
Politica
«Invitiamo i due consiglieri a riscoprire l'essenza dell'elezione di Cascella»
Riglietti: «La rappresentanza che si cercava era più o meno personale?»
Barletta - venerdì 23 maggio 2014
«Si scoprono gli altarini, come suol dirsi. Abbiamo letto in questi giorni espressioni come questa: "Noi del Movimento per il Partito del Lavoro..." a sostegno delle posizioni assunte dal consigliere comunale Massimo Mazzarisi pur eletto nella lista che nella stessa denominazione si ispirava non a questo movimento o a quel partito ma alle idee di rinnovamento del candidato sindaco Pasquale Cascella». Così replica oggi il vicecoordinatore dell'associazione Barletta Insieme, Antonio Riglietti, alle affermazioni del Movimento per il Partito del Lavoro pronunciate nei giorni scorsi. Come avevamo immaginato, la polemica era ed è destinata a proseguire.
«Dunque - continua Riglietti - la "rappresentanza" che si cercava era per una sorta di partito più o meno personale? Eppure era chiaro, come emerge dalla stessa dichiarazione dell'iniziale "entusiasmo" verso Pasquale Cascella, nome "super partes", che "sveleniva" l'aria malsana delle contrapposizioni tra i partiti che avevano portato alla caduta dell'amministrazione di centrosinistra, che la lista era finalizzata a contrastare la riproposizione di quelle manovre a cui Cascella era del tutto estraneo. Non si capisce, quindi, perché l'apprezzamento allora dichiarato per quel suo modo di intendere l'agire politico di Cascella, emerso già nel primo incontro con il direttivo del Movimento per il Partito del Lavoro, sia venuto meno di fronte a certi comportamenti sin dalla prima seduta del consiglio comunale, fino ad avallare atteggiamenti vecchi ed obsoleti nella formazione delle commissioni con l'impallinamento dall'interno della maggioranza di un Presidente "in pectore" solo perché eletto proprio nella lista del sindaco. Ne' proprio limpido e' sembrato in Consiglio Comunale l'accodarsi dei consiglieri facenti parte della lista Cascella Insieme al silenzio in cui la maggioranza si è chiusa al momento dell'approvazione delle Linee programmatiche o la firma con altri tre partiti del documento su una crisi talmente "costruttiva" da spaccare la maggioranza di centrosinistra. Viene naturalmente da chiedersi a questo punto se la firma che negava addirittura la rappresentatività del sindaco era apposta in nome e per conto dei due consiglieri, del Movimento del Partito del Lavoro o di chi altri. Chi ci metteva la faccia, e per cosa? Certo e' che non poteva rappresentare e non rappresenta quei candidati e quegli elettori che credevano nel patto che Cascella ha proposto alla città e che il voto ha sancito».
«Su una affermazione, però, si può essere d'accordo: "In politica conta il consenso degli elettori e non le chiacchere da bar". In effetti, le azioni e le chiacchiere distribuite sui giornali in queste ore rendono esplicito ed eloquente il retropensiero di certe posizioni. Per noi, per molti e vogliamo continuare a credere per ogni singolo candidato, quella Lista del sindaco non poteva che essere funzionale a un risultato d'insieme, di chi s'impegnava a fare da collante della coalizione, non di chi cercava visibilità per un partito o un movimento o un gruppo o anche singoli che non avrebbero avuto rappresentanza alcuna se si fossero candidati in proprio con altre liste. Qui era e resta il valore aggiunto della lista Cascella».
«Per questo - conclude - abbiamo invitato i consiglieri, e torniamo a invitarli insieme ai sottoscrittori della nota, a riscoprire l'essenza della elezione del sindaco, del suo modo di agire nell'agone politico, della battaglia da affrontare contro tutte le vecchie logiche, le resistenze, i conservatorismi. Questo del resto dettava il codice etico fatto proprio in campagna elettorale da tutto il centrosinistra, a cominciare dalla lista di cui la nostra Associazione vuole riprendere l'ambizione di promuovere la vera rappresentanza: quella del cambiamento di cui la città ha bisogno».
«Dunque - continua Riglietti - la "rappresentanza" che si cercava era per una sorta di partito più o meno personale? Eppure era chiaro, come emerge dalla stessa dichiarazione dell'iniziale "entusiasmo" verso Pasquale Cascella, nome "super partes", che "sveleniva" l'aria malsana delle contrapposizioni tra i partiti che avevano portato alla caduta dell'amministrazione di centrosinistra, che la lista era finalizzata a contrastare la riproposizione di quelle manovre a cui Cascella era del tutto estraneo. Non si capisce, quindi, perché l'apprezzamento allora dichiarato per quel suo modo di intendere l'agire politico di Cascella, emerso già nel primo incontro con il direttivo del Movimento per il Partito del Lavoro, sia venuto meno di fronte a certi comportamenti sin dalla prima seduta del consiglio comunale, fino ad avallare atteggiamenti vecchi ed obsoleti nella formazione delle commissioni con l'impallinamento dall'interno della maggioranza di un Presidente "in pectore" solo perché eletto proprio nella lista del sindaco. Ne' proprio limpido e' sembrato in Consiglio Comunale l'accodarsi dei consiglieri facenti parte della lista Cascella Insieme al silenzio in cui la maggioranza si è chiusa al momento dell'approvazione delle Linee programmatiche o la firma con altri tre partiti del documento su una crisi talmente "costruttiva" da spaccare la maggioranza di centrosinistra. Viene naturalmente da chiedersi a questo punto se la firma che negava addirittura la rappresentatività del sindaco era apposta in nome e per conto dei due consiglieri, del Movimento del Partito del Lavoro o di chi altri. Chi ci metteva la faccia, e per cosa? Certo e' che non poteva rappresentare e non rappresenta quei candidati e quegli elettori che credevano nel patto che Cascella ha proposto alla città e che il voto ha sancito».
«Su una affermazione, però, si può essere d'accordo: "In politica conta il consenso degli elettori e non le chiacchere da bar". In effetti, le azioni e le chiacchiere distribuite sui giornali in queste ore rendono esplicito ed eloquente il retropensiero di certe posizioni. Per noi, per molti e vogliamo continuare a credere per ogni singolo candidato, quella Lista del sindaco non poteva che essere funzionale a un risultato d'insieme, di chi s'impegnava a fare da collante della coalizione, non di chi cercava visibilità per un partito o un movimento o un gruppo o anche singoli che non avrebbero avuto rappresentanza alcuna se si fossero candidati in proprio con altre liste. Qui era e resta il valore aggiunto della lista Cascella».
«Per questo - conclude - abbiamo invitato i consiglieri, e torniamo a invitarli insieme ai sottoscrittori della nota, a riscoprire l'essenza della elezione del sindaco, del suo modo di agire nell'agone politico, della battaglia da affrontare contro tutte le vecchie logiche, le resistenze, i conservatorismi. Questo del resto dettava il codice etico fatto proprio in campagna elettorale da tutto il centrosinistra, a cominciare dalla lista di cui la nostra Associazione vuole riprendere l'ambizione di promuovere la vera rappresentanza: quella del cambiamento di cui la città ha bisogno».
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