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La memoria dell’immigrazione italiana può aiutarci a riflettere

L’associazione “Barletta Insieme” parte dall’intercultura

È ancora la memoria al centro: in un Paese che sta perdendo la memoria di un passato neanche troppo lontano, è l'unica in grado di richiamarci a temi complessi e importanti come quello dell'immigrazione. Gli italiani migranti oltreoceano nei primi decenni del Novecento, venivano descritti con le stesse parole che spesso oggi associamo a tutti gli immigrati: «sporchi, molesti, accattoni che si fanno sfruttare». Questo è emerso ieri sera nell'incontro promosso dall'associazione "Barletta insieme", di recente formazione, sui temi dell'immigrazione e dell'intercultura.

A ricordare il passato d'immigrazione italiana e della violenza colonizzatrice fascista in Eritrea, suo Paese d'origine, è intervenuto Tesfai Zemariam della segretaria regionale CGIL - responsabile per l'immigrazione. Si è tornati a parlare anche di Ius soli, per cui la I Commissione consiliare ha presentato martedì scorso una proposta di regolamento, ahimè solo simbolica in quanto è necessario l'intervento parlamentare e del Governo su tale argomento, richiesto anche ieri. È stata ricordata la testimonianza di una giovane emiliana, di genitori marocchini, che due anni fa ha parlato alla Camera dei Deputati per la "Conferenza nazionale sulla cittadinanza", mettendo in luce, con il suo chiaro accento settentrionale, l'illogicità dell'attuale sistema di disciplina. La soluzione è quella di una società aperta, volta all'inclusione e non all'esclusione.

L'importanza del tema della cittadinanza l'ha ricordata anche la presenza all'incontro del sindaco, Pasquale Cascella. Badr Fakhouri, mediatore culturale ed esponente dell'associazione promotrice della serata, ha ricordato come gli immigrati in Italia versino tasse per l'11% del nostro PIL, anche perché il permesso di soggiorno è necessariamente legato a un contratto di lavoro. Il problema dunque è il punto di vista con cui ci approcciamo alla tematica.

La serata è stata resa più suggestiva dalle letture di Michela Diviccaro.
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