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Piomba la crisi in consiglio comunale: il PD chiede l’annullamento della giunta

Approvato il rendiconto di gestione 2015, infuria la polemica nella maggioranza

Si prevedeva un'assise infuocata, non solo a causa delle alte temperature di questi giorni, e così è stato. Il consiglio comunale si è riunito ieri per approvare, nei termini previsti per legge, il rendiconto di gestione dell'esercizio 2015, documento in un certo senso propedeutico al bilancio di previsione 2016, che però è già stato approvato a causa della scadenza del 30 aprile 2016. Ovviamente il confronto è stato degno del peggior girone dantesco e la crisi è sprofondata ancora di più, traghettando il sindaco Cascella a pochi passi dalla "rottamazione" ad opera del Partito Democratico.

Domande di attualità e la cancellata dell'ex ospedale – Con il consueto ritardo rispetto alla convocazione delle 17:30 (sicuramente escludiamo che sia dovuto ai postumi della vittoria calcistica della nazionale italiana), il segretario ha proceduto all'appello alle ore 18:50, quindi con un'ora e mezza circa di ritardo: con 25 presenti e otto assenti sono iniziati i lavori del consiglio con la nomina di Giuseppe Losappio in qualità di capogruppo del Gruppo Misto.

Si comincia con due domande di attualità presentate dai consiglieri del Gruppo Socialista sul recente caso della Lonely Planet e sulla vivibilità del centro storico. Si è discusso anche della mancata fermata del Frecciarossa a Barletta per poi passare in breve tempo al primo punto all'ordine del giorno presentato dal consigliere Grazia Desario: la rimozione della cancellata in Piazza Principe Umberto.

Il sindaco ha letto la risposta inviata dal direttore dell'Asl BT Ottavio Narracci, che ha offerto massima disponibilità per una soluzione condivisa tra le parti. L'argomento è stato rimandato al prossimo consiglio comunale su richiesta del consigliere Desario a condizione che se ne discuta in un tavolo tecnico propedeutico al voto, non senza strascichi polemici da parte dei Socialisti.

Rendiconto 2015, ma la polemica è politica - La nuova normativa sul bilancio armonizzato ha fatto virare i lavori sul tecnico solo per poco tempo. Non appena si è aperto il dibattito sul secondo punto all'ordine del giorno (ossia l'approvazione del rendiconto di gestione esercizio 2015) in seguito alla lunga disamina dell'assessore Vittorio Pansini, il clima è stato scosso da un documento a firma del Partito Democratico, condiviso coi vertici regionali del partito e letto in aula dal capogruppo Pasquale Ventura: la richiesta al sindaco è quella di "rottamare" l'attuale giunta politica (con pochi mesi di attività alle spalle). Nel documento è stato annunciato che il PD ritirerà i propri rappresentanti in giunta per permettere al sindaco di nominare una nuova giunta tecnica.

Le reazioni in aula sono state automatiche. Basile parla di un vero e proprio ricatto. Altrettanto polemici sono i toni degli interventi di Maria Campese e dell'ex vicesindaco Anna Rizzi Francabandiera. Carmine Doronzo lascia segno della propria indignazione su Facebook invece: «Il capogruppo del PD in consiglio comunale ha appena dichiarato all'assise che ritireranno i propri assessori dalla giunta comunale. Si apre così l'ennesima crisi dell'amministrazione Cascella messa a cuocere a fuoco lento dal suo stesso partito. Il piatto che ne verrà fuori sarà il solito salatissimo "ciambotto" da servire ai poveri barlettani. Non c'è molto da aggiungere... Sono senza vergogna!».

Anche gli Attivisti 5 Stelle Barletta, sempre tramite i social, fanno giungere il proprio disappunto su ciò che stava avvenendo in consiglio: «Cinque mesi dopo la richiesta di una giunta politica da parte del Pd, ora in consiglio comunale viene richiesta una giunta tecnica. Contraddizioni plateali di una maggioranza (?) che non vuole ammettere il suo fallimento. Restate collegati la farsa non è ancora finita».

«C'è una maggioranza politica oppure no? Se non c'è, sono pronto ad andarmene a casa». Ad alzare i toni è il sindaco Pasquale Cascella, che dopo i vari interventi ha risposto vigorosamente alla polemica in corso in aula seguita alla lettura del documento del PD. «Posso essere insultato, denigrato, però c'è una funziona pubblica che non può essere insultata, perché coinvolge tutti noi: un'amministrazione nel suo complesso. Se si insulta l'amministrazione, si insulta la città e i cittadini». E poi ha continuato: «Così è un fallimento: siamo tutti quanti coinvolti e responsabili, possiamo andarcene tutti a casa».

«Il potere è una brutta bestia, e io questa bestia non voglio conoscerla» chiosa laconicamente il sindaco. Nel vivo prosieguo della discussione sono riusciti a imporsi i consiglieri del Partito Socialista, chiedendo per l'ennesima volta una sospensione dei lavori. Alle 21.33 viene votata una sospensione di cinque minuti ma in realtà trascorrerà quasi un'ora prima che il consiglio riprenda.

I lavori riprendono, la crisi continua - Alle 22.27 si è tornati in aula con 18 presenti: i tormenti legati alla discussione politica sono stati sopiti e, con un lungo intervento del consigliere Campese, il discorso è divenuto essenzialmente tecnico, con le risposte puntuali del dirigente Michelangelo Nigro alle domande di Campese. La polemica è tornata sul versante politico con l'intervento di Dario Damiani, che ha sottolineato le responsabilità politiche che si celano dietro le precisazioni tecniche. Così ha deciso di abbandonare l'aula con tono polemico contro l'amministrazione.

I toni si sono nuovamente calmati: dopo un intervento del consigliere Dicataldo, la parola torna al consigliere Cosimo Cannito, che ha gettato di nuovo legna sul fuoco della polemica politica. Poi ha comunicato il voto contrario dei Socialisti sul bilancio. Cascella non se la tiene e ha incalzato: «Allora proponga una mozione di sfiducia». La proposta chiaramente è stata ribattuta dal consigliere che ha additato ogni responsabilità alla maggioranza stessa.

E' seguita una lunga sequenza di interventi e infine, alle 00.48, il segretario ha proceduto al conteggio dei voti: con 16 voti favorevoli, 9 contrari e 8 assenti la delibera è stata approvata, mentre non passa l'immediata eseguibilità. Sebbene si sia giunti, dopo una lunga giornata di consiglio, all'approvazione del rendiconto, il dato politico rimane eloquente e per nulla sopiti i mal di pancia.

"Meglio tirare a campare che tirare le cuoia" è stata la filastrocca ripetuta più volte, puntando il dito contro gli anonimi responsabili della crisi politica che sta trascinando nel torpore la vita dell'amministrazione Cascella. Ma l'arte di tirare il sasso e nascondere la mano è antica. Il senso della giornata è stata emblematica riassunta da Cannito durante il suo ennesimo intervento: «Aspettiamo domani per vedere cosa accadrà». Dopotutto, domani è un altro giorno.
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