
La città
Lavoro e retribuzioni: Barletta maglia nera in Italia
È la prima città nella classifica dei compensi medi giornalieri più bassi
Barletta - sabato 17 maggio 2025
Al Sud si lavora meno: nessun cliché, è un dato di fatto. Lo dimostra l'ultimo rapporto dell'Ufficio studi della CGIA (Associazione Artigiani Piccole Imprese). Le prime posizioni non sono un mistero: Milano è in testa, seguita da Bolzano e Monza-Brianza. Sul podio delle retribuzioni giornaliere più basse, Barletta guida la classifica, con uno stipendio medio di 68,57€ al giorno.
Le differenze che separano le due metà d'Italia non dipendono da stereotipi o minor qualificazione della forza lavoro, ma affondano le radici nelle strutture produttive da cui sono caratterizzate.
Il Nord pullula di nuove aziende, multinazionali e colossi dell'economia. Il risultato? Più contratti a tempo indeterminato, settori altamente produttivi, ore di lavoro maggiori e, di conseguenza, stipendi più alti. Secondo i dati del 2023, circa ventisette è il surplus di giorni lavorativi rispetto alla media nel meridione: 255 contro 228.
Il Sud, al contrario, è la patria del precariato e del lavoro stagionale, grazie (o forse per colpa di) alla preponderanza dei settori turistico e agricolo, che costituiscono gli ambiti produttivi più influenti sul territorio. L'elevato tasso di lavoro nero contribuisce a rendere la situazione ancora più instabile.
Migliorare le infrastrutture e le condizioni generali di lavoro consentirebbe di arginare la costante fuga di cervelli verso le grandi città, dove è più auspicabile la prospettiva di raggiungere posizioni di rilievo nelle aziende. La nostra piccola realtà offre un elevato tasso di incertezza occupazionale; eppure, la ricchezza del territorio consentirebbe di raggiungere un alto grado di sviluppo economico, ma soltanto sfruttandola al meglio delle sue potenzialità.
La maglia nera ricevuta da Barletta è un nuovo punto di partenza; potrà essere utile per comprendere le carenze della nostra città e ciò su cui puntare per migliorarne le prestazioni. Valorizzare il territorio a favore del benessere della cittadinanza: è la missione costante delle nostre istituzioni, ma è necessario continuare a lavorarci affinché possa essere raggiunta.
Le differenze che separano le due metà d'Italia non dipendono da stereotipi o minor qualificazione della forza lavoro, ma affondano le radici nelle strutture produttive da cui sono caratterizzate.
Il Nord pullula di nuove aziende, multinazionali e colossi dell'economia. Il risultato? Più contratti a tempo indeterminato, settori altamente produttivi, ore di lavoro maggiori e, di conseguenza, stipendi più alti. Secondo i dati del 2023, circa ventisette è il surplus di giorni lavorativi rispetto alla media nel meridione: 255 contro 228.
Il Sud, al contrario, è la patria del precariato e del lavoro stagionale, grazie (o forse per colpa di) alla preponderanza dei settori turistico e agricolo, che costituiscono gli ambiti produttivi più influenti sul territorio. L'elevato tasso di lavoro nero contribuisce a rendere la situazione ancora più instabile.
Migliorare le infrastrutture e le condizioni generali di lavoro consentirebbe di arginare la costante fuga di cervelli verso le grandi città, dove è più auspicabile la prospettiva di raggiungere posizioni di rilievo nelle aziende. La nostra piccola realtà offre un elevato tasso di incertezza occupazionale; eppure, la ricchezza del territorio consentirebbe di raggiungere un alto grado di sviluppo economico, ma soltanto sfruttandola al meglio delle sue potenzialità.
La maglia nera ricevuta da Barletta è un nuovo punto di partenza; potrà essere utile per comprendere le carenze della nostra città e ciò su cui puntare per migliorarne le prestazioni. Valorizzare il territorio a favore del benessere della cittadinanza: è la missione costante delle nostre istituzioni, ma è necessario continuare a lavorarci affinché possa essere raggiunta.