Don Giuseppe Tupputi
Don Giuseppe Tupputi
Religioni

Gli amici di sempre ricordano Don Giuseppe Tupputi

Una lettera in ricordo del parroco deceduto pochi giorni fa

«Nei cortili dello Spirito Santo noi ragazzi di fine anni 90 abbiamo avuto il previlegio di essere tuoi amici. Lacio Drom Don Giuseppe…se ricordi bene "Lacio Drom" era il titolo di una canzone di una band che con noi ascoltavi condividendo le cuffiette attaccate ai nostri walkman, lì in quel cortile dello Spirito Santo, lì dove di tanto in tanto ti capitava di fermarti nel mentre adocchiavi i nostri talenti che si perdevano dietro ad un pallone».

Al lutto dell'intera comunità diocesana per l'improvvisa scomparsa di Don Giuseppe Tupputi, si aggiunge il sentito addio da parte degli amici di Don Giuseppe, che hanno scritto questa lettera colma di ricordi di gioventù e commozione.

«Lacio Drom don Giuseppe e grazie per il ricordo che di te per la fine dei nostri giorni ci porteremo dentro, il tuo cercarci tra i banchi della chiesa durante la messa della messa della domenica mattina, il tuo cercarci tra le inutili parole del catechismo, il tuo batterti per il rispetto dei Sacramenti, il tuo amore smisurato per la Santa Madre Chiesa, il tuo non perdere mai di vista il Senso della Vita.

Il tuo ricordo è il bussare senza voler troppo disturbare per entrare nelle nostre vite di adolescenti, il tuo ricordo è quello di una persona che un giorno arriva dal nulla e senza avvisare…il tuo è il ricordo di un sorriso, il tuo è il ricordo della parola giusta al momento giusto, il tuo è il ricordo di una parola di conforto ma che sa essere anche di coraggio. Il tuo ricordo è uno sguardo carico di ottimismo verso il futuro, il tuo ricordo sono le parole di Gesù che per noi si facevano semplici da capire…

Il tuo è il ricordo di chi, di tanto in tanto, la sorpresa la fa lui a te…

Benedici i nostri figli e prega per le nostre famiglie…
Lacio Drom nostro grande amico dei nostri tormentanti anni di infanzia…».

Nicola, Gaetano, Davide, Vincenzo, Michele, Cosimo Damiano, Ruggiero, i gemelli Michele e Giuseppe
  • Lettera aperta
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