
Politica
Inclusione scolastica, Vito Tupputi propone soluzioni condivise per garantire l’educatore anche agli alunni senza 104
La nota del consigliere comunale
Barletta - domenica 15 giugno 2025
12.23
Il consigliere comunale Vito Tupputi rilancia l'attenzione su un tema che sta a cuore a molte famiglie: l'accesso al Servizio di Integrazione Socio Scolastica Educativa (SISSE) da parte degli alunni con disabilità non ancora riconosciuti ai sensi della Legge 104, ma comunque in condizione di fragilità.
«L'inclusione scolastica – afferma Tupputi – è una delle sfide educative e sociali più importanti del nostro tempo. Garantire a tutti i bambini e ragazzi il diritto a essere accompagnati nel loro percorso di crescita significa costruire una comunità più equa e solidale, partendo proprio dalla scuola».
Il SISSE rappresenta uno strumento prezioso per sostenere gli studenti con disabilità, grazie al supporto di educatori qualificati che li affiancano quotidianamente nelle attività scolastiche e relazionali. Tuttavia, recenti disposizioni – legate ai vincoli di certificazione – rischiano di limitare l'accesso a questo servizio per alcune fasce di alunni.
«È noto che l'assistenza specialistica è regolato dalla legge regionale n.19/2006, che affida ai Comuni l'organizzazione operativa del servizio. Proprio per questo motivo – continua Tupputi – credo che possa essere utile attivare un confronto costruttivo tra tutti i livelli istituzionali per individuare insieme soluzioni che tengano conto delle diverse situazioni presenti nelle scuole».
Tra gli strumenti più importanti per favorire l'inclusione c'è il Piano Educativo Individualizzato (PEI), che viene elaborato congiuntamente da scuola, famiglia, operatori sanitari e istituzioni. In questo processo, il ruolo del Comune è fondamentale. Esso è infatti chiamato a: Garantire risorse adeguate per l'attuazione delle misure previste; Collaborare con le scuole per la realizzazione degli interventi; Coordinarsi con l'ASL per le valutazioni e gli eventuali percorsi riabilitativi; Gestire e formare il personale educativo; Verificare il rispetto delle misure previste nel PEI, nel rispetto dei principi di equità.
«Anche nei casi in cui la certificazione 104 non sia ancora stata formalizzata – aggiunge Tupputi – è importante poter valutare, insieme alle famiglie e ai dirigenti scolastici, ogni possibile modalità organizzativa che permetta di rispondere ai bisogni reali degli alunni».
Da qui la proposta del consigliere: valutare, laddove possibile, la condivisione dell'educatore tra due alunni con bisogni meno complessi, in modo da estendere il servizio a più studenti, mantenendo adeguati standard di qualità.
«Con questo spirito di collaborazione – conclude il consigliere comunale Vito Tupputi – rivolgo un invito al sindaco Cannito, alla Regione Puglia e agli organi competenti a livello nazionale: lavoriamo insieme per non lasciare nessuno indietro. Ogni bambino ha diritto a crescere in una scuola accogliente, che sappia riconoscere e accompagnare la sua unicità». Ho già consumato una interlocuzione, riferisce Tupputi, con il Garante regionale delle persone con disabilità, Antonio Giampietro, certo di arrivare ad una soluzione condivisa. Un messaggio che guarda al futuro con fiducia, nella convinzione che l'inclusione non sia solo un obiettivo, ma una responsabilità collettiva.
«L'inclusione scolastica – afferma Tupputi – è una delle sfide educative e sociali più importanti del nostro tempo. Garantire a tutti i bambini e ragazzi il diritto a essere accompagnati nel loro percorso di crescita significa costruire una comunità più equa e solidale, partendo proprio dalla scuola».
Il SISSE rappresenta uno strumento prezioso per sostenere gli studenti con disabilità, grazie al supporto di educatori qualificati che li affiancano quotidianamente nelle attività scolastiche e relazionali. Tuttavia, recenti disposizioni – legate ai vincoli di certificazione – rischiano di limitare l'accesso a questo servizio per alcune fasce di alunni.
«È noto che l'assistenza specialistica è regolato dalla legge regionale n.19/2006, che affida ai Comuni l'organizzazione operativa del servizio. Proprio per questo motivo – continua Tupputi – credo che possa essere utile attivare un confronto costruttivo tra tutti i livelli istituzionali per individuare insieme soluzioni che tengano conto delle diverse situazioni presenti nelle scuole».
Tra gli strumenti più importanti per favorire l'inclusione c'è il Piano Educativo Individualizzato (PEI), che viene elaborato congiuntamente da scuola, famiglia, operatori sanitari e istituzioni. In questo processo, il ruolo del Comune è fondamentale. Esso è infatti chiamato a: Garantire risorse adeguate per l'attuazione delle misure previste; Collaborare con le scuole per la realizzazione degli interventi; Coordinarsi con l'ASL per le valutazioni e gli eventuali percorsi riabilitativi; Gestire e formare il personale educativo; Verificare il rispetto delle misure previste nel PEI, nel rispetto dei principi di equità.
«Anche nei casi in cui la certificazione 104 non sia ancora stata formalizzata – aggiunge Tupputi – è importante poter valutare, insieme alle famiglie e ai dirigenti scolastici, ogni possibile modalità organizzativa che permetta di rispondere ai bisogni reali degli alunni».
Da qui la proposta del consigliere: valutare, laddove possibile, la condivisione dell'educatore tra due alunni con bisogni meno complessi, in modo da estendere il servizio a più studenti, mantenendo adeguati standard di qualità.
«Con questo spirito di collaborazione – conclude il consigliere comunale Vito Tupputi – rivolgo un invito al sindaco Cannito, alla Regione Puglia e agli organi competenti a livello nazionale: lavoriamo insieme per non lasciare nessuno indietro. Ogni bambino ha diritto a crescere in una scuola accogliente, che sappia riconoscere e accompagnare la sua unicità». Ho già consumato una interlocuzione, riferisce Tupputi, con il Garante regionale delle persone con disabilità, Antonio Giampietro, certo di arrivare ad una soluzione condivisa. Un messaggio che guarda al futuro con fiducia, nella convinzione che l'inclusione non sia solo un obiettivo, ma una responsabilità collettiva.