico Generale, al Piano delle Coste e al "piano di conversione delle aree industriali in zone per attività commerciali", in preparazione.
Andremmo, così, a "ricucire" lo strappo urbanistico tra Città e mare.
Il piano di intervento costiero potrebbe essere progettato secondo efficaci schemi di urbanistica partecipata.
Un piano basato sulla:
a) salvaguardia e rinaturalizzazione ambientale;
b) valorizzazione storico-culturale;
c) promozione turistica;
d) rigenerazione urbana ed extraurbana;
d) sviluppo ecosostenibile delle zone costiere e aree portuali.
Tale piano potrebbe attingere cospicui finanziamenti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si potrebbe anche accedere al "fondo per il contrasto al consumo di suolo" previsto nell'Art.127 della prossima Legge di Bilancio, per finanziare interventi per la rinaturalizzazione dei suoli degradati o in via di degrado in ambito urbano e periurbano.