
Eventi
Il professor Giuseppe Lagrasta protagonista al salone internazionale del libro di Torino
Questa sera la presentazione del suo " J. L. Borges Italo Calvino. Dialoghi Immaginari"
Barletta - domenica 18 maggio 2025
12.04
"Le parole tra noi leggere", è il tema del Salone Internazionale del libro di Torino 2025, titolo ripreso da un romanzo di Lalla Romano del 1969, che a sua volta richiamava i versi di Eugenio Montale della poesia "Due nel crepuscolo", (inclusa nella raccolta la "Bufera e altro"), " ...le parole/tra noi leggere cadono". Il poeta ligure invita a riflettere sulle parole che cadono, perché cadono, quali restano illese e quali soccombono all'urto del tempo, dell'uomo e della storia.
E l'attenzione sul dialogare è stata incentivata nell'opera di Giuseppe Lagrasta, " J. L. Borges Italo Calvino. Dialoghi Immaginari", LuoghInteriori Edizioni 2024, che sarà presentato al Salone Internazionale del libro di Torino, domenica 18 maggio 2025, alle ore 19.00, al Lingotto, Pad. OVAL, Spazio Umbria, Y128 - U 127, con la partecipazione dell'editore, Antonio Vella e letture a cura di Francesco Tammacco.
I dialoghi immaginari che intercorrono tra Jorge L. Borges e Italo Calvino, declinano una profondità espressa da due intime spiritualità, che apprendono dal confronto empatico, espresso con parole leggere, quella leggerezza di cui parlava l'autore ligure nelle " Lezioni Americane" e che tanto, lo stesso Borges, apprezzava. Ma Giuseppe Lagrasta, seguendo l'invito di Eugenio Montale di far attenzione a "non far cadere le parole", le ha alimentate, le ha raccolte, le ha rese in dialoghi, donandole vitalità; esplorando le opere degli autori esaminati, ha posto in rilievo lo spessore umano, intellettuale e spirituale dei due grandi scrittori. Quando si lasciano cadere le parole, vuol dire che qualcosa durante il dialogo si è frantumato, una parola non raccolta è caduta nel vuoto della non comunicazione e si è dispersa nel mare agitato delle conversazioni cruciali.
Le parole che cadono, hanno bisogno di tempo per rialzare il capo, perché cadendo si feriscono, perdono significato, smarrite, cercano un altro volto, un'altra vita per alimentarsi. Ma il tempo corre veloce e le parole perdute, disperdono la loro energia umanante. Difatti, l'opera
dedicata a Borges e a Calvino - dichiara il prof. Giuseppe Lagrasta- rappresenta un invito a comunicare con più leggerezza ( che non significa superficialità) e meno aggressività, con più profondità e meno rabbia e livore, con più dolcezza e meno toni gridati e urlanti, ma soprattutto con più rispetto ed educazione, al fine di poter ascoltare l'altro, prima di continuare il dialogo. Un buon ascolto aumenta la capacità di percepire, ove ci fosse la necessità, l'ambiguità del messaggio e predispone il valore aggiunto della conversazione.
"Sarà necessario, far cadere l'urlo gridato tra il vuoto degli abissi - continua Giuseppe Lagrasta- per essere più dialogici verso il prossimo ma soprattutto per essere testimoni etici e responsabili per le giovani generazioni." Ecco che la narrazione sviluppata dal prof. Giuseppe Lagrasta, incarna la letteratura della prossimità, del dialogo interculturale, della fratellanza e della vicinanza, prossimità come dialogo, ascolto, incontro, reciprocità. E una narrazione della reciprocità e di prossimità, svolta con obiettivi formativi, sarà sempre testimonianza di creatività pedagogica e di innovazione didattica - conclude il prof. Giuseppe Lagrasta -.
E l'attenzione sul dialogare è stata incentivata nell'opera di Giuseppe Lagrasta, " J. L. Borges Italo Calvino. Dialoghi Immaginari", LuoghInteriori Edizioni 2024, che sarà presentato al Salone Internazionale del libro di Torino, domenica 18 maggio 2025, alle ore 19.00, al Lingotto, Pad. OVAL, Spazio Umbria, Y128 - U 127, con la partecipazione dell'editore, Antonio Vella e letture a cura di Francesco Tammacco.
I dialoghi immaginari che intercorrono tra Jorge L. Borges e Italo Calvino, declinano una profondità espressa da due intime spiritualità, che apprendono dal confronto empatico, espresso con parole leggere, quella leggerezza di cui parlava l'autore ligure nelle " Lezioni Americane" e che tanto, lo stesso Borges, apprezzava. Ma Giuseppe Lagrasta, seguendo l'invito di Eugenio Montale di far attenzione a "non far cadere le parole", le ha alimentate, le ha raccolte, le ha rese in dialoghi, donandole vitalità; esplorando le opere degli autori esaminati, ha posto in rilievo lo spessore umano, intellettuale e spirituale dei due grandi scrittori. Quando si lasciano cadere le parole, vuol dire che qualcosa durante il dialogo si è frantumato, una parola non raccolta è caduta nel vuoto della non comunicazione e si è dispersa nel mare agitato delle conversazioni cruciali.
Le parole che cadono, hanno bisogno di tempo per rialzare il capo, perché cadendo si feriscono, perdono significato, smarrite, cercano un altro volto, un'altra vita per alimentarsi. Ma il tempo corre veloce e le parole perdute, disperdono la loro energia umanante. Difatti, l'opera
dedicata a Borges e a Calvino - dichiara il prof. Giuseppe Lagrasta- rappresenta un invito a comunicare con più leggerezza ( che non significa superficialità) e meno aggressività, con più profondità e meno rabbia e livore, con più dolcezza e meno toni gridati e urlanti, ma soprattutto con più rispetto ed educazione, al fine di poter ascoltare l'altro, prima di continuare il dialogo. Un buon ascolto aumenta la capacità di percepire, ove ci fosse la necessità, l'ambiguità del messaggio e predispone il valore aggiunto della conversazione.
"Sarà necessario, far cadere l'urlo gridato tra il vuoto degli abissi - continua Giuseppe Lagrasta- per essere più dialogici verso il prossimo ma soprattutto per essere testimoni etici e responsabili per le giovani generazioni." Ecco che la narrazione sviluppata dal prof. Giuseppe Lagrasta, incarna la letteratura della prossimità, del dialogo interculturale, della fratellanza e della vicinanza, prossimità come dialogo, ascolto, incontro, reciprocità. E una narrazione della reciprocità e di prossimità, svolta con obiettivi formativi, sarà sempre testimonianza di creatività pedagogica e di innovazione didattica - conclude il prof. Giuseppe Lagrasta -.