Lettera di Emanuele Lanotte
Lettera di Emanuele Lanotte
La città

Nella nostra redazione Emanuele Lanotte e Gennaro Antonucci

Crollano le sicurezze e le speranze dei sopravvissuti al crollo di via Roma. Silenzio dele Istituzioni: «aAbbiamo fatto qualcosa?»

Hanno semplicemente suonato al campanello della nostra redazione con un preavviso telefonico soltanto di qualche minuto e ci hanno raccontato quello che hanno dentro.

La lettera di Emanuele Lanotte alla città di Barletta "spedita" attraverso Barlettalife.

3 ottobre 2011, sembra ieri eppure un anno è passato… volutamente in questi mesi ho voluto staccarmi da quell'episodio per rtrovare pace e serenità e per godermi in toto quel miracolo che il Signore e la Madonna hanno fortemente voluto: la nascita di nostro figlio Ruggiero –un bambino eccezionale, solare ed allegro che ci dà forza e ci permette di accantonare in qualsiasi momento ogni problema relativo a quel fatidico giorno.

E' altresì un bambino che ogni volta che lo si guarda non può che condurci ad una riflessione: potevamo non averlo… e tutto per colpa di qualcuno, potevamo non donargli tutto il nostro amore… per colpa di qualcuno, e soprattutto potevamo non essere genitori… sempre per colpa di qualcuno. E invece sono qui, grazie alla Madonna dello Sterpeto, a descrivervi quanto forte è stato Ruggiero e quanta forza ci ha messo la sua mamma per metterlo al mondo. Un bambino grintoso… un po' figlio di quella stessa gente che con grinta mi fermava e mi diceva: Emanuele siamo con te e con tua moglie. Aveva voglia di spaccare il mondo, di rivolta… di dire basta a quanto accadeva e che purtroppo, ahimè, tuttora accade. Inneggiare alla violenza non è mai stato il mio stile, e penso che un po' tutti voi l'abbiate capito. Eppure avrei potuto farlo, ma non è nel DNA del mio carattere e della mia famiglia. Ho cercato il dialogo in qualsiasi momento perché ho pensato che fosse l'unica strada percorribile per risollevare le sorti delle nostre famiglie, ma quanta fatica…
Il non decidere tempestivamente, il temporeggiare sul da farsi da parte di alcuni politici ci ha dato notevolmente fastidio… ma a quanto pare sembra questa, mi dispiace dirlo ma penso che tutti voi siate d'accordo, una caratteristica di questa amministrazione.

Dopo l'accordo avvenuto quasi a fine dicembre 2011 tra noi famiglie e il Comune, in cui si elargivano a nostro favore delle somme di denaro, il cui valore e modalità conoscete, ci eravamo lasciati con un "arrivederci", ma da allora ad oggi ci è stata solo un'occasione di incontro, quella in cui la cooperativa "ipercoop" ci consegnava un buono spese. In quella occasione erano presenti due rappresentanti politici, un consigliere comunale e un assessore, con la promessa da parte di uno di essi che l'Amministrazione non ci avrebbe lasciato… oggi mi domando: «Dove siete? Che fine avete fatto?».

Oggi rivendichiamo il nostro diritto: Quell'abitazione che con sacrifici fatti per anni ed anni, ora qualcuno ci ha portato via e che addirittura ha provocato la morte di cinque povere donne innocenti. Vogliamo giustizia!

Questa è la lettera scritta di getto da Emanuele Lanotte dopo la mezzanotte. Il cronista di Barlettalife la accoglie e propone autentica e senza modifica alcuna. A questa segue analogamente autentico il messaggio-sfogo di Gennaro Antonucci, suocero di Emanuele e nonno di Ruggiero.

In tutto questo periodo -è passato un anno- noi siamo stati in totale silenzio soprattutto con l'Amministrazione Comunale. Ma adesso chiedo: qualcuno ha provveduto a far crollare anche l'IMU? Voglio anche sapere come stanno le cose: vorranno ricostruire? Nella 167? O in quale altro luogo? Dopo questa casa provvisoria (per 4 anni) che fine faremo? Qualcuno ci vuole dire dove andremo? Siamo davvero certi che sul luogo del crollo non vi sarà mai elevato un mattone oppure succederà come per Via Canosa? Quei metri quadri che erano miei e della mia allegra famiglia, mi saranno restituiti da qualche altra parte della città? E quando? Riuscirò a vedere questo momento? Ed ora faccio una considerazione umana, ieri sera abbiamo partecipato alla Santa Messa presso la parrocchia di San Giacomo. C'eravamo tutti, io, mia moglie, mia figlia, mio genero, il mio nipotino Ruggiero, ma anche il sindaco Maffei, il consigliere regionale Mennea, il comandante dei vigili urbani, ed altri. Nessuno si è avvicinato, per accarezzare la fronte di Ruggiero, nessuno si è avvicinato per stringerci la mano, nessuno ci ha rinnovato come un anno fa una parola di conforto. Siamo passati dalle tante parole del 3 ottobre 2011 al nulla umano del 3 ottobre 2012. Abbiamo fatto qualcosa? Siamo colpevoli di qualcosa? Abbiamo rotto le scatole a qualcuno? Abbiamo esagerato gridando la nostra verità?

8 fotoLettera Di Emanuele Lanotte
Lettera di Emanuele LanotteLettera di Emanuele LanotteLettera di Emanuele LanotteLettera di Emanuele LanotteL'abitazione crollata della famiglia LanotteLettera di Emanuele LanotteLettera di Emanuele LanotteLettera di Emanuele Lanotte
«Il crollo della palazzina di via Roma a Barletta ha responsabilità precise che vanno ricercate nell'approccio superficiale con cui sono stati effettuati gli interventi edilizi. Guai a parlare di destino: la morte delle quattro operai e della giovane figlia del proprietario dell'opificio è legata solo ed esclusivamente alla mala edilizia e alla mancanza di controlli mirati, e soprattutto rigidi, da parte degli organi competenti. Il progetto pilota di verifica statica dei fabbricati che insistono sul territorio comunale varato il 3 maggio scorso dalla Giunta regionale, fa da apripista ad una attività sulla messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico e privato che dovrà diventare di sistema in tutta la regione. Oggi, nel primo anniversario di una tragedia che ha portato in primo piano anche i drammatici problemi legati al lavoro nero e sottopagato, l'auspicio è che la magistratura dia un'accelerata alle indagini, facendo piena chiarezza sui fatti e sui misfatti».

Maria Campese
Assessora regione Puglia
  • Lettera aperta
  • Grandi emergenze
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