Cronaca

Prostituzione e annunci online, retata in due appartamenti

In via Magenta e via Vittorio Veneto la Polizia scopre tre magrebine

Gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Barletta hanno denunciato in stato di libertà il 40enne barlettano P.M., incensurato, la 23enne barlettana B.R. censurata per reati contro il patrimonio e il cittadino marocchino A.M., 26enne pregiudicato per reati contro il patrimonio e contro la persona, tutti per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Avendo avuto notizia di una attività di meretricio che si svolgeva in una abitazione di via Vittorio Veneto, il personale della divisione di Polizia amministrativa si è appostato in prossimità della casa al fine di monitorare quanto segnalato. Nella fattispecie è balzata subito all'occhio una costante affluenza di persone che entravano nella predetta abitazione, uscendovi dopo circa 20 minuti. Dopo diversi giorni di appostamento, gli agenti sono riusciti ad individuare P.M., che sarebbe colui che gestiva l'attività illecita coadiuvato dalla giovane di Barletta.

Precisamente il primo denunciato si occupava dell'affitto della casa, essendo il conduttore dell'immobile con l'intestazione del regolare contratto di locazione, mentre la ragazza si occupava della gestione del denaro che le prostitute incassavano dalle loro prestazioni, consegnando quanto guadagnato all'uomo a fine serata; inoltre si occupava di gestire gli appuntamenti telefonici e di effettuare delle inserzioni on-line su siti di incontri.
Operazione della Polizia contro la prostituzione, il sequestro di denaro e telefoni cellulari
Non appena certi di quanto accadeva in quella casa gli agenti hanno deciso di farvi irruzione, scoprendo che all'interno vi era una cittadina magrebina che in seguito è risultata irregolare sul territorio nazionale, la quale riceveva i clienti effettuando delle prestazioni sessuali il cui prezzo - a seconda del tipo di prestazione - variava dai 50 ai 70 euro. Durante la perquisizione è stato ritrovato un quaderno-agenda, sul quale la donna aveva l'obbligo di annotare la quantità di prestazioni effettuate e il relativo importo. Nel corso dell'intervento delle forze dell'ordine, la cittadina magrebina ha riferito agli agenti dell'esistenza di un'altra casa di tolleranza, che si trovava in via Magenta, sempre a Barletta, e che era gestita dagli stessi denunciati, con le medesime modalità su descritte, con all'interno altre due donne, anche queste ultime di origini magrebine.

Gli agenti si sono subito recati sul posto segnalato e infatti l'immediata perquisizione in via Magenta ha permesso di scoprire altre due donne che fornivano prestazioni sessuali, con le medesime modalità, gestite dai primi due indagati. Durante le operazioni di perquisizione, venivano rinvenuti sei telefoni cellulari, di cui quattro intestati al terzo indagato, utilizzati per fissare gli appuntamenti, la somma di 1.100 euro, provento dell'illecita attività di una sola giornata e due agende utilizzate per registrare gli incontri. Il tutto è stato sequestrato.

Nel corso dell'attività di indagine, infine, è emerso che il terzo indagato aveva il compito, attraverso una rete di connazionali tutti residenti nella provincia di Foggia, di procurare le donne da porre nelle case di tolleranza scoperte.
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