Rosa Cascella
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Politica

«Non basta la somma dei singoli consensi per fare l’anima di una coalizione»

L'analisi del voto secondo Rosa Cascella (PD): «L'apparentamento? Giusto nella sostanza ma sbagliato nei tempi»

«Dov'è finito al ballottaggio il popolo del centrosinistra? Non era più con noi, lo abbiamo perso per strada, allontanato con scelte che non sono state comprese sino in fondo. Eppure c'è, ed è anche più numeroso di chi ha alla fine ha votato per Cannito. Se al primo turno in 17.600 hanno scelto Santa Scommegna e in quasi 9mila hanno votato per Doronzo, vuol dire che il 26 giugno avremmo dovuto contare su un bacino di oltre 26mila elettori. Dove sono finiti?».

Una corposa analisi del voto dal punto di vista del centrosinistra viene elaborata in questa nota da Rosa Cascella, segretaria del Partito Democratico, che traccia un bilancio della sconfitta al ballottaggio ma guarda a una nuova ripartenza per la coalizione.

«La maggior parte degli elettori - continua Cascella - non si è ripresentata alle urne ma in migliaia, duole dirlo, hanno addirittura spostato i loro consensi su Cannito. Il male del centrosinistra parte da lontano, dalle tribolazioni con il sindaco Cascella nel periodo 2013-2018 sino ad arrivare alla caduta rovinosa dell'amministrazione Cannito. La gente non dimentica e non perdona, soprattutto quando non hai più la capacità di farti comprendere. Io devo ringraziare Santa Scommegna perché si è battuta come una leonessa e paga colpe che non sono sue. Le abbiamo chiesto di scendere in campo a due mesi dalle elezioni contro due "mostri" di popolarità come Cannito e Doronzo, entrambi con diverse candidature alle spalle ed un consenso radicato da anni di militanza politica. Santa ha messo in campo tutto quello che aveva, la sua storia umana e professionale, il suo essere donna in un ambiente colonizzato dagli uomini. Un dispendio enorme di energie fisiche e mentali per affrontare una campagna elettorale terribile, fatta di colpi bassi, gogne social, insulti quotidiani. Abbiamo provato ad impostare una comunicazione diversa, più mirata sui contenuti, ma non è stato facile: spesso negli occhi delle persone leggevamo diffidenza, paura, vicinanza alle narrazioni velenose che Cannito faceva correre sul web e ovunque. Non ha vinto il centrodestra, che al primo turno ha persino preso meno voti della nostra coalizione.

Ha perso il centrosinistra contro un candidato sindaco che ha raggiunto l'apice della popolarità per colpa nostra. Da dove si riparte, allora? Io dico proprio dal fallimento peggiore, da quell'apparentamento giusto nella sostanza ma sbagliato nei tempi. Ci sono le condizioni per lavorare ad un centrosinistra unito, forte, nuovamente connesso alle speranze della gente. Le ragioni programmatiche e gli obiettivi comuni possono e devono tornare a prevalere sugli antagonismi e le visioni di nicchia. E c'è una cosa che questa campagna elettorale mi ha fatto comprendere ancora meglio: non basta la somma dei singoli consensi personali per fare l'anima di una coalizione. Serve creare connessioni più profonde con la città, emozionare gli elettori con una visione nuova, entrare in sintonia con timori e speranze di una popolazione.

Il Partito Democratico proverà a fare la sua parte, ancora una volta. Abbiamo messo a frutto tre anni di opposizione dura e intransigente alla precedente amministrazione, la gente ci ha dato fiducia e a queste elezioni siamo tornati ad essere la prima forza politica di Barletta. Non basta, ovviamente. Lo considero il primo passo di un percorso di rinnovamento che dovrà consolidarsi nei prossimi anni, con nuove figure alla guida del partito e un coinvolgimento della base sui temi che dovremo essere bravi a sviluppare e portare all'attenzione dei cittadini. Ringrazio uno per uno i candidati della lista del Partito Democratico, hanno fatto un lavoro straordinario ottenendo un risultato di squadra eccezionale. E possiamo dirlo a testa alta, alla luce del sole. Le trame nell'ombra le lasciamo a qualche esponente di spicco del nostro partito che ha votato e fatto votare per Fratelli d'Italia.

Noi possiamo dire pubblicamente sulle nostre bacheche chi sono i candidati che sosteniamo perché non abbiamo nulla di cui vergognarci, a differenza di altri rimasti per mesi vittime di mutismo. E non vorremmo mai trovarci nei panni di chi dovrà spiegare come sia stato possibile, in una sola settimana, abbandonare il Partito Democratico, partecipare alle primarie della Sinistra e poi accasarsi con la destra di Cannito. Un trasformismo della peggiore specie punito severamente dagli elettori. Noi siamo di un'altra pasta e lo dimostreremo ancora una volta tra i banchi dell'opposizione. Io ed altri amici del PD saremo in consiglio comunale a difendere gli interessi di una città che ha bisogno di riscoprirsi moderna, europea, vivibile e sicura. Combatteremo contro chi pensa di ridurre Barletta a paesino di provincia, isolata dal resto del mondo e senza prospettive di rilancio turistico ed economico. Lo faremo come sempre, a testa alta».
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