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La città dal basso: le forze civiche si uniscono per cambiare Barletta
La nota del presidente del Comitato di quartiere 167 Giuseppe Di Bari
Barletta - sabato 23 agosto 2025
«Non è una scelta improvvisata. È una responsabilità che nasce da anni di ascolto, di presenza nelle strade, nei cortili, nei luoghi dove la politica ha smesso di guardare, piegata ai giochi di potere. Il Comitato di Quartiere Zona 167 di Barletta, che ogni giorno raccoglie segnalazioni, lamentele, richieste d'aiuto da parte di chi vive in prima persona le difficoltà della periferia, oggi sente il bisogno di fare un passo in più su una sempre più pressante sollecitazione da parte di cittadini che da noi si sentono rappresentati. La nostra esperienza ci ha insegnato che non basta denunciare i problemi: bisogna costruire risposte collettive. Abbiamo creato una rete sociale che non si limita all'assistenzialismo, ma pratica una solidarietà che solleva le persone e le rende protagoniste. Tuttavia, la voce dei cittadini resta inascoltata da chi amministra, e questo non è più tollerabile». Così il presidente del comitato di quartiere zona 167, Giuseppe Di Bari.
«Il contesto è noto: una città in cui la politica tradizionale sembra lontana dai bisogni reali, incapace di dare risposte, più preoccupata di conservare equilibri interni che di offrire soluzioni concrete. Viviamo in un tempo in cui le forze politiche si reggono inventando paure e individuando nemici nei più deboli. È così che si spengono le idee e si ferma una comunità. Per questo il Comitato Zona 167 annuncia di unirsi a un progetto più ampio: un laboratorio di partecipazione animato da forze civiche "vere" che da anni operano nella città distinguendosi per impegno, concretezza e vicinanza alla gente. Un percorso in cui le domande che nascono dai quartieri, dalle case popolari, dalle scuole senza fondi, possano entrare nelle istituzioni con la forza di chi vive i problemi sulla propria pelle. Non si tratta di "entrare nella politica" come la conosciamo, ma di riportare la politica – quella vera – tra le persone, facendola tornare strumento di riscatto e di diritti. Vogliamo trasformare il mutualismo in mutualismo conflittuale: non solo aiutare, ma pretendere risposte. Non solo resistere, ma costruire alternative concrete. Seguendo la lezione delle antiche società di mutuo soccorso, che seppero unire solidarietà e lotta, portando a conquiste reali.
Il Comitato ribadisce che questa scelta nasce dal basso, dalla continua sollecitazione della comunità che chiede un impegno più forte, capace di superare le logiche assistenziali e di farsi voce nelle sedi decisionali.
La politica non è dei partiti, ma delle persone. È tempo di riportarla a casa».
«Il contesto è noto: una città in cui la politica tradizionale sembra lontana dai bisogni reali, incapace di dare risposte, più preoccupata di conservare equilibri interni che di offrire soluzioni concrete. Viviamo in un tempo in cui le forze politiche si reggono inventando paure e individuando nemici nei più deboli. È così che si spengono le idee e si ferma una comunità. Per questo il Comitato Zona 167 annuncia di unirsi a un progetto più ampio: un laboratorio di partecipazione animato da forze civiche "vere" che da anni operano nella città distinguendosi per impegno, concretezza e vicinanza alla gente. Un percorso in cui le domande che nascono dai quartieri, dalle case popolari, dalle scuole senza fondi, possano entrare nelle istituzioni con la forza di chi vive i problemi sulla propria pelle. Non si tratta di "entrare nella politica" come la conosciamo, ma di riportare la politica – quella vera – tra le persone, facendola tornare strumento di riscatto e di diritti. Vogliamo trasformare il mutualismo in mutualismo conflittuale: non solo aiutare, ma pretendere risposte. Non solo resistere, ma costruire alternative concrete. Seguendo la lezione delle antiche società di mutuo soccorso, che seppero unire solidarietà e lotta, portando a conquiste reali.
Il Comitato ribadisce che questa scelta nasce dal basso, dalla continua sollecitazione della comunità che chiede un impegno più forte, capace di superare le logiche assistenziali e di farsi voce nelle sedi decisionali.
La politica non è dei partiti, ma delle persone. È tempo di riportarla a casa».
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